[18/09/2012] News

Ue: condividere le informazioni per combattere la minaccia delle specie aliene in Europa

La lotta alle specie estranee invasive è uno dei 6 obiettivi fondamentali della strategia Ue 2020 per la biodiversità e la Commissione Ue

Il 14 settembre, il Centro comune di ricerca dell'Unione europea ha istituito l'European alien species information network  (Easin) come primo passo per rispondere a interrogativi come questi: «Quante sono le piante presenti sulle Alpi ma estranee alla regione? Quali animali sono stati introdotti deliberatamente o accidentalmente nel Danubio? In quale misura rappresenteranno una minaccia per le specie locali?».

La lotta alle specie estranee invasive è uno dei 6 obiettivi fondamentali della strategia Ue 2020 per la biodiversità e la Commissione Ue, che sta elaborando proposte specifiche per migliorare la legislazione del settore, sottolinea che «Gli organismi non autoctoni che si stabiliscono in nuove condizioni ambientali, sono in aumento in tutto il mondo. La maggior parte di esse non comporta rischi significativi per il nuovo ambiente, tuttavia alcune si adattano talmente bene a esso da diventare invasive, passando da semplici curiosità biologiche a vere e proprie minacce per gli ecosistemi, per le colture e per il patrimonio zootecnico locali, compromettendo il benessere ambientale e sociale. Le specie estranee invasive rappresentano la seconda causa principale della perdita di biodiversità dopo l'alterazione dell'habitat». Inoltre, «Queste specie appartengono a tutti i principali gruppi tassonomici, quali virus, funghi, alghe, muschi, felci, piante superiori, invertebrati, pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi. Le specie estranee invasive possono trasformare la struttura e la composizione di specie degli ecosistemi, limitando o escludendo le specie autoctone direttamente mediante comportamenti predatori o contendendo loro le risorse oppure indirettamente modificando gli habitat o le modalità con cui le sostanze nutritive sono elaborate nel sistem». Tra i danni per la salute umana vi è la diffusione di patologie quali le allergie, tra le ripercussioni economiche si annoverano i danni all'agricoltura e alle infrastrutture, mentre a livello ambientale vi è una perdita irreversibile di specie indigene, a danno degli ecosistemi e della biodiversità su cui esse si basano».

Easin punta a semplificare semplifica la mappatura e la classificazione delle specie aliene indicizzando i dati contenuti in oltre 40 banche dati online. Attraverso funzionalità web aggiornate in modo dinamico, chiunque può visualizzare e localizzare la distribuzione delle specie estranee in Europa e selezionarle utilizzando criteri che vanno l'ambiente terrestre, marino o d'acqua dolce in cui sono state individuate, alla classificazione biologica e al loro percorso di introduzione.

Il Centro comune di ricerca spiga che «Easin è un catalogo che contiene attualmente oltre 16 000 specie. L'inventario di tutte le specie estranee rilevate in Europa è stato costituito mediante la compilazione, la verifica e la standardizzazione delle informazioni disponibili online e nella letteratura scientifica. Gli utenti di Easin possono esplorare e localizzare le informazioni georeferenziate relative alle specie estranee provenienti dalle seguenti banche date online: Global Biodiversity Information Facility - Gbif (Centro mondiale per l'informazione sulla biodiversità), Global Invasive Species Information Network - Gisin (Rete globale di informazione sulle specie estranee) e Regional Euro-Asian Biological Invasions Centre Reabic (Centro regionale euroasiatico sulle invasioni biologiche)». Inoltre, «Nel corso dei prossimi anni saranno inserite ulteriori fonti. Gli strumenti e i servizi web di Easin rispettano le norme e i protocolli riconosciuti a livello internazionale. Il loro utilizzo è gratuito, mentre i dati continuano a essere di proprietà della fonte, la quale è opportunamente citata e collegata mediante un link all'interno della rete Easin».

Si stima che il 10-15% delle specie estranee individuate nell'ambiente europeo si sia evoluto e abbia avuto ripercussioni ambientali, economiche e/o sociali. Alcune specie quali la panace di Mantegazza, il gambero americano, il mitilo zebrato e il topo muschiato ad oggi hanno un impatto sulla salute umana, causano danni sostanziali alle foreste, alle colture, alla pesca e la congestione delle vie d'acqua. Il poligono del Giappone, ad esempio, inibisce la crescita di altre piante, causa la scomparsa di piante autoctone e arreca gravi danni alle infrastrutture, con enormi implicazioni economiche. Alcuni studi hanno dimostrato che in Inghilterra, in Scozia e nel Galles solo questa pianta causa 205 milioni di euro l'anno di danni.

Presentando Easin, il commissario europeo all'ambiente, Janez Potočnik, ha detto: «Le specie estranee invasive causano sempre più problemi alle nostre risorse naturali, alla salute delle persone e all'economia. Il rischio deriva dalle specie non autoctone, il cui numero tende ad aumentare costantemente in un mondo sempre più interconnesso. La rete Easin aiuterà i cittadini europei a ottenere maggiori informazioni in merito alla localizzazione delle specie non autoctone e al loro livello di diffusione, contribuendo così a migliorare il processo di elaborazione delle politiche su tale complessa questione».

 

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