[26/09/2012] News

Cultura e professioni creative: ecco la nuova strategia Ue per la crescita e l’occupazione

Da cultura e creatività il 3,3 - 4,5% del Pil e 7 - 8,5 milioni di posti di lavoro nell’Ue

Evidentemente, a differenza di qualche esponente politico italiano, per la Commissione europea con la cultura si mangia, infatti oggi ha presentato una strategia «finalizzata a esprimere pienamente il potenziale dei settori della cultura e delle professioni creative dell'Ue per stimolare occupazione e crescita». 

La strategia, delineata nel documento intitolato "Promuovere la cultura e le professioni creative per la crescita e l'occupazione nell'Ue", prevede una serie di iniziative politiche e di modernizzazione del quadro normativo. La Commissione intende inoltre «favorire la collaborazione reciproca a livello strategico, in particolare nei campi della cultura, dell'istruzione, dell'industria, dell'economia, del turismo, dello sviluppo urbano e regionale e della pianificazione territoriale». Verranno mobilitati finanziamenti Ue per aumentare il sostegno a questi settori, in particolare attraverso il programma da 1,8 miliardi di euro "Crative Europe", che riguarda il periodo 2014-2020, ed i fondi della politica di coesione.

In una nota la Commissione ricorda che «In base al rapporto 2010 sulla competitività europea e ad altre fonti i settori della cultura e delle professioni creative incidono sul Pil  per una quota compresa fra il 3,3% e il 4,5% e occupano tra 7 e 8,5 milioni di persone. I riscontri a livello europeo, nazionale, regionale e locale confermano l'importanza economica di tali settori, che hanno dimostrato di saper resistere abbastanza bene all'attuale crisi economica. Secondo studi indipendenti, le imprese i cui investimenti in progetti creativi raggiungono il doppio del valore medio hanno il 25% di probabilità in più di realizzare innovazioni a livello di prodotti. Altre ricadute positive si hanno sul turismo, sulla moda, sull'industria dei beni di lusso e sull'industria manifatturiera tradizionale». Ma anche il mondo della cultura e delle professioni creative fronteggia sfide importanti «poste dal passaggio al digitale e dalla globalizzazione, oltre che dalla grande frammentazione culturale e linguistica dei mercati. L'accesso ai finanziamenti resta inoltre una delle principale difficoltà».

La nuova strategia europea punta «ad accrescere concorrenzialità e potenziale di esportazione di questi settori e a massimizzarne le ricadute positive per altri settori quali innovazione, Tic e risanamento urbano. Per promuovere condizioni tali da consentire all'industria culturale e delle professioni creative di prosperare la Commissione propone varie iniziative incentrate sullo sviluppo delle competenze, l'accesso ai finanziamenti, la promozione di nuovi modelli di business, lo sviluppo del pubblico, l'accesso ai mercati internazionali e il miglioramento dei collegamenti con altri settori».

Androulla Vassiliou, commissaria europea all'Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, sottolinea: «Oltre ad essere essenziali per la diversità culturale, i settori della cultura e delle professioni creative contribuiscono in Europa in modo significativo allo sviluppo sociale ed economico degli Stati membri e delle regioni. Gli investimenti strategici in questi settori a livello locale e regionale hanno spesso prodotto risultati spettacolari, come ben testimoniano gli esempi di numerose capitali europee della cultura. Essi determinano anche considerevoli ricadute positive su altri settori e valorizzano l'immagine di un'Europa dinamica, attraente, creativa e aperta a culture e talenti di tutto il mondo».

 

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