[31/10/2012] News

Bonifica del Sin di Brindisi, dopo Taranto è necessario aggiornare lo studio Sentieri

Lettera aperta al ministro della salute Balduzzi

Il gravissimo inquinamento del suolo e delle falde del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Brindisi è ormai certificato sin dal 2007 ma le attività di bonifica non sono mai state avviate e ciò continua ad esporre la nostra popolazione e i lavoratori a sostanze nocive con le immaginabili conseguenze. Dalle centrali a carbone le polveri continuano a disperdersi sulle campagne e sui centri abitati. Circa le emissioni va rilevato che, pur mancando controlli in continuo a bocca di camino e il monitoraggio globale previsto e finanziato nel 1998, sono note - perché dichiarate dalle stesse industrie - le quantità delle sostanze pericolose (come il benzene, il mercurio, gli IPA, l'arsenico ed altre) immesse in atmosfera dall'area industriale.

I dati presentati in questi giorni a Taranto dal Ministro della Salute Balduzzi descrivono un degrado della situazione sanitaria collettiva imputabile alle imponenti emissioni nocive delle realtà industriali insediate in quell'area. Si è trattato dell'aggiornamento al 2009  dei dati di mortalità finora disponibili fino al 2002 per tutti i S.I.N. ai fini delle bonifiche, tra cui Brindisi, Taranto e Manfredonia nell'ambito di un progetto di ricerca finalizzata e guidata dall'Istituto Superiore di Sanità e intitolato SENTIERI. A Taranto l'aggiornamento reso pubblico in questi giorni era già stato effettuato dallo stesso ente su richiesta della Magistratura nell'ambito del noto procedimento giudiziario che ha portato al sequestro dell'area a caldo dell'ILVA. Quanto accade sembra purtroppo confermare l'andazzo per il quale, se non agisce la Magistratura nell'esercizio dei poteri di sua competenza, la quantificazione dei danni alla salute della popolazione nei siti inquinati non viene mai portata alla luce.

Per Brindisi registriamo un ritardo di conoscenza di tali dati e ci auguriamo che ancora una volta essi non debbano emergere per interventi della Magistratura dovuti alle omissioni e inerzie di altri poteri. E' necessario perciò che lo studio SENTIERI sia aggiornato anche per Brindisi almeno fino al 2010. Sta di fatto che fino al 2002 risulta in eccesso la mortalità per tumori della pleura e per quella della laringe nelle donne nonché per le malformazioni neonatali. Ma bisogna precisare che i dati di SENTIERI riguardano  l'intera città, mentre l'indagine disposta dalla magistratura tarantina ed effettuata dai professori Forastiere e Biggeri analizza le cause di morte e le cause di ricovero nei singoli quartieri in base alla distanza dalle industrie. È allora chiaro che proprio una simile indagine andrebbe effettata anche sul territorio brindisino.

Per le malformazioni e per i ricoveri da inquinamento dell'aria abbiamo già due studi del CNR, fortemente suggestivi per una associazione tra l'evento sanitario e quello ambientale. Da studi dell'Istituto Superiore di Sanità (2004) e di ARPA e Università di Bari (2011) sappiamo che la mortalità (1994-96) e l'incidenza (1999-2001) di alcuni tumori aumentano con l'avvicinarsi della residenza di ammalati e deceduti all'area industriale.

Le Amministrazioni locali, la Regione Puglia, le forze politiche e i Parlamentari del territorio, oltre a chiedere l'aggiornamento dello studio SENTIERI, dovrebbero con la massima determinazione esigere che si faccia a Brindisi in sede amministrativa lo stesso studio effettuato a Taranto sul versante giudiziario. Una richiesta in linea con la petizione popolare che a Brindisi è stata sottoscritta da 10.000 cittadini e che è nelle mani dei rappresentanti istituzionali. Non va poi dimenticato che lo stesso studio SENTIERI suggerisce per Brindisi l'esecuzione di studi sub comunali e di studi delle coorti lavorative industriali nonché il biomonitoraggio nella popolazione, cioè la ricerca degli inquinanti industriali nell'organismo delle popolazioni esposte. Attività quest'ultima già condotta a Taranto sugli allevatori residenti nei pressi dell'ILVA.

Per parte nostra insisteremo nel chiedere i menzionati accertamenti nella fondata persuasione che la situazione non è dissimile rispetto a quella di Taranto e vigileremo perché le istanze in tal senso non restino ancora una volta senza risposta.

*Italia Nostra, Legambiente Brindisi, WWF Brindisi, Fondazione "Dott. Antonio Di Giulio", Fondazione "Prof. Franco Rubino", A.I.C.S., ARCI, ACLI Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino "Mo' Basta!", Comitato Brindisi Porta d'Oriente, PeaceLink

Torna all'archivio