[05/11/2012] News toscana

Il paradosso di Florens

Cinquantasette blocchi di marmo bianco di Carrara per un totale di 80 metri X 50 per assemblare la croce monumentale in piazza Santa Croce con cui lo scultore Paladino dovrebbe concretizzare il leit-motiv di Florens dedicato quest'anno a 'Cultura, qualità della vita'. Un vero paradosso, se pensiamo che - come ribadiscono attivisti e ambientalisti del Coordinamento Salviamo le Apuane - proprio la continua escavazione del marmo rappresenta il declino della qualità della vita in quella regione. 

Le Alpi Apuane, note al mondo appunto per il marmo bianco di Carrara, sono sottoposte negli ultimi decenni ad una escavazione selvaggia con oltre 5 milioni di tonnellate di montagna che vengono distrutte ogni anno" dichiarano gli attivisti di Salviamo le Apuane.

«Questi dati - afferma Ornella De Zordo di perUnaltracittà, lista di cittadinanza che aderisce al coordinamento sin dalla sua nascita con la sottoscrizione della Carta delle Apuane (http://bit.ly/dlU8cV) - evidenziano chiaramente che l'escavazione del marmo è insostenibile per queste bellissime montagne a ridosso del mare, zone importanti non solo dal punto di vista ambientale e paesaggistico ma anche identitario, culturale e antropologico. Vogliamo inoltre evidenziare che l'escavazione distrugge le falde acquifere, mettendo in serio pericolo il sistema idrogeologico delle Province di Massa Carrara e Lucca, e che la devastazione è irreversibile».

«Se vogliamo salvare le Apuane - continuano gli aderenti a Salviamo le Apuane - e cessarne la distruzione, la proposta che avanziamo è ridurre drasticamente la monocoltura del marmo la cui escavazione è ormai in mano a poche multinazionali e riconvertire un'economia locale che ha visto sacrificare qualunque altra attività. Salviamo le Apuane avanza proposte concrete nel suo Piano di Sviluppo Economico Alternativo delle Apuane e si augura che le amministrazioni locali toscane ascoltino le richieste per la difesa di questo territorio, anziché plaudire l'esibizione effimera di brandelli di queste montagne già pesantemente erose. Semmai, l'uso del marmo, quando legato a un progetto artistico, dovrebbe costituire una occasione per non dimenticare il problema dello sfruttamento intensivo delle Apuane, e la conseguente devastazione ambientale».

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