[12/10/2012] News

La Russia blocca lo smantellamento delle sue armi nucleari e chimiche?

La nuova guerra fredda Usa-Russia mette a rischio anche "Megatons to Megawatts"

Il 10 ottobre il ministero egli Esteri russo ha annunciato che non intende rinnovare l'accordo con gli Usa sul programma Cooperative threat reduction (Ctr), meglio conosciuto come "Nunn-Lugar", per lo smantellamento delle armi nucleari e chimiche di epoca sovietica, che scade la prossima primavera, a meno che allo stesso programma non vengano apportati che ritengono necessarie.

Il "Nunn-Lugar" che prende il suo nome dai due senatori statunitensi Richard Lugar (repubblicano) e Sam Nunn (democratico) che hanno redatto la legge che lo istituisce, è stato avviato nel 1991 e, a suon di miliardi di dollari di finanziamenti Usa,  ha aiutato la Russia, l'Ucraina, il Kazakistan e la Bielorussia a disattivare oltre 7.600 testate nucleari e ad eliminare enormi stock enormi di missili nucleari e armi chimiche obsoleti ed a smantellare e bonificare siti che ospitavano armi non convenzionali.

L'accordo Usa-Russia ha fornito anche la tecnologia ed i sistemi di sicurezza per i siti di stoccaggio delle armi ed ha contribuito a pagare per lo smantellamento dei vecchi sommergibili nucleari sovietici che i russi semplicemente smaltivano affondandoli nei loro mari artici. Il tutto sarebbe costato gli americani circa 500 milioni di dollari all'anno, in cambio ottenevano l'uranio delle testate nucleari da destinare alle loro centrali nucleari. Va anche detto che il "Nunn-Lugar" ha svolto un ruolo importante nell'impedire che, nel caos seguito al crollo dell'Unione Sovietica, le armi di distruzione di massa cadessero nelle mani sbagliate.

A rivelare l'intenzione del Cremlino di abbandonare l'accordo è stato per primo Kommersant, subito seguito  da altri media russi, che ha scritto che ora Mosca avrebbe i soldi per prendersi cura in proprio della radioattiva e velenosa eredità della guerra fredda ma che la volta è avvenuta soprattutto perché il Cremlino teme che il programma bilaterale dia agli Stati Uniti troppo accesso e informazioni sulle tecnologie militari ed i siti delle armi russi. La domanda che si fanno in molti è se Mosca voglia affossare definitivamente l'accordo o adattarlo chiedendo ancora di più. Dopo le rivelazioni di Kommersant, con un comunicato ufficiale il ministero degli Esteri russo ha detto che, senza una profonda revisione, non avrebbe accettato l'offerta Usa di estendere il programma oltre il 2013 e  il viceministro egli esteri Sergei Ryabkov ha ribadito: «I nostri partner americani sanno che la loro proposta non corrisponde alle nostre idee su  quali siano la forma e le basi di cui abbiamo bisogno per sviluppare ulteriormente la cooperazione. Per questo, abbiamo bisogno, in particolare, di un quadro legale diverso e più moderno» e poi ha aggiunto in una dichiarazione all'agenzia stampa Interfax: «La parte americana sa che non vogliamo una nuova estensione. Questa non è una novità». Ma i russi non dicono quali siano queste modifiche necessarie.

Il New York Times ha ricordato che il presidente russo Vladimir Putin «Pur manifestando la volontà di cooperare sulle questioni della non proliferazione, ha detto che la priorità più urgente è  quella di affrontare l'opposizione della Russia al fatto che gli Usa prevedono un sistema di difesa missilistico basato in Europa». Su questo Obama sembra non voler fare concessioni alla Russia e il candidato repubblicano Mitt Romney crede che in Russia ci sia ancora il socialismo reale da tener a bada con le armi nucleari e lo scudo stellare anti-missile di Ronald Reagan. Insomma, è la nuova guerra fredda a smantellare davvero il "Nunn-Lugar" che segnò la sconfitta della Russia nella vecchia guerra fredda e nella corsa al terrore della deterrenza atomica.

