[16/10/2012] News

Nuove sanzioni Ue contro il nucleare iraniano. Anche ministri e ministeri nella “lista nera”

Eutelsat oscura radio e tv iraniane. Irib: «E’ un altro atto della già iniziata guerra contro l'Iran»

L'Unione europea ha inserito il ministro dell'energia dell'Iran, Majid Namjoo, nella "lista nera" delle persone alle quali verranno congelati i beni e vietato di entrare nei confini dell'Ue. In una nota la Commissione europea spiega che «Il ministro è integrato nella lista perché è membro del Consiglio supremo della sicurezza nazionale, che elabora la politica   nucleare dell'Iran».

L'Ue ha aggiunto alla lista nera degli iraniani anche altre 34 amministrazioni e società, tra le quali i ministeri dell'energia e del petrolio, la National iraniano il company (Nioc) e la Bank of Industry and Mine e nuove filiali di banche già sanzionate in precedenza.

Inoltre l'Ue ha vietato ogni transazione tra le banche europee e quelle iraniane, con eccezioni per questioni umanitarie o per l'acquisto di prodotti alimentari ed attrezzature mediche.

Il nuovo pacchetto di sanzioni si aggiunge a quelle già entrate in vigore a luglio per l'embargo petrolifero contro l'Iran, decretato nella speranza che Teheran fosse costretta così a rinunciare al suo programma nucleare, ma la repubblica islamica ha subito risposto con  Ramin Mehmanparast, portavoce del ministero degli esteri, che oggi parlando ai giornalisti ha detto che «le sanzioni unilaterali contro Iran, decise dall'Occidente con il protesto di fermare il programma nucleare iraniano sono illegali, irragionevoli e disumane. Il nucleare è solo una scusa, le sanzioni puntano l'indipendenza dell'Iran. Una volta risolta la questione nucleare, gli occidentali troveranno un altro pretesto per attaccare la Repubblica islamica».

Ma il portavoce della diplomazia iraniana ha aggiunto: «A nostro avviso, è un errore che allontana dai risultati voluti. La parte iraniana consiglia ai Paesi europei di rimpiazzare la politica di pressioni su Teheran con delle scelte più logiche ed in grado di aiutare le parti a ritornare al tavolo dei negoziati».

Intanto l'ufficio pubbliche relazioni dell'Islamic Republic of Iran Broadcasting (Irib), la radiotelevisione  ufficiale internazionale iraniana che trasmette anche in italiano, ha definito «Immorale e non professionale l'iniziativa di Eutelsat di bannare sulla piattaforma Hotbird la diffusione dei canali in lingue straniere realizzati dall'Iran. L'azione di Eutelsat, nonostante l'esistenza di un contratto con l'Irib, è priva di giustificazioni se non quella di voler mettere a tacere l'informazione indipendente realizzata dalle redazioni giornalistiche iraniane».

Il 15 ottobre Eutelsat,  a quanto dicono gli iraniani «Su pressione delle lobby sioniste-americane francesi e per richiesta del Consiglio Superiore Audiovisivo della Francia (Csa)», ha deciso di impedire la trasmissione a diverse  reti iraniane:  Al-Alam, Press TV, Sahar 1 e 2, Jam-e-Jam 1 e 2 la catena dei canali sul Corano e non sarà più possibile ascoltare via satellite neppure i programmi radiofonici di Radio Italia Irib che oggi scrive sul suo sito internet: «Sopprimere la voce dell'Iran nel mondo dell'informazione e dei media, spiegano gli esperti,  è un altro atto della già iniziata guerra contro l'Iran».

Irib utilizza a sorpresa un canale molto caro all'opposizione iraniana ed alle rivoluzioni arabe, Facebook, per lanciare una petizione «Per salvare i suoi canali di informazione in tutta l'Europa dopo che l'operatore satellitare europeo, Eutelsat  S.A ha deciso di fermare la trasmissione di diversi canali satellitari iraniani su ordine della Commissione europea. La mossa, in quanto una palese violazione della libertà  di parola, mira a mettere a tacere le news iraniane, colpevoli perché sfidano il dominio dell'Occidente sulle informazioni per trasmettere la voce dei popoli oppressi a tutto il mondo. Radio Italia Irib, una delle vittime di questa censura, invita i suoi sostenitori a firmare la petizione per proteggere la libertà di espressione in Europa».  Siamo al mondo alla rovescia e la così la potentissima batteria di colossi televisivi occidentali sembra aver  paura della propaganda islamica di un Paese che non ha certo la sua forza di fuoco mediatica, rischiando di far passare il regime teocratico iraniano per una vittima della censura del pensiero unico globale.

 

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