[10/09/2012] News toscana

Cercasi definizione corretta delle Aree marine protette

Le linee giuda Iucn mettono in discussione Santuario dei cetacei e “parchi marini” come l’Arcipelago Toscano

Al Congresso Iucn in corso nell'isola sudcoreana di Jeju si discute animatamente sul concetto di Aree marine protette, visto anche che, secondo gli accordi internazionali presi nell'ultimo summit del 2010 della Convention on biological diversity, entro il 2020 dovrebbe essere protetto il 10% dei mari e degli oceani del pianeta e che oggi siamo a solo l'1,6%. L'International union for conservation of nature (Iucn) sottolinea che «in un contesto segnato dal degrado delle risorse naturali del mondo e dei suoi oceani, diventa vitale stabilire chiaramente il modo in cui i diversi Paesi progrediscono nelle loro azioni di salvaguardia in favore dell'ambiente». Ed è per questo che l'Iucn ha presentato al suo World conservation congress  le nuove direttive per la gestione delle Aree marine protette (Amp)  che miranio a sostenere gli sforzi per proteggere mari ed oceani.

Le "Guidelines for Applying the IUCN Protected Area Management Categories to Marine Protected Areas" «hanno come obiettivo quello di chiarire gli elementi più importanti delle Amp, aiutando così I Paesi a misurare I loro successi con più precisione. Le nuove direttive definiscono le caratteristiche delle Amp, determinano i trend degli organismi consultivi della pesca, pretendendo che i meccanismi attuati  nelle zone di pesca siano assimilabili a delle Amp». Il documento prevede anche che le zone marine attraversate da condotte di idrocarburi o dove ci sono dei parchi eolici offshore non possano essere considerate Amp, «a meno che non siano gestite seguendo delle prescrizioni ben definite e prevedendo degli obiettivi di conservazione a lungo termine».

Secondo Dan Laffoley, vice presidente mare della World commission on protected areas dell'Iucn, «è tempo che si smetta di pretendere che l'oceano sia meglio protetto di quanto  lo è in realtà. Comprendere bene quel che è effettivamente protetto negli oceani e le modalità di questa protezione riveste un'importanza capitale per i progressi della conservazione mondiale. Le direttive che abbiamo pubblicato puntano a chiarire gli aspetti più importanti delle aree marine protette. Aiuteranno i Paesi a determinare i loro successi in maniera più precisa. In assenza di una tela di informazione,  è difficile  responsabilizzare il meccanismo di determinazione delle Aree marine protette».

Le Guidelines Iucn dicono che un'Amp è: «Uno spazio geografico chiaramente definito, specializzato e gestito attraverso dei mezzi legali od altri mezzi efficaci, mirante ad assicurare la conservazione a lungo termine della natura e dei servizi ecosistemici e dei valori culturali loro associati». Applicando questa definizione sarà più difficile pretendere che attività che hanno l'obiettivo dello sfruttamento delle risorse naturali, quali la pesca industriale,  rappresentino Amp che proteggono gli oceani: «Si delle zone marine danno luogo ad un'attività di prelievo  senza definire obiettivi di conservazione a lungo termine e di recupero oceanico - dice l'Iucn -  non sono delle Amp».

Le categorie Iucn per le Aree protette sono applicabili a tutti I tipi di Parchi e Riserve, però, dato che le Amp sono meno numerose delle aree protette terrestri, «non beneficiano dello stesso grado di esperienza e conoscenza, il che da luogo ad una mancanza di coerenza nell'applicazione delle categorie -  spiega l'Iucn - E' così che, tra le Amp che sono state categorizzate, la metà lo è stata scorrettamente perché la designazione dell'Amp (per esempio Parco Nazionale, Santuari, ecc.) è stata impiegata per determinare la categoria e non gli obiettivi di gestione». A qualcuno in Italia, Francia e principato di Monaco, nel Santuario internazionale di mammiferi marini Pelagos, probabilmente sono fischiati gli orecchi.  

L'Iucn sottolinea che «una confusione si produce spesso quando dei siti sono stati scorrettamente classificati sulla base delle attività che vi hanno luogo e non su quelle degli obiettivi dichiarati della loro gestione.  Inoltre, quando delle aree protette coprono delle estensioni sia terrestri che marine, gli obiettivi della componente di queste aree protette sono ignorati più di sovente nella classificazione dei siti». Qui al governo italiano le orecchie devono essere probabilmente fischiate il doppio, pensando a situazioni mai risolte dal 1982 come l'istituzione dell'Area marina protetta dell'Arcipelago toscano, dove esiste un "Parco a mare" che non può essere gestito perché l'Amp non c'è....

Carl Gustaf Lundin, direttore del Global marine and polar programme Iucn, ha concluso: «Mentre ci approcciamo inesorabilmente a quello che potrebbe annunciarsi come un grande evento di estinzione, abbiamo bisogno di azioni di salvaguardia corrette e significative, che conducano ad un recupero dell'oceano e della sua resilienza e salute. In questi ultimi anni, le pressioni che hanno spinto a produrre dei remndiconti di successo hanno dato luogo a delle affermazioni erronee come quella che una vasta estensione oceanica beneficerebbe di una protezione adeguata. E' arrivato il momento di essere realisti sulla nostra definizione di Amp».

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