[18/09/2012] News

Nuovo programma Life: il parere favorevole del Comitato delle regioni

La proposta di nuovo regolamento Life è concepita come un programma articolato in due sottoprogrammi: uno per l'ambiente e uno per l'azione per il clima.

Il Comitato delle regioni (CdR) accoglie con favore l'intenzione dell'Ue di proseguire il programma Life - intenzione contenuta nella proposta di regolamento sull'istituzione di un programma per l'ambiente e l'azione per il clima (Life) per il periodo dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2020.  Perché ritiene che ciò consentirà di garantire una maggiore efficacia degli interventi, di creare sinergie attraverso il coordinamento delle attività a livello europeo e nazionale, e di aumentare la visibilità dell'azione a favore di clima e ambiente.

La proposta di nuovo regolamento Life è concepita come un programma articolato in due sottoprogrammi: uno per l'ambiente e uno per l'azione per il clima. La creazione di un sottoprogramma "Azione per il clima" aggiorna il precedente filone tematico dei "cambiamenti climatici" nell'ambito della componente Politica e governanza ambientali del programma Life+.

Il programma Life persegue una serie di obiettivi. Ossia cerca di contribuire al passaggio a un'economia efficiente in termini di risorse, con minori emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici. Così come cerca di contribuire alla protezione e al miglioramento della qualità dell'ambiente e all'interruzione e all'inversione del processo di perdita di biodiversità. Cerca di migliorare lo sviluppo, l'attuazione e l'applicazione della politica e della legislazione ambientale e climatica dell'Unione, cercando di promuovere l'integrazione degli obiettivi ambientali e climatici nelle altre politiche dell'Unione e nella pratica nel settore pubblico e privato, anche attraverso l'aumento della loro capacità. Cerca, inoltre, di sostenere maggiormente la "governanza" ambientale e climatica a tutti i livelli.

Dunque il CdR ribadisce l'importanza del programma visto che costituisce un importante strumento per il finanziamento delle politiche e dei progetti nel settore ambientale. Il programma, infatti, ha contribuito a mobilitare l'impegno degli enti locali e regionali e, inoltre, ha concorso alla creazione di partenariati, rafforzando in questo modo le piattaforme di collaborazione e agevolando gli scambi di esperienze e di informazioni a livello locale e regionale.

Sostiene, però, che il nuovo programma dovrebbe introdurre un approccio flessibile dall'alto verso il basso e definire due sottoprogrammi distinti dedicati rispettivamente all'ambiente e all'azione climatica, con priorità definite chiaramente. E la definizione delle priorità non dovrà dar luogo né a restrizioni eccessive, né a criteri troppo vincolanti.

Il CdR ritiene che il regolamento Life dovrebbe contenere un riferimento specifico alla necessità di stabilire sinergie tra i diversi capitoli, garantendo ad esempio che i progetti in materia di clima finanziati dal programma Life producano effetti positivi per la biodiversità, e che i progetti in materia ambientale finanziati dallo stesso programma tengano conto delle questioni climatiche.

Quindi, sostiene il nuovo approccio dei "progetti integrati", ma ritiene che l'accessibilità e il coinvolgimento delle parti interessate debbano essere maggiormente incoraggiati, anche attraverso l'inclusione dell'ambiente marino, del suolo e del rumore. E chiede l'istituzione di meccanismi di coordinamento adeguati per Life e altri fondi UE nel quadro strategico comune e nei quadri di azione prioritaria (Paf) per il finanziamento di Natura 2000.

Inoltre chiede che al programma Life possano partecipare anche i paesi e i territori d'oltremare dell'UE che figurano tra le parti della "Decisione sull'associazione d'oltremare", in quanto essi contribuiscono più di tutti alla biodiversità dell'UE.

Il CdR sarebbe favorevole a un incremento più sostanziale del bilancio: riconosce che la cifra esatta potrà essere concordata soltanto una volta concluse le trattative relative al quadro finanziario pluriennale. Propone di innalzare il tasso massimo di cofinanziamento all'85 % nelle regioni meno sviluppate (come definite nei regolamenti per i fondi strutturali) e nelle regioni ultraperiferiche.

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