[26/09/2012] News toscana

Inquinamento trielina a Poggio Gagliardo (Montescudaio): la bonifica sarà completata ma pagheranno i responsabili?

Regione Toscana e comune di Montescudaio sono tornati ad affrontare insieme la questione della falda di Poggio Gagliardo inquinata da trielina, ribadendo l'impegno affinché a pagare siano i veri responsabili. Per questo Regione e Comune valuteranno tutte le vie possibili e lo faranno anche con il Governo, perché l'eventuale rivalsa e il recupero dei crediti possa essere riconducibile solo ed esclusivamente a chi ha inquinato.

Questo in sintesi quanto emerso dalla riunione tra l'assessore regionale all'ambiente e all'energia Anna Rita Bramerini e il sindaco di Montescudaio Aurelio Pellegrini «Condividiamo, insieme al comune di Montescudaio - ha detto l'assessore- le preoccupazioni dei proprietari incolpevoli dei terreni perché la normativa prevede che qualora non siano individuati i responsabili, o qualora le procedure amministrative per il recupero dei fondi dai responsabili siano infruttuose, la Regione che si è sostituita in danno, debba rivalersi sui proprietari, non per la totalità delle spese sostenute ma al massimo fino al valore di mercato dei terreni bonificati. Una procedura che comunque riteniamo ingiusta».

L'amministrazione regionale, intanto come previsto dalla legge, sta lavorando per bonificare il sito e la falda acquifera contaminati da trielina e percloroetilene, e il comune di Montescudaio sta procedendo con gli atti amministrativi necessari al recupero dei fondi che ha speso per la messa in sicurezza d'emergenza ("Mise") nei confronti dei responsabili della contaminazione che sono stati individuati. A seguito infatti delle attività di caratterizzazione del sito e di progettazione dell'intervento definitivo di bonifica, sono stati individuati come responsabili dell'inquinamento due attività industriali presenti a Poggio Gagliardo negli anni '80-'90: la conceria Massini, oggi fallita, e la lavanderia La Rapida, oggi chiusa. Per quanto riguarda la conceria, la Regione e il Comune si sono insinuati nel passivo fallimentare ed attendono l'esito della relativa procedura giudiziaria. Nei confronti dei proprietari della lavanderia, invece, la Regione ha emesso quattro ingiunzioni di pagamento (le prime due nel 2008, per un totale di circa 700mila euro, altre 2 nell'aprile scorso, per altri 90mila euro) per due delle quali si attende l'esito dei giudizi pendenti sia dinanzi al tribunale ordinario che di fronte al Consiglio di Stato, mentre per le più recenti è stato presentato dai privati ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) e questo non ha concesso la sospensiva.

Analoghe ingiunzioni sono in corso di adozione da parte del comune. L'obiettivo quindi è rivalersi sui responsabili della contaminazione per recuperare le risorse spese per la bonifica, ma nonostante le evidenze la strada non appare affatto semplice.

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