[25/10/2012] News

Terremoti: rimangono imprevedibili, ma la ricerca italiana fa passi avanti

La discussione sulle previsioni dei terremoti è tornata drammaticamente di attualità in questi giorni per la condanna in primo grado della Commissione Grandi Rischi a causa delle dichiarazioni emerse nella riunione che aveva preceduto il sisma che ha devastato L'Aquila il 6 aprile 2009. Senza entrare nel merito di quella vicenda (di cui su greenreport abbiamo già parlato), di fatto allo stato attuale della ricerca gli eventi sismici rimangono imprevedibili ed è necessario continuare a studiare in modo approfondito i fenomeni per avere elementi di valutazione più "affinati".

Una conferma viene da uno studio dell'Istituto per l'energetica e le interfasi del Consiglio nazionale delle ricerche (Ieni-Cnr) di Milano, realizzato in collaborazione con l'Università di Yale e Cornell e con l'Afrl-Air Force Research Laboratory (Usa), in uscita su Nature dove, tra l'altro, ha guadagnato la copertina. Secondo i ricercatori gli eventi calamitosi (sismi, frane, valanghe) sebbene siano fenomeni non prevedibili potrebbero in alcuni casi rispettare un'agenda.

«Sappiamo che le catastrofi sono il risultato del lento accumularsi di una perturbazione esterna: la neve che si deposita sul pendio o il moto di una faglia - ha spiegato Stefano Zapperi (nella foto), ricercatore dello Ieni-Cnr a capo del progetto "Sizeffects", finanziato dall'European Reseach Council con lo scopo di capire come avviene la risposta meccanica dei materiali dalla scala atomica a quella macroscopica - In laboratorio i nostri collaboratori dell'Afrl hanno prodotto dei micro-terremoti di intensità variabile comprimendo colonnine di nichel di dimensioni micrometriche e, come in altri esperimenti di questo tipo, abbiamo osservato che avvenivano in maniera del tutto casuale.

Variando la velocità di compressione delle colonnine, abbiamo constatato che esiste un regime in cui i micro-terremoti avvengono in maniera quasi periodica, come se seguissero un calendario. Abbiamo inoltre dimostrato teoricamente - ha continuato Zapperi - che tale periodicità è dovuta alla competizione tra due effetti: la risposta "catastrofica" dei micro-terremoti e una risposta lenta di sottofondo, che nella maggior parte dei casi rimane inosservata. Quando la risposta di sottofondo avviene alla stessa velocità della sollecitazione esterna, l'evento catastrofico si verifica in modo quasi periodico».

Secondo la teoria, che appunto essendo tale deve essere ancora confermata, questo meccanismo è generale e dovrebbe valere anche per sistemi di dimensioni molto più grandi. «Lungo una faglia, ad esempio, tra un terremoto e un altro, l'energia viene spesso rilasciata anche tramite il lento fluire di acqua. La teoria suggerisce che se la velocità del flusso fosse simile a quella della faglia i terremoti potrebbero avvenire in modo quasi-periodico», ha precisato Zapperi. Secondo i ricercatori la teoria potrebbe spiegare alcune passate osservazioni di terremoti periodici ma come precisa l'esperto del Cnr c'è necessità di sviluppare ancora la ricerca «Per questo sarà necessario rianalizzare e reinterpretare una vasta mole di dati sperimentali», ha concluso Zapperi.

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