[02/11/2012] News

Abbattuto un altro biancone sullo Stretto di Messina. E' il quinto di quelli seguiti da Ornis italica

I bracconieri sullo Stretto di Messina hanno ucciso Pilare, un biancone (Circaetus gallicus), un raro rapace che si ciba di serpenti. A denunciare l'ennesimo atto criminale degli sparatutto contro la fauna protetta è Giacomo Dell'Omo, presidente Ornis italica, che ha spiegato all'Ansa che Pilar era l'ultimo di 5 bianconi «Seguiti tramite trasmettitore satellitare da un gruppo di ricercatori che ne stavano studiando le rotte migratorie». Ornis italica è una Ong che utilizza Gps per seguire gli spostamenti dell'avifauna e che si occupa anche di installazione di nidi artificiali per uccelli di medie e grandi dimensioni in condizioni naturali o artificiali e  di installazione e gestione di webcam per monitorare ed osservare la nidificazione degli uccelli. L'associazione si occupa da diversi anni anche dello studio del conflitto tra linee elettriche ed uccelli ed ha tra i suoi partner Terna ed Acea.

Secondo Dell'Omo, «Il 100% di mortalità giovanile del campione seguito dal gruppo è un dato molto preoccupante per la conservazione della specie. Gravissimi i danni all'ecosistema dovuti ai bracconieri». La strage di bianconi «E' solo l'ultima di una serie tragica che nel primo mese di apertura della stagione venatoria ha visto in azione numerosi bracconieri che hanno puntato le loro armi su specie protette: ibis eremita, fenicotteri, cigni e cicogne bianche e nere - dice Dell'Omo - 'L'anno prima, altri due pulcini equipaggiati con trasmettitori satellitari erano stati uccisi: uno in Africa con una freccia in un piccolo villaggio e anche l'altro nella sua prima migrazione»'.

Un disastro per Ornis italica  che vuole contribuire ad aumentare la conoscenza scientifica sull'ecologia comportamentale degli uccelli e di altri animali attraverso la pianificazione e lo svolgimento di studi sul campo ed in laboratorio, anche in collaborazione con istituti ed associazioni nazionali ed internazionali.

Ai bracconieri non sembra interessare affatto che le attività di Ornis italica  «Sono finalizzate alla salvaguardia della natura, alla protezione dell'ambiente, alla gestione ed all'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, ed alla riconciliazione dei conflitti tra uomini e fauna selvatica. Inoltre Ornis italica promuove la diffusione di informazione scientifica e si impegna nell'aumentare tra i cittadini la consapevolezza delle tematiche ambientali, come la perdita di ambienti naturali e di biodiversità e l'inquinamento».

Attualmente classificata come "sicuro" nell'Ue, ma con stato di conservazione meno favorevole a livello continentale, il biancone ha avuto un netto declino in buona parte dell'areale europeo tra il XIX e il XX secolo, soprattutto nell'Europa centrale. Negli ultimi 30-40 la popolazione europea sembra essersi stabilizzata su  5.400-7.500 coppie. Solo 350-400 coppie nidificano stabilmente in Italia, un numero consistente, che sfiora il 13%, considerando l'incidenza sul totale comunitario,

Il biancone è molto più grande della comune poiana, lungo circa 70 cm e largo, ad ali spiegate, circa 175, il biancone può volare per 100 km al giorno durante la migrazione e , come spiega la Lipu, «Si distingue per il piumaggio, nettamente distinto tra la parte inferiore, chiara, e l'area del capo e del petto, che presentano tonalità cromatiche dal bruno chiaro al marrone scuro. Amante dei climi temperati, e degli ambienti mediterranei ricoperti da arbusti e aree aperte, il Biancone è un uccello migratore che sverna in Africa, o India per le popolazioni asiatiche,  e torna sui cieli d'Europa con l'arrivo della primavera. Interessante descrivere il percorso compiuto da questo uccello: notevole è infatti il passaggio migratorio in Liguria, dato che il Biancone, per raggiungere l'Europa, sceglie la via dello Stretto di Gibilterra. Un vero e proprio "percorso a circuito" che coinvolge anche la popolazione nidificante nel centro e nel sud della Penisola, facendo dell'area genovese, località Arenzano, uno snodo cruciale per il viaggio di ritorno dai siti di svernamento».

I bracconieri attendono i Bianconi al ritorno, quando compiono un tragitto analogo in autunno poer il loro i ritorno in Africa: «Un percorso tortuoso - sottolinea la Lipu - probabilmente dovuto alla necessità di minimizzare il dispendio energetico e il rischio legato all'attraversamento di ampi tratti di mare aperto quale il canale di Sicilia». 

 

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