[08/10/2012] News toscana

Legambiente: a Rio nell'Elba nuovi sfregi urbanistici e paesaggistici

Secondo Legambiente Arcipelago toscano, «Dopo la devastazione di seconde case per vacanze del Padreterno, dove è stata costruita una "Rio Elba 2" brianzola accanto all'antico Paese elbano, a quanto pare le varianti e variantine degli ultimi anni stanno producendo un nuovo scempio e questa volta ai danni del profilo del centro abitato di origine medioevale che fino ad ora sembrava essere sfuggito alla speculazione edilizia che si è diffusa come una metastasi cementizia a Rio nell'Elba e Rio Marina, i due Comuni ebani con il maggior tasso di seconde case e (non a caso) con l'economia più in crisi».

Gli ambientalisti isolani spiegano che «Anche se l'approvazione del progetto sembra un'eredità delle amministrazioni precedenti (che comunque non è stata corretta nonostante le osservazioni di Legambiente agli strumenti urbanistici successivamente approvati e rivisti) la costruzione di "Unità immobiliari dotate di garage e ingresso indipendente" per la prima volta da molti anni, se si esclude la realizzazione di opere pubbliche, va a sfregiare il profilo del paese rimasto praticamente intatto dagli anni '50. Se non ricordiamo male, inizialmente nell'area erano previste strutture alberghiere, poi diventate "unità immobiliari" private destinate a rimpinguare un mercato delle seconde case in crisi nera. E' il rischio delle varianti alberghiere che lasciano aperta la porta all'edilizia abitativa che Legambiente denunciò nelle osservazioni alla modifica dello strumento urbanistico fatte dalla precedente amministrazione comunale».  

Il comunicato degli ambientalisti sottolinea che la  cementificazione del territorio non ha portato a nessuna crescita reale: «Nonostante la devastazione territoriale delle aree periferiche, iniziata circa trenta anni fa con l'incremento esponenziale delle seconde e terze case, non c'è stato nessun incremento delle attività commerciali, Rio Elba non sembra averne ricevuto benefici economici, se non le briciole della rendita lasciate cadere dagli speculatori edilizi: due forni, due macellerie, un bar in piazza, il giornalaio, un negozio di souvenir, un piccolo negozio di abbigliamento con tabaccheria, un negozio di verdure, un negozio di alimentari Conad sono stati irrimediabilmente chiusi. Sono rimasti un forno estivo, una rivendita di pane, due piccole trattorie con bar, una tavola calda pizzeria e un piccolo negozio di alimentari che presto chiuderà. Questo dimostra, come sta accadendo in altri Paesi elbani, quanto sbagliasse e sbagli chi dice che l'espansione edilizia ed il consumo di territorio, ambiente e bellezza portano sviluppo. A quanto pare, i lavori di sbancamento sono sospesi per problemi con le fognature del paese, forse sarebbe l'occasione per rivedere questa scelta sbagliata e per salvare il salvabile».

Legambiente rivela quello che ritiene un altro sfregio paesaggistico: «Quello realizzato accanto al cimitero di Rio Elba: una gigantesca antenna della telefonia mobile, con le sue attrezzature e impianti, è sorta accanto a quella che è la più bella, caratteristica e paesaggisticamente notevole struttura cimiteriale elbana. L'antenna, pur dipinta di verde si staglia sulla vallata verso Rio Marina e sulla valle dei Mulini è un nuovo brutto obelisco sul paesaggio di Rio Elba. Una scelta sbagliata, frutto della mancanza di un piano antenne per l'Elba e del rifiuto degli 8 Comuni elbani dell'invito del Parco Nazionale a stabilire una moratoria delle antenne per la telefonia mobile fino a che non ci fosse stata una proposta unitaria. Ancora una volta sono le imprese telefoniche a dettare la nostra agenda paesaggistica, ancora una volta si costruisce una ingombrante struttura a poche centinaia di metri dal Parco Nazionale e dalla Zona di protezione speciale dell'Elba Orientale (Direttiva Uccelli Ue) e ci chiediamo si sia stata realizzata una qualche valutazione di incidenza.  Ancora una volta, per l'incapacità di fare qualcosa di comprensoriale, si sfregiano un paesaggio e un monumento per un pugno di euro». 

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