[10/10/2012] News

"Libertà dei semi", un'emergenza globale: Vandana Shiva presenta il rapporto di Navdanya

Tutelare i semi la cui diversità è oggi messa in serio pericolo dall'azione delle multinazionali e da leggi e trattati internazionali che consentono di brevettare ciò che è naturale e biologico. Questo è l'obiettivo dell'associazione Navdanya International  (la nuova associazione senza fini di lucro costituita a Firenze) e del suo presidente Vandana Shiva che ieri ha presentato a Roma il rapporto "La libertà dei semi".

Scritto attraverso un processo partecipativo di una rete composta da comunità e organizzazioni di tutto il mondo, il rapporto fa il punto sull'erosione della diversità dei semi, sulla loro sovranità e indica la strada per la loro salvaguardia. «Ogni seme è l'incarnazione dei millenni di evoluzione della natura e dei secoli di riproduzione da parte degli agricoltori. E' l'espressione pura dell'intelligenza della terra e dell'intelligenza delle comunità agricole», ha dichiarato Shiva.

Il rapporto esce in tutto il mondo, in occasione dei 25 anni dalla Fondazione di Navdanya in India. «Il nostro primo obiettivo - ha continuato Vandana - è ancora oggi quello di creare nei cittadini la consapevolezza del fatto che essi hanno il potere di liberare i semi e loro stessi». L'azione di Navdanya si è inserita nel contesto delle minacce emergenti scaturite dall'accordo Trips (Accordo sui diritti di proprietà intellettuale) nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) che ha aperto la porta all'introduzione di Ogm, ai brevetti sulle sementi e all'imposizione delle royalties.

Da allora, è evidenziato nel rapporto, si è assistito ad una erosione molto rapida della diversità e della sovranità dei semi e alla rapida concentrazione del loro controllo in poche multinazionali. Contemporaneamente è stato cancellato il lavoro che gli agricoltori hanno condotto da sempre per selezionare e riprodurre i propri semi rendendo illegale l'autoproduzione e lo scambio dei semi tra loro.

«Gli agricoltori hanno riprodotto i semi aumentando la diversità, la resistenza, il gusto, il valore nutrizionale, la salute e l'adattamento agli agro-ecosistemi locali. La produzione industriale considera invece i contributi della natura e degli agricoltori come niente» appropriandosi dei brevetti su semi  che sono giuridicamente sbagliati, perché i semi non sono un'invenzione, e sono anche eticamente sbagliati, perché i semi sono forme di vita: «I brevetti sulle risorse biologiche e sulle conoscenze indigene sono una appropriazione dei beni comuni biologici e intellettuali- ha sottolineato Vandana Shiva - Purtroppo il fenomeno si sta allargando: ora le aziende stanno assumendo brevetti anche sui semi prodotti in modo convenzionale e sui semi salvati dagli agricoltori. Queste tendenze dimostrano la tendenza a un controllo totale sull'approvvigionamento dei semi e la vera e propria distruzione dei fondamenti stessi dell'agricoltura. Siamo testimoni di un'emergenza del seme a livello globale. Dobbiamo allertare i cittadini e i governi di tutto il mondo su quanto stia divenendo precaria la nostra disponibilità di semi, e di conseguenza, di quanto stia diventando precaria la nostra sicurezza alimentare».

Per queste ragioni è stato elaborato il rapporto e  Vandana Shiva ha lanciato la Campagna Globale per la Libertà dei Semi che è iniziata il 2 di ottobre, e proseguirà fino al 16 ottobre Giornata Mondiale dell'Alimentazione. Nel rapporto sono stati affrontati aspetti chiave come quello giuridico relativo ai brevetti e ai diritti di proprietà intellettuale, a nuove metodologie per la selezione dei semi che integrano il lavoro dei ricercatori con quello degli agricoltori come la riproduzione partecipativa dei semi "open source" che aumenta la libertà dei semi. Infine sono riportate tante esperienze concrete di Istituzioni, Associazioni o singoli agricoltori che con modalità diverse sono impegnati per custodire e riprodurre i semi nel loro territorio.

Il rapporto si conclude con la dichiarazione per la "Libertà dei Semi" in 10 punti che può sottoscrivere chiunque voglia aderire all'alleanza (www.navdanya.org - www.seedfreedom.in   www.navdanyainternational.it).

Per promuovere il rapporto e i suoi contenuti sono già in programma 132 iniziative nel mondo. L'obiettivo è quello di "suonare l'allarme" sulla situazione dei semi e spingere i cittadini per fare pressione sui governi e sulle istituzioni, compreso la Casa Bianca, l'Ue, il Wto e i governi nazionali per convincerli ad abolire i brevetti sui semi e tutte le leggi ingiuste che impediscono la circolazione dei semi tra gli agricoltori. L'altro obiettivo altrettanto importante è riconoscere i semi come "beni comuni" e per questo diffondere nel mondo la creazione di banche dei semi comunitarie.

La parte italiana del rapporto curata da Maria Grazia Mammuccini vicepresidente di  Navdanya International, raccoglie alcune esperienze, fra quelle più rappresentative, per la tutela dei semi e dell'agro-biodiversità (tra quelle istituzionali è presente anche il contributo di Gianni Salvadori assessore all'agricoltura della Regione Toscana). Ad oggi hanno aderito sottoscrivendo la dichiarazione sulla "Libertà dei semi" più di 100.000 persone da 130 paesi.

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