[04/10/2012] News

Italia hub europeo del gas? Enel dice di no, ma i Conti non tornano

Zanchini (Legambiente) spiega a greenreport le possibili strategie dell’ad dell'operatore elettrico nazionale

L'Italia hub del gas non s'ha da fare. Sembra suggerirlo una voce di grande peso, quella dell'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti (Nella foto). Come riporta il Sole24Ore, ieri l'ad ha commentato la bozza della Strategia energetica nazionale che il governo sta preparando, precisando in un'audizione al Senato che «i produttori di gas sono sempre gli stessi, l'Italia dipende e continuerà comunque a dipendere soprattutto da Russia e Algeria, i consumi tendono a calare ulteriormente», almeno in Europa. Ecco perché giudica che sarebbe più opportuno non gettarci imprudentemente tra le braccia di «produttori sui quali non siamo sufficientemente influenti».

Pur confermando interesse per il gasdotto Tap, è meglio tenerci ben stretti - continua Conti - quei contratti di lungo periodo "take or pay" già in essere, che hanno «dimostrato di tutelarci sufficientemente e che non conviene ridimensionare, soprattutto in prospettiva».

Come tiene a sottolineare anche il Sole, «il progetto di fare dell'Italia un "hub" continentale del gas metano» rimane proprio il «pezzo forte della bozza di Strategia energetica nazionale che il governo sta facendo circolare, seppure in versione provvisoria, tra gli operatori». Se tra questi a puntare i piedi è proprio il più grande operatore elettrico d'Italia - e il secondo d'Europa - la strada si fa molto in salita. Si annunciano quindi nuovi problemi per l'approdo definitivo dell'attesa Strategia, portata avanti con vigore dal governo ma che presenta già molti punti critici ed assai discutibili.

«È positivo che Enel abbia già manifestato interesse ad entrare nel consorzio Tap (Tras Adriatic Pipeline, gasdotto che porterà gas dall'Azerbaijan all'Europa), anche perché ci auguriamo che Enel riconverta le sue centrali a carbone in più efficienti centrali a gas, e speriamo che l'avvicinamento a Tap sia un passo in questa direzione», commenta per greenreport.it Edoardo Zanchini, responsabile nazionale energia di Legambiente, al quale ci siamo rivolti per meglio interpretare la posizione assunta in Senato da Fulvio Conti. «Per quanto riguarda l'atteggiamento verso un hub del gas italiano, il ragionamento portato avanti da Conti  risulta un po' miope - precisa Zanchini - in quanto l'Italia deve riuscire a ridurre il prezzo che paga per approvvigionarsi di gas».

«A causa dell'alto prezzo del gas la produzione elettrica delle centrali a metano non è economicamente competitiva, sul nostro territorio, rispetto a quella delle centrali più inquinanti, come quelle a carbone. Il mercato del gas va incontro alla strada delle liberalizzazioni, e se vogliamo approfittare della concorrenza per abbassarne il prezzo dobbiamo anche guardare anche ad altri produttori. Basti pensare ai vantaggi che comporterebbe per l'Italia quando, con l'arrivare inverno, dall'est Europa si parlerà come sempre di chiudere i rubinetti del gas...».

Soprattutto, è strano che l'Enel si esprima contro la concretizzazione dell'Italia come hub europeo del gas, quando - in concreto - muove passi in quella direzione. «Se il gasdotto Tap passerà effettivamente dall'Italia - continua Zanchini - il nostro Paese avrà già rafforzato il proprio ruolo di hub. Inoltre, non dimentichiamo che Enel ha anche già approvato la realizzazione di un nuovo rigassificatore in Sicilia, a Porto Empedocle».

Rimane quindi poco chiaro il gioco che Enel vorrà giocare nella nuova Europa dell'energia che sta nascendo. Sicuramente è interessata a mantenere la propria attuale posizione di leadership nel continente. È forse proprio questa la lente migliore per interpretare le parole di Fulvio Conti. 

 

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