[04/09/2012] News toscana

Via alla produzione di vino biologico, ma per Coldiretti Toscana non mancano le criticità

Anche i produttori di vino toscani (come quelli del resto d'Italia) più attenti alle tematiche ambientali potranno ora produrre vino biologico all'interno di un definito e rinnovato ambito normativo. E' stato infatti pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana n. 177 del 31 luglio 2012, il Dm n. 15992 concernente le "Disposizioni per l'attuazione del Regolamento di Esecuzione (UE) n. 203/2012 della Commissione che modifica il regolamento (CE) n. 889/2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio in ordine alle modalità di applicazione relative al vino biologico".

Il decreto, in attuazione della normativa europea, stabilisce i limiti di anidride solforosa e indica gli additivi e le sostanze che possono essere impiegate nella vinificazione biologica, restringendo ovviamente il ventaglio di opportunità al fine di rendere il prodotto il più "naturale" possibile. Per i vini bianchi e rosati i limiti di solforosa sono i seguenti: 150 mg/litro a fronte dei 200 mg/litro per i vini convenzionali. Per i vini rossi, 100 mg/litro a fronte di 150 mg/litro nei vini convenzionali. Questi limiti si applicano se la concentrazione di zuccheri residui è inferiore a 2 grammi litro, mentre se è superiore a 2 grammi litro, la riduzione è di 30 mg rispetto al convenzionale.

L'anidride solforosa viene aggiunta per impedire a batteri sgraditi di danneggiare la normale fermentazione del mosto, o di alterare la conservazione del vino stesso (azione protettiva del vino), ma questo processo applicato alle produzioni biologiche lascia qualche perplessità, come sottolineato da Coldiretti Toscana: «Pur apprezzando il fatto che finalmente si può produrre vino biologico, Coldiretti ha sempre espresso la sua contrarietà a che si consenta comunque l'uso della solforosa in quanto l'Ue avrebbe dovuto porsi come obiettivo, di produrre, nell'arco di qualche anno, vini biologici senza l'impiego di tale sostanza, per garantire una netta differenziazione rispetto ai vini convenzionali. Purtroppo, le pressioni dei paesi nord europei hanno fatto sì che si giungesse a una soluzione di compromesso che comunque secondo Coldiretti non soddisfa in pieno le aspettative dei consumatori, né quelle dei produttori italiani che grazie alla vocazionalità del territorio e al ricorso a tecniche di vinificazione altamente qualificate sono in grado, già ora, di produrre vini biologici e biodinamici senza l'ausilio della solforosa».

Altro aspetto critico, questa volta di carattere burocratico, evidenziato da Coldiretti Toscana riguarda le certificazioni. «Gli organismi di controllo sono in agitazione in quanto il ministero delle Politiche agricole non ha ancora concesso la possibilità di certificare i vini biologici. Ciò ha sollevato delle polemiche in quanto il decreto di fatto autorizza subito la produzione, ma contemporaneamente non è ancora partito il sistema di certificazione». Nonostante i problemi la filiera enologica si arricchisce comunque di un prodotto che finora era stato incompleto in quanto si poteva produrre solo vino da uve biologiche perché non esistevano le norme comunitarie di disciplina della trasformazione delle uve e dei processi enologici.

 

Torna all'archivio