[25/10/2012] News

Come le Big Oil investono per sconfiggere Obama e l'energia pulita

“Big Polluters, Bad Politics”: 105 milioni di dollari per far vincere Romney

Da oggi le 5  più grandi società petrolifere del mondo (ExxonMobil, Shell, Chevron, Bp e ConocoPhillips) inizieranno  ad annunciare i loro profitti nel terzo trimestre per il 2012. Queste gigantesche multinazionali, tutte nella top 10 di Fortune 500 Global, nella prima metà del 2012 hanno guadagnato oltre 60 miliardi di dollari.

Mentre contano gli incassi le Big Oil e tutta l'industria petrolifera reinvestono decine di milioni di dollari per scopi politici, soprattutto in contributi alla campagna elettorale dei  repubblicani, operazioni di lobbying e annunci elettorali. Le cinque Big Oil stanno cercando di far perdere Barack Obama per non perdere 4 miliardi di dollari di sovvenzioni annuali e per evitare che altri incentivi vadano agli investimenti per le energie rinnovabili.  

Secondo Climate Progress si tratta di 105 milioni di dollari investiti in lobbying al Congresso dal 2011, il 90% dei contributi sono andati al Partito repubblicano. A spendere di più è stata la  Shell (25,7 milioni di dollarei), segita dalla Exxon (25,4 milioni di dollari) e dalla ConocoPhillips (22,9 milioni). Durante questa campagna elettorale le 5 Big Oil hanno donato più di  2,16 milioni di dollari ai candidati, quasi tutti repubblicani. 

La Koch Industries dei famigerati fratelli Koch, campioni e finanziatori della destra ipercapitalista e degli ecoscettici, hanno speso un sacco di soldi per far pressione sul Congresso: 16,2 milioni dollari in attività di lobbying e più di 1,3 milioni di dollari in finanziamenti alla campagna elettorale repubblicana, diventando così il maggior finanziatore del settore gasiero-petrolifero, che in totale dona il 90% dei suoi 50 milioni di contributi elettorali ai repubblicani ed a Mitt Romney, facendo impallidire la spesa record nel 2008.

Inoltre, ben 150 milioni di dollari sono stati spesi in campagne di disinformazione e pubblicità televisive che promuovono gli interessi dei combustibili fossili, in particolare del petrolio e del carbone, spot che, anche se non direttamente elettorali, sostengono le tesi di Romney, che poi sono quelle delle Big Oil.

Oltre alle tradizionali donazioni per la campagna elettorale questa volta l'industria petrolifera ha fortemente finanziato gruppi esterni che attaccano Barack Obama. Americans For Prosperity, fondata e finanziata dai fratelli Koch, ha diffuso uno spot ingannevole nel quale si dice che gli incentivi per l'energia pulita di Obama finiscono all'estero, mentre la potente lobby neoconservatrice dell'American Petroleum Institute (Api) ha messo in piedi una campagna basata sul mito del petrolio e del gas puliti. 

Il capo dell'Api, Jack Gerard, che entrerà probabilmente nello staff di Romney in caso di vittoria, ha detto che la produzione di petrolio nelle federal land è in calo, cosa clamorosamente smentita da Obama nel secondo dibattito televisivo con Romney, visto che (purtroppo) la produzione petrolifera sotto la presidenza Obama è salita fino a 240 milioni di barili nelle federal land e nelle acque statunitensi. Le compagnie petrolifere hanno in concessione per 20 milioni di acri nelle federal land e contratti per l'estrazione di gas nel Golfo del Messico, che rimangono inesplorati o non sfruttati. Eppure Americans For Prosperity continua a sostenere il contrario.

In realtà nel mirino delle Koch Industries e delle Big Oil ci sono gli incentivi a quello che ritengono il loro concorrente più pericoloso: l'energia eolica.  L' American Energy Alliance, che ha forti legami con i Koch, punta a rendere i finanziamenti così "tossici" che per i repubblicani sarebbe impossibile sostenerli. L'Americans For Prosperity, finanziata ai Koch, ha avviato una grande campagna contro l'energia eolica. Intanto i petrolieri sostengono che le agevolazioni fiscali per e energie fossili sono necessarie,  nonostante anni di profitti record. Questi sforzi per mantenere le loro agevolazioni fiscali passano per l'indebolimento della tutela della salute pubblica dall'inquinamento  che i repubblicani stanno entrando di far passare al Congresso. 

La Camera dei rappresentanti è la più anti-ambientalista della storia, con una media di almeno un voto contro l'ambiente al giorno per eliminare o indebolire le protezioni anti-inquinamento, molti dei quali a beneficio delle Big Oil beneficio. Il Piano elettorale di Rommney/Ryan darebbe alle 5 Big Oil 2,3 miliardi di dollari di ulteriori tagli fiscali all'anno.

Di fronte a questa imponente offensiva politica, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, Sierra Club ha lanciato la campagna  interattiva "Big Polluters, Bad Politics", «una piattaforma interattiva online che dà agli americani la possibilità di combattere contro l'influenza corrosiva del settore energia sporca in questa campagna  elettorale». Gli ambientalisti hanno scelto di rispondere alla montagna di dollari delle Big Oil con un sito web che consente agli elettori di creare facilmente annunci umoristici condividerli con i propri amici e nei social network. Una campagna artigianale/virale autoprodotta di caustiche vignette contro  il diluvio degli spot a pagamento delle Big Oil e dei King Coal società. 

Cathy Duvall, direttrice Public advocacy and partnerships di Sierra Club spiega che «spendendo centinaia di milioni di dollari, le grandi compagnie petrolifere, del gas e del carbone stanno cercando di soffocare le voci dei milioni di americani che sostengono l'innovazione dell'energia pulita. Questo progetto darà americani la possibilità di tagliare le onde radio inquinati e mettere a nudo i grandi inquinatori e la loro sporca politica».

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