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Il mondo alla rovescia: il plurimiliardario ecoscettico Charles Koch contro il “capitalismo clientelare”

Il Wall Street Journal il 10 settembre ha pubblicato un editoriale intitolato "Charles G. Koch: Corporate Cronyism Harms America" che attacca il "capitalismo clientelare" e si lamenta della "retorica di parte" e della voglia delle corporation di fare «lobby per mantenere e aumentare le sovvenzioni» ed i premi per i loro «amici politicamente collegati».


Tutto bene? Un segnale del nuovo capitalismo virtuoso? Non proprio. Anzi l'editoriale ha un che di orwelliano, visto che Charles G. Koch e, insieme al fratello David, uno dei più noti lobbysti statunitensi e che il ritratto che ha fatto del business americano sembra quello delle Koch Industries delle quali è amministratore delegato, un opaco impero di industrie manufatturiere, petrolifere ed energetiche note per finanziare le campagne ecoscettiche e i candidati e il gruppi repubblicani legati alla destra del Tea Party, in cambio ricevono continue sovvenzioni, contratti governativi e politiche pro inquinamento a beneficio dei loro interessi. Ma Charles G. Coch scrive scandalizzato sul Wall Street Journal: «Non dovrebbe sorprendere che il ruolo del business americano sia sempre più vilipeso o visto con scetticismo. In un sondaggio Rasmussen condotto quest'anno, il 68% dei votanti ha dichiarato di "credere il governo e le grandi imprese lavorino insieme contro il resto di noi. Le aziende non sono riuscite far capire che la politica del governo, non l'avidità aziendale, ha indotto molti dei nostri problemi attuali». E poi aggiunge: «Abbiamo un termine per questo tipo di collusione tra business e governo. Usualmente è conosciuto come rent-seeking. Ora si parla di clientelismo. Clientelismo dilagante che minaccia gli stessi fondamenti economici che hanno reso questo paese il più prospero del mondo. Siamo su un terreno pericoloso quando il governo sceglie vincitori e vinti nell'economia sovvenzionando i prodotti e le industrie favoriti. Ora ci sono businesses ed interi settori che esistono soltanto grazie al patronato federale. Approfittando del governo invece di fare profitti nell'economia, tali imprese possono continuare ad avere successo anche se sperperano le risorse e fabbricano prodotti che la gente non dovrebbe comprare».

I Koch ce l'hanno con il fotovoltaico e i biocarburanti ma soprattutto con l'eolico, accusati di essere meno efficienti: «Il clientelismo uccide in realtà i posti di lavoro piuttosto crearli. In parole povere, il clientelismo rifà l'American business come più piace al governo. Si sta prendendo i nostri settori più produttivi e rende un po' meno produttivi i nostri. Anche gli effetti sul governo sono quelli di distorcere e corrompere. Invece di proteggere la nostra libertà e la proprietà, i funzionari del governo stanno determinando dove inviare le risorse in base al peso politico dei loro compari. In questo processo, il governo guadagna ancora più potere e le fila dei burocrati continuano a gonfiarsi».

Ecco la cupa visione complottistica del neoconservatorismo iperliberista sciorinata con brutalità e rozzezza ideologica sconcertante. Ma mentre David Koch si lamenta ipocritamente del "capitalismo clientelare", Think Progress risponde enumerano perfidamente cinque prove che le Koch Industries beneficiano proprio delle politiche e dei favori clientelari che Charles G. Koch critica così duramente sul Wall Street Journal.

1. I fratelli Koch hanno condotto una campagna fatta di donazioni e pressioni per avere sussidi per un miliardo di dollari di sussidi per i petrolieri. Nel suo editoriale, Koch si lamenta dei finanziamenti pubblici alle energie rinnovabili, si dimentica però i miliardi di dollari di sgravi fiscali che l'industria petrolifera riceve ogni anno dallo Stato. Le Koch Industries hanno intascato miliardi di queste eterne agevolazioni fiscali e spendono milioni di dollari in lobbying per garantire che non vengano ridotte o abolite. Koch è colpevole di quello che scrive nel suo editoriale: «Troppi businesses sono state fin troppo ansiosi di fare lobby per mantenere e aumentare le sovvenzioni e i mandati pagati dai contribuenti e dai consumatori».

