[30/10/2012] News

Post Fukushima, l'ultimo studio rivela un ridottissimo impatto sull'Europa

Iodio 131 passato nel Vecchio Continente inferiore all'1% della quantità rilansciata

Secondo una stima approssimativa, lo Iodio 131 totale che è passato in Europa in seguito all'incidente di Fukushima è stato inferiore all'1% della quantità rilasciata dalla centrale stessa. E' quanto emerge dall'articolo "Tracking of Airborne Radionuclides from the Damaged Fukushima Dai-Ichi Nuclear Reactors by European Networks" pubblicato sulla rivista Environmental Science and Tecnology della American Chemical Society.

Il "pezzo" è firmato da esperti appartenenti a istituti ed agenzie di molti paesi europei e fra gli autori c'è anche il responsabile del settore Radioattività e amianto di Arpat Silvia Bucci.

Le emissioni radioattive in atmosfera dai reattori danneggiati della centrale nucleare di Fukushima in Giappone - spiega una nota dell'Arpat stessa - sono iniziate il 12 marzo 2011. Tra i vari radionuclidi rilasciati, iodio-131 (131I) e isotopi di cesio (137Cs e 134Cs), che hanno attraversato il Pacifico verso il Continente nordamericano e raggiunto anche l'Europa.

In Europa, i primi segnali di contaminazione sono stati rilevati 7 giorni più tardi. L'attività di campionamento svolta in più di 150 sedi in tutta Europa ha consentito di caratterizzare le masse d'aria contaminate.

 

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