[03/09/2012] News

Un nuovo metodo per scoprire quali animali vivono in mare

Tracce di Dna nell'acqua per trovare pesci, cetacei e uccelli marini

PlosOne pubblica la sorprendente ricerca "Detection of a Diverse Marine Fish Fauna Using Environmental DNA from Seawater Samples" nella quale un team di ricercatori dell'università di Copenaghen aprono una imprevista strada ai monitoraggi della biodiversità e delle risorse marine, utilizzando tracce di Dna trovate nei campioni di acqua che mantengono traccia del passaggio di pesci, delfini, balene ed uccelli. Mezzo litro di acqua di mare può contenere le prove della presenza di pesci, mammiferi e uccelli marini.

 
Philip Francis Thomsen, del Centre for GeoGenetics, del museo di storia naturale della Danimarca, spiega che «il nuovo metodo Dna significa che siamo in grado di mantenere traccia della vita sotto la superficie degli oceani di tutto il mondo, e un migliore monitoraggio per proteggere la biodiversità e le risorse dell'Oceano». In effetti, con gli ecosistemi marini in pericolo in tutto e con molte specie e popolazioni di pesci soffrono di un eccessivo sfruttamento che incide notevolmente sulla biodiversità a livello globale, l'economia e la salute umana, capire quali pesci ed altre creature marine sono davvero presenti in un'area è davvero un bel passo avanti. Fino ad ora gli stock di pesci marini sono stati in gran parte rilevati con metodi selettivi e invasivi, in gran parte limitati alle specie commerciali, e confinati in zone con condizioni favorevoli.


I ricercatori danesi aprono una nuova prospettiva per il monitoraggio della biodiversità marina, dimostrando che l'acqua di mare contiene il Dna di animali che si lasciano dietro una che rivela la loro presenza in mare, basandosi solo su piccoli campioni di acqua. Nel dicembre 2011 i ricercatori dell'università di Copenaghen avevano dimostrato che campioni di acqua dolce di piccole dimensioni contenevano il Dna di diverse diversi animali minacciati di estinzione e, dopo aver pubblicato questi risultati, hanno cominciato a concentrarsi sull'acqua di mare, verificando che è possibile ottenere Dna direttamente dall'acqua e trovando le tracce di molte specie che vivono nell'area di studio, ma anche presenze inaspettate o inusuali: «In particolare per il Dna di pesce siamo rimasti molto sorpresi quando i risultati ha iniziato a mostrarsi sullo schermo - spiega Thomsen - Abbiamo definito il Dna di 15 diverse specie di pesci in campioni di acqua di solo mezzo litro. Abbiamo trovato Dna sia di pesci piccoli che di grandi dimensioni, così come di specie comuni e di ospiti rari, merluzzo, aringa, anguilla, passera di mare, sardine e molti altri hanno lasciato una traccia di Dna nell'acqua di mare».

I ricercatori hanno dimostrato che è anche possibile ottenere Dna di focene nei piccoli campioni di acqua prelevati in mare, quindi questo nuovo approccio non si limita solo al pesce, ma può anche tenere traccia di grandi mammiferi marini. E' stato trovato addirittura Dna di 4 specie di uccelli.
Lo studio pubblicato su PlosOne mette a confronto anche il nuovo metodo Dna con quelli tradizionali usati per i pesci, come il monitoraggio delle reti e il nuovo metodo si è dimostrato efficace o migliore, inoltre, il metodo del Dna ha un grande vantaggio: può essere eseguita praticamente ovunque senza nessun imatto sull'habitat locale, richiede solo un campione di acqua.
Peter Rask Møller, del Vertebrate department del museo di storia naturale della Danimarca, è ottimista: «Il metodo nuovo Dna ha prospettive molto interessanti per il monitoraggio di pesci marini. Dobbiamo sempre tenere gli occhi aperti sui nuovi metodi per descrivere la biodiversità dei pesci marini in modo efficiente e standardizzato.

Non vedo l'ora di eseguire massicciamente il metodo del Dna in futuro e penso che potrebbe essere molto utile impiegarlo negli oceani di tutto il mondo». I ricercatori vedono grandi prospettive per questo metodo soprattutto per poter determinare in futuro la reale consistenza degli stock ittici e concludono: «Anche se sono necessari ulteriori studi per validare l'approccio Dna in diverse condizioni ambientali, i nostri risultati forniscono un forte proof-of-concept, con grandi prospettive per il futuro monitoraggio della biodiversità e delle risorse marine».

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