[17/10/2012] News

L'oceano visto da Hyderabad

Il mio primo giorno qui a Hyderabad, in India, mi sono avventurata a visitare il forte di Golkonda, vecchio  500 anni. Questa enorme fortezza in cima alla collina ha una caratteristica meravigliosa: un applauso ai piedi del forte è udibile ad una altezza di 61 metri e in profondità all'interno della cittadella. Questa meraviglia acustica ha permesso alle guardie di comunicare istantaneamente l'arrivo di amici e nemici al re, nelle sue stanze in alto. 

Internet ha ora permesso di comunicare le notizie ed una simile rapida velocità. Così ho colto al volo l'occasione di scrivere questo (il mio primo) blog per parlare dell'importanza delle zone marine protette (Amp) sulla base di una sessione speciale qui all'11esima Conferenza delle parti della Convention on biological diversity (Cbd Cop11) durante il  Protected areas day al Padiglione Convenzioni di Rio. 

I vantaggi di un oceano sano e il contributo delle aree marine protette ben progettate e gestite sono chiari. Questi includono ripristino  e la ricostituzione delle risorse vitali di molte comunità locali, nonché la salvaguardia della biodiversità e il mantenimento dei servizi ecosistemici a beneficio di tutti noi. L'oceano aperto, per esempio, fornisce il 50% del nostro ossigeno, assorbe il 30% delle emissioni di CO2, e sostiene i tonni, i calamari, le tartarughe marine, gli squali e molte altre specie con un ampio areale (presentazione di Carel Drijver).

La notizia interessante è che stanno nascendo nuove iniziative per ampliare e approfondire la copertura e l'efficacia delle Amp sia a livello locale che su grande scala.

Un Network of Locally Managed Marine Areas è ora attivo in sette paesi in tutto l'Indo-Pacifico (Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Pohnpei, Palau, Isole Salomone e Fiji) http://www.lmmanetwork.org . Il network Lmma sta lavorando con le comunità locali per stabilire nuovi modelli partecipativi per la salvaguardia marina e per  condividere le lezioni di là dei confini nazionali. Per esempio, nell'Indonesia orientale, proteggendo una barriera corallina, appena fuori da  una zona marina gestito localmente nell'Indonesia orientale le catture sono aumentate fortemente in un solo anno (presentazione di Cliff Marlessy).

All'altra estremità della scala, il "Big Ocean" network di gestori di Amp di grandi dimensioni a livello mondiale rappresenta uno scambio simile degli insegnamenti tratti e dei benefici ottenuti (http://www.bigoceanmanagers.org). La Phoenix Islands Protected Area (Pipa) nella Repubblica di Kiribati protegge una vasta area di reef poco profondi, coralli, lagune, habitat oceanici profondi e montagne sottomarine, che permette di proteggere l'intero ciclo della vita di alcune specie marine ed i processi loro associati (presentazione di Nenenteiti Teariki-Ruatu).

Stanno anche emergendo iniziative che trascendono i confini politici ad includono l'alto mare. Ad esempio, la Central American Dome, nel Pacifico tropicale orientale, è a cavallo tra le Zone economiche esclusive di cinque nazioni, ma si trova per lo più (70%) in alto mare. MarViva e altre organizzazioni stanno sottolineando la necessità di una cooperazione regionale per gestire questo habitat altamente produttivo per le balene azzurre e le tartarughe marine liuto in via di estinzione così come per delfini, tonni e calamari (presentazione) di Jorge Jimenez. 

Grazie ad uno sforzo scientifico avviato alla Cop10 a Nagoya impariamo a conoscere importanti habitat in mare aperto, oltre  la superficie delle piattaforme continentali degli Stati costieri, in particolare quelli situati in alto mare, fuori della giurisdizione nazionale, e dei fondali marini internazionali. Quattro Cbd-facilitated workshops si sono già i svolti  nel Pacifico occidentale meridionale, nei i Caraibi e Mid Atlantic, nell'Oceano Indiano meridionale e nel Pacifico orientale tropicale e temperato. I risultati delle prime due di questi workshop sono stati esaminati dall'organismo scientifico della Cbd e sono ora all'attenzione di questa Cop Cbd. Il Segretariato Cbd ha un vigoroso programma per la copertura delle restanti regioni oceaniche entro il 2014 (presentazione di Pat Halpin). 

Purtroppo, proprio mentre stiamo cominciando a capire i numerosi vantaggi della salute degli oceani e delle coste, diventa sempre più chiara la necessità di un'azione urgente per arginarne il degrado ulteriore. Scopriamo che gli ecosistemi di mangrovie sono incredibili stoccaggi di anidride carbonica. La loro distruzione rilascia grandi quantità di biossido di carbonio. Stime recenti rivelano che la quantità delle emissioni globali di anidride carbonica da distruzione delle mangrovie è  circa il 10% delle attuali stime delle emissioni prodotte dalla deforestazione tropicale, pur coprendo solo lo 0,7% della superficie. Sono già andati perduti il 35% degli habitat di mangrovie (presentazione di Olivier Hasinger).

Dal  2010, quando la Cbd Cop10 ha chiesto la conservazione efficace di almeno il 10% del mare, la copertura delle Amp è aumentata rapidamente. Secondo alcune stime, le Amp coprono più del 2,3%, un'estensione dei  8.300.000 km2. Nelle zone poco profonde sulla piattaforma continentale (meno di 200 metri di profondità), questa cifra potrebbe raggiungere il 7,9%. Molte nazioni hanno infatti già superato l'obiettivo del 10% nelle loro acque nazionali. Tuttavia, come ha sottolineato un nostro gruppo in un recente articolo su Parks Magazine (Hastings et al. Safeguarding the Blue Planet: Sex Strategies for Accelerating Ocean Protection), dobbiamo aumentare notevolmente il livello dei nostri sforzi, sia vicino alla costa, nonché nel  64% del mare oltre i confini nazionali. 

Però, a causa di complessità di  natura giuridica, per l'alto mare e dei fondali marini internazionali sono state attuate poche Amp o altre misure di conservazione. Tuttavia, la pesca eccessiva, l'inquinamento, i cambiamenti climatici e l'acidificazione degli oceani cominciano a farsi sentire. E lo sfruttamento minerario dei fondali marini potrebbe essere all'orizzonte.

Così sono qui alla  Cop11 della Cbd a sollecitare i governi a trasmettere i risultati dei Cbd-facilitated workshops alle Nazioni Unite ed agli organismi internazionali che possono regolamentare le attività nocive nelle aree marine oltre i confini nazionali. Come il battito delle mani a Golkonda, questa decisione della Cbd può inviare un segnale forte alla comunità internazionale sulla necessità urgente di un'azione comune per salvaguardare la salute dell'oceano globale comune. Ora abbiamo le informazioni necessarie per agire. Non possiamo permetterci di aspettare.

*Iucn Senior High Seas Advisor, Global Marine and Polar Programme

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