2. Le Koch Industries hanno avuto contratti governativi federali per almeno 85 milioni di dollari: nel 20011 un giornalista di Think Progress, Lee Fang, ha rivelato che il governo neoconservatore di George W. Bush aveva assegnato numerosi e costosi contratti alle industrie dei fratelli Koch, in cambio i LKoch avevano generosamente finanziato Bush ed i repubblicani. Molte di queste commesse provenivano dal Dipartimento della difesa, ma c'erano anche un contratto di esclusiva per la fornitura della riserva strategica di petrolio degli Usa e l'accesso privilegiato al greggio iracheno.

3. I fratelli Koch, che predicano la fine degli aiuti di Stato alle imprese in crisi ed il darwinismo economico, hanno chiesto aiuti statali per salvare una loro raffineria in Alaska, quella di Flint Hills, ed hanno più volte chiesto l'ex governatore dell'Alaska, l'eroina della destra populista americana Sarah Palin, un piano di salvataggio. La senatrice repubblicana Lisa Murkowski ha anche chiesto una riduzione delle royalities dovute dai Koch, sostenendo che le loro raffinerie svolgono un ruolo "vitale" per l'economia.

4. Dopo aver lanciato una campagna in favore del famigerato oleodotto Keystone XL, ce dovrebbe attraversare gli Usa per portare il petrolio delle sabbie bituminose canadesi fino al Golfo del Messico, i Koch hanno tutto da guadagnare dalle sovvenzioni dei contribuenti: le raffinerie che dovrebbero servire il Keystone XL riceverebbero più un miliardo di dollari di agevolazioni fiscali solo per le attrezzature. I Koch hanno evitato di parlare di come questo andrebbe a vantaggio delle lor company. Ma recentemente InsideClimate News ha riportato che una controllata canadese dei Koch, la Flint Hills Resources Canada LP, ha detto che hanno «Un interesse diretto e sostanziale» nell'oleodotto. Attraverso i sfinanziamenti politici ai parlamentari canadesi le Koch Industries fanno in modo di mantenere una partecipazione nello sporco affare delle sabbie bituminose canadesi..

5. Le Koch Industries contribuiscono con milioni di dollari a mandare avanti proposte di legge anti-ambientaliste e i fratelli miliardari sono stati accusati di vera e propria corruzione, tuttavia Koch sostiene sul Il Wall Street Journal che il business deve «Agire secondo la legge e con integrità». Ma le Koch Industries sono state accusate di aver corrotto funzionari del governo francese per aggiudicarsi appalti. Il Seattle Times ha scritto che l'ethics manager delle Koch Industrie ha avvertito i due fratelli che un controllo delle loro attività in Francia aveva evidenziato tangenti e che questo rappresentava «Violazioni del diritto penale» di quel Paese, ma l'ethics manager è stato licenziato subito dopo aver avvertito dei problemi gli executives dei Koch

A partire dal 2011, le Koch Industries hanno speso circa 13,6 milioni di dollari in lobbyng politica e quasi tutti sono andati ai repubblicani. Secondo l'Huffington Post, i fratelli Koch hanno stanziato personalmente 60 milioni di dollari per sconfiggere il presidente Obama alle prossime elezioni di novembre. Le Koch Industries sono quelle che beneficiano di più della legislazione anti-ambiente e anti-clima del Congresso che permette loro di emettere liberamente 300 milioni di tonnellate di CO2 all'anno.

E' proprio vero: il liberismo neoconservatore finisce dove comincia il business ed il cortile di casa dei cantori del liberismo.

 

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