[19/10/2012] News toscana

Terra Santa: la ricerca toscana coinvolta in un progetto di tutela degli ulivi del Giardino dei Getsemani

Il mondo della ricerca toscano, del Consiglio nazionale delle ricerche e delle università, coinvolto in un progetto di tutela degli ulivi presenti nel Giardino dei Getsemani a Gerusalemme. Si tratta di una ricerca triennale promossa dalla Custodia di Terra Santa e coordinata dall'Istituto per la Valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr  del Polo scientifico di Sesto fiorentino (FI) su richiesta dell'Associazione culturale "Coltiviamo la Pace" di Firenze. Scopo del progetto la definizione dello stato di salute, dell'origine e dell'età delle otto piante di ulivo riunite nel Giardino del Getsemani e la formulazione di proposte tecniche in grado di tutelare e assicurare la conservazione nel tempo delle piante che hanno anche un grande significato, culturale e religioso.

«Uno dei risultati più singolari - ha informato Antonio Cimato, coordinatore del team di ricerca del Cnr - è emerso quando i ricercatori hanno realizzato il profilo genetico o l'impronta genetica (fingerprinting) delle otto piante. Le analisi di alcune regioni del Dna hanno descritto profili genetici simili tra gli individui e non sono state evidenziate differenze nei profili allelici, nemmeno tra campioni di foglie prelevate dalle diverse parti della chioma. Questo significa che le otto piante sono state propagate dallo stesso genotipo e sono quindi tra loro fratelli. In altre parole, gli otto ulivi del Getsemani sono il risultato di un intervento dell'uomo e non sono affatto cresciuti in modo spontaneo sul posto, come invece si è sempre creduto».

Ovviamente la ricerca ha affrontato anche il tema della datazione con alcuni risultati sorprendenti. «Degli otto ulivi solo tre piante presentavano condizioni essenziali per la stima dell'età- ha continuato Cimato- La datazione è stata realizzata integrando la tecnica della dendrocronologia con la tecnica radiometrica (datazione al C14 radiocarbonio). Ebbene, la ricerca ha indicato che la datazione della parte epigea è riferibile a uno stesso periodo: il dodicesimo secolo dopo Cristo. Ciò significa che le piante ora presenti nel Giardino non sono le stesse che secondo la tradizione furono testimoni dell'agonia del Cristo, ma risalgono esattamente al periodo della conquista di Gerusalemme da parte di Saladino. Non è stato possibile -  ha aggiunto Cimato - compiere analisi sulle radici, certamente più antiche delle chiome datate ma non sappiamo di quanto, e dunque i nostri dati scientifici si fermano al 1100 dopo Cristo. Si tratta comunque di piante antichissime, probabilmente tra le più antiche al mondo». L'equipe dotata di competenze interdisciplinari formata da ricercatori provenienti da tre Istituti del Cnr del Polo scientifico di Sesto Fiorentino (Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle specie arboree, Istituto di Fisica applicata 'Nello Carrara', Istituto di Chimica dei composti organometallici-Centro di microscopie elettroniche), e da cinque Dipartimenti universitari (Scienze agrarie ed ambientali di Udine, Biologia evoluzionistica "Leo Pardi" e Biotecnologie agrarie di Firenze, Scienze Agrarie, alimentari e Agro-ambientali di Pisa, Laboratorio di Ecologia e Fisiologia vegetale - Dip. Biologia evoluzionistica di Firenze, Laboratorio di Merceologia, Università Chieti-Pescara), ha inoltre riconosciuto un discreto stato nutrizionale degli otto ulivi e la non presenza di sintomi di inquinamento ambientale che potrebbero pregiudicare nel tempo la loro longevità. Test distinti hanno infine evidenziato che nessuna delle otto piante è infetta da virus o da alterazioni patologiche.

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