Kenneth Luongo, presidente di Partnership for global security, uno dei più autorevoli think tank Usa che si occupano di proliferazione nucleare, ha detto a Bellona News: «A mio parere, la fine del programma sarebbe un grave errore per entrambe le parti e per la comunità globale. In questo momento c'è poco che lega insieme gli Usa e la Russia e la cooperazione reciproca per garantire che le armi di distruzione di massa siano protette e non vulnerabili al furto o alla proliferazione è uno dei più forti legami comuni tra i due Paesi. E' chiaro che la Russia vuole emendamenti all'accordo Ctr invece di estenderlo nella sua forma attuale. Ma la questione è: cosa vogliono modificare e il loro  "emendamento" è un eufemismo per una lenta asfissia?».  

Gli americani pensano che possa trattarsi di uno dei soliti bluff russi per alzare il prezzo e gli esperti di proliferazione nucleare fanno notare che i negoziati per l'estensione della  Nunn-Lugar non sono mai stati  facili e che anche nel 2006 i colloqui per il rinnovo del programma fino al 2013 sono stati particolarmente ostici. Secondo Luongo «Se il ministero degli esteri non vuole schiacciare del tutto Il Nunn-Lugar, un punto critico che la Russia potrebbe avere per l'attuale "Nunn-Lugar umbrella agreement" potrebbe essere la clausola che rende la Russia responsabile di tutti gli incidenti che si verificano nei progetti finanziati dal  Nunn-Lugar, anche se il personale russo non ne è direttamente responsabile». Una disposizione contenuta nell'accordo ombrello firmato da Putin che aveva ingoiato molto a malincuore questa pillola amara.

Affrontare le questioni della responsabilità potrebbe essere abbastanza semplice, ma il vero scoglio da superare sembra ora  la gestione del Ctr da parte del Dipartimento della difesa Usa e il fatto che tutti i fondi spesi dalla Russia son oggetto di ispezione. Luongo spiega: «Questo è un problema molto più difficile da risolvere in quanto l'origine di tale obbligo è all'interno del regolamento del Dipartimento della difesa e dovrebbe essere modificato o reinterpretato«. Un altro problema «Potrebbe essere che la Russia vuole riscuotere tasse d'importazione per le merci previste dal Ctr., ma questo sarebbe destinato ad un fallimento politico negli Usa». Luongo non si fida molto dei russi: «E' davvero perché vogliono che le nuove disposizioni dell'accordo riflettano l'"uguaglianza" ed il "rispetto reciproco" che i funzionari russi dicono di essere alla ricerca di un accordo emendato?», si chiede senza crederci troppo.

Il ministero degli esteri russo ha respinto sdegnato le illazioni che la conclusione o la modifica radicale del programma Nunn Lugar siano legate all'espulsione dalla Russia dell'US Agency for international development (Usaid), una decisione voluta da Putin per indebolire e far scomparire decine di Ong russe che sono diventate improvvisamente "agenti stranieri" perché ricevevano finanziamenti da Usaid o da altre organizzazioni estere o internazionali. Ma Luongo non ci crede: «Certo, sembra che ci sia una specie di trend per la chiusura dei programmi con i partner stranieri. Un altro esempio di questa tendenza la fine imminente del programma Megatons to Megawatts  nel 2014». Si tratta di un accordo firmato nel 1994 (strettamente legato al Ctr) che ha permesso agli Usa di acquistare uranio militare russo altamente arricchito che viene riciclato per alimentare i reattori delle centrali nucleari statunitensi. Quando il programma terminerà la Russia potrà vendere l'Uranio negli Stati Uniti sull'open market e ci potrebbero essere molto meno di trasparenza sulle riserve russe  di uranio altamente arricchito.

Putin e la sua oligarchia energetico-nucleare hanno sollevato un polverone nel quale si riesce a vedere distintamente solo una cosa: il destino del programma Nunn-Lugar in Russia non è più nelle mani degli Usa e ora sono i russi a dettare condizioni ed emendamenti. Ma Luongo avverte: «Il problema va ben oltre la gioia fugace che alcuni funzionari russi possono avere negli occhi nell'attaccare gli Stati Uniti e per segnare l'indipendenza del Paese. La debacle arriva proprio in un momento in cui dovrebbero essere dati segnali per promuovere una maggiore interazione e trasparenza nello sforzo globale per prevenire il terrorismo nucleare. Quindi, se l'accordo sarà annullato, verrà inviato uno dei peggiori segnali possibili alla comunità internazionale circa l'importanza della cooperazione per mettere insicurezza le armi nucleari e le altre armi di distruzione di massa. La scelta spetta ai russi, ma le implicazioni di tale scelta sono globali».  

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