[25/10/2012] News toscana

Legambiente alla Regione Toscana: «No all'estrazione mineraria a Manciano»

Gentili: «5-8 anni per la fase di verifica, con un consumo di quasi 30.000 m3 d'acqua»

Legambiente Toscana ha espresso la sua forte contrarietà «alle attività di ricerca, e alla futura attività estrattiva, di antimonio, oro, argento e altri materiali nel Comune di Manciano, avanzata dalla società Adroit, che porterebbe a 388 trivellazioni e, in caso di esito positivo, alla creazione di una vera e propria miniera a cielo aperto». Il progetto presentato a Manciano il 4 settembre, riguarda la zona di Petriccio e Faggio scritto e interessa in totale un'area di circa 900 ettari dove la ditta canadese Adroit intende realizzare 388 perforazioni a profondità tra i 70 ed i 120 metri, per 31 Km di scavi complessivi.

I comitati locali dell'Amiata denunciarono che «i tecnici incaricati di illustrare il progetto hanno subito chiarito che in verità l'unico minerale che si vorrebbe estrarre (e di cui è stata già accertata una presenza significativa) è l'antimonio, un semimetallo tossico all'inalazione, con effetti cancerogeni sull'organismo paragonabili a quelli dell'arsenico».

Il Cigno Verde toscano ha consegnato oggi alla Regione le sue osservazioni che evidenziano «le gravi conseguenze che possono derivare dall'attività estrattiva. Sia gli aspetti legati alla tempistica, che le sostanziali differenze tra quanto indicato nel progetto e le nostre valutazioni inerenti l'acqua di perforazione e le piste di cantiere ci sembrano non trascurabili».

Prima ancora di prendere in considerazione la ricerca, gli ambientalisti premettono di essere contrari ad un futuro sviluppo di attività estrattiva: «Innanzitutto per l'inquinamento dell'aria, del terreno e delle coltivazioni limitrofe soprattutto per l'estrazione di antimonio, materiale altamente tossico. In secondo luogo per l'enorme impatto paesaggistico che avrebbero le attività di estrazione a cielo aperto del materiale e poi per il probabile inquinamento della falda acquifera e un peggioramento dello stato dei corpi idrici connessi. La falda, infatti, al contrario di quanto detto dalle relazioni fornite dalla ditta Adroit, sarebbe intercettata e oltrepassata da tutti i 388 carotaggi e, in molti casi, sin dai primi metri di perforazione».

Secondo  Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, e Fausto Ferruzza, presidente regionale di Legambiente, «è assurdo ipotecare i prossimi 20-30 anni per estrazioni che comporterebbero gravi rischi sia per l'ambiente sia per la falda acquifera presente nel territorio. Per la ricerca e le perforazioni si stima l'utilizzo di 30 mila metri cubi d'acqua: una quantità enorme che potrebbe essere utilizzata in un giorno da 120.000 persone. Per non parlare poi del disboscamento e dell'inquinamento ambientale che la possibile realizzazione della cava comporterebbe. Ribadiamo con forza il nostro no alla richiesta di trivellazioni e chiediamo alla Regione Toscana di non procedere con l'autorizzazione, che sarebbe fortemente invasiva e creerebbe guasti seri al territorio maremmano interessato».

Gentili e Ferruzza però analizzano anche il progetto di ricerca presentato dalla Adroit e le loro perplessità riguardano più punti: «In primis l'enorme consumo d'acqua che richiederanno le perforazioni: saranno consumati tra i 20.000 e i 30.000 metri cubi di acqua. Infatti la possibilità di recuperarla, come invece viene riportato nella documentazione presentata della società canadese, e riutilizzarla per il proseguimento del sondaggio, non sembra possibile, vista l'elevata permeabilità della roccia interessata. Per creare le piste di cantiere si stima che verranno interessati 30.000 metri quadrati, di cui 6.200 disboscando completamente la vegetazione. Anche la presenza per diversi anni di un cantiere aperto è sicuramente incompatibile con gli obiettivi di riqualificazione delle macchie degradate, salvaguardare gli aspetti paesaggistici e sviluppare e incentivare gli insediamenti rurali anche con finalità turistiche prefissate nel Piano strutturale del Comune di Manciano. Infine i tempi di realizzazione: per fare un singolo foro serve circa una settimana, il che significa che per realizzare le 388 perforazioni, imprevisti esclusi, ci vorrebbero dai 5 agli 8 anni di lavoro. Decisamente troppi».

Quello che non si capisce in iniziative e richieste di concessioni come queste, che andrebbero chiaramente a compromettere un ambiente delicato e risorse preziosissime, è perché invece di continuare a trivellare centinaia di pozzi alla ricerca di materie prime (la cui presenza non sembra nemmeno così certa ed abbondante) non si "scavano" queste risorse nelle miniere urbane, in  questo caso esplicitamente dai Raee.

Perché si continua in un Paese povero di risorse come il nostro a cercare di sfruttare lo sfruttabile, provocando disastri ambientali e depauperando le risorse del territorio, invece di cogliere le possibilità richiamate anche dalla strategia della Commissione Europea di cercare queste risorse dove vengono sprecate da un consumismo cieco e da un'industria incapace di innovare la sua stessa base, quella dell'uso e del riutilizzo delle risorse. 

 

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