[03/09/2012] News

In aumento i lavori verdi

Secondo l'International Business Report «il business delle tecnologie pulite vuole certezza politica e pił sostegno dal governo»

Secondo quanto scrive Written Antonia Sohns nella rubrica rubrica "Moving toward soustainable prosperity" del Wordwatch Institute, «le aziende che riconoscono il potenziale della green economy danno  occupazione a lavoratori qualificati con conoscenza del nuovo design e delle  tecniche di costruzione, per prendere la testa della nuova transizioni di mercato che verrà». 

Anche l'International Business Report  della Grant Thornton, presentato ai climate change talks in corso a Bangkok, mette in evidenza il ruolo che possono e debbono svolgere i governi a sostegno delle tecnologie pulite ed evidenzia che «i business leaders del settore delle tecnologie pulite vogliono certezza politica e più sostegno dal governo», ma anche che «il settore del green business si sta espandendo rapidamente in tutto il mondo, nonostante il permanere di preoccupazioni economiche in Europa e negli Stati Uniti».

Secondo Grant Thornton «Il 68% delle aziende cleantech prevedono di aumentare i ricavi nel corso dei prossimi 12 mesi contro il 52% delle aziende a livello mondiale, mentre il 62% si aspetta un aumento dei profitti rispetto a solo il 38% a livello globale».

Quello che preoccupa e pesa sono invece la burocrazia e la mancanza di lavoratori qualificati e gli autori del rapporto invitato i governi a prendere iniziative come quelle della Corea del sud, che sta investendo massicciamente nell'energia e nella tecnologia verde.

Nathan Goode, global leader cleantech di Grant Thornton, ha detto che «E' tempo di mantenere le promesse di finanziamenti e trasferimento di tecnologie. Il cleantech è un settore ancora relativamente giovane, quindi non sorprende vedere la crescita di talento ed innovazione. Tuttavia, con alti tassi di disoccupazione, in particolare in molti mercati maturi, la rapida crescita del settore offre chiaramente la possibilità per le economie di promuovere l'occupazione e la produzione. In questo senso, i  governi possono attraverso politiche industriali ed energetiche mirate. Ad esempio, in Corea del Sud, per attrarre investimenti, sono stati  introdotti incentivi alla ricerca e sviluppo destinata alla produzione, nonché per l'efficienza energetica e per gli obiettivi di energia rinnovabile. Il settore cleantech continua a dimostrare notevoli tassi di crescita, con economie come la Cina che hanno sempre più  un ruolo di primo piano. L'incertezza economica globale pesa sulle prospettive di crescita del business a breve termine, ma i dati suggeriscono che le imprese dinamiche nel settore delle tecnologie pulite sono disposte ad investire in progetti di crescita coraggiosi per rilanciare la competitività».

In effetti tra i business leaders la fiducia nella green economy sembra essere alta, secondo il rapporto Grant Thornton, «Il 52% delle aziende intervistate prevedono di aumentare la spesa per ricerca e sviluppo nel corso dei prossimi 12 mesi e il 51% pianifica di investire di più in impianti e macchinari, ben al di sopra della media mondiale».

A livello globale il settore cleantech è cresciuto del 31% sia nel 2009 che nel 2010. Anche se è scesa al 10% nel 2011, ma ancora ben al di sopra tassi medi di crescita del Pil. In Cina il settore è cresciuto dai 17,5 miliardi dollari del 2008 ai 71,3 miliardi dollari del 2011, un aumento del 77%. Negli Usa la crescita è stata del 17% tra il 2010 e il 2011, raggiungendo i 46,3 miliardi dollari.

L'interesse per i posti di lavoro "verdi" continua a crescere anche negli Usa, ma manca ancora una definizione standard ed un analisi comparativa del "green job" che  resta un termine vago e che viene interpretato in vari modi. Per questo il Bureau ofl labor statists Usa (Bls) ha sviluppato degli strumenti per aiutare a comprendere meglio quale ruolo I lavori Verdi giochino nell'economia nazionale.

La Sohns spiega che «Il Bls conta i green job  utilizzando due approcci: conta i posti di lavoro legati a impianti che producono beni e servizi verdi (Ggs - green goods and services) e i posti di lavoro associati a processi di produzione e pratiche a basso impatto ambientale. Contando i posti di lavoro creati grazie alla a produzione di Ggs ed ai  processi produttivi, Il Bls è in grado di quantificare il numero totale di posti di lavoro verdi creati nelle business practices».

Il Bls definisce green job un lavoro che «Fornisce servizi a beneficio dell'ambiente e che preserva le risorse naturali», inoltre i lavori verdi sono quelli nei quali i datori di lavoro sviluppano processi produttivi più ecologici o che utilizzano meno risorse naturali. Queste tecnologie e pratiche rientrano in una o più delle quattro categorie previste dal Bls: produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, miglioramento dell'efficienza energetica, compresa la cogenerazione, riduzione ed eliminazione dell'inquinamento, salvaguardia delle risorse naturali ed  assicurare il rispetto ambientale, istruzione e formazione.

Il rapporto Bls indica quali sono i settori della green economy con le maggiori percentuali di occupati. Tra i settori primi in classifica c'è quello delle costruzioni, con 820.700 imprese che, a partire dal 2009, rappresentano  il 38% del settore con Ggs. Per Green construction si intende un'impresa che «Si propone di progettare e costruire un edificio che utilizza le pratiche eco-compatibili ed è efficiente nelle risorse. Ad esempio, gli edifici verdi riducono l'impatto ambientale, integrando tecnologie di risparmio energetico e riutilizzo delle acque». Negli Usa aziende come McGraw-Hill Construction stanno sviluppando metodi innovativi di bioedilizia, per soddisfare la crescente domanda. Nel 2005 la  McGraw-Hill Construction stimava che le costruzioni "verdi" non residenziali negli Usa avessero un valore di circa 3 miliardi di dollari, nel 2010, avevano raggiunto un valore tra i 43 3 i 54 miliardi di dollari ed entro o il 2015 il loro valore dovrebbe essere tra 120 e 145 miliardi di dollari.

Per distinguere I Ggs dagli altri beni, il Bls impiega standard o rating di prodotto. Ad esempio, le norme federali che classificano gli alimenti sostenibili e la produzione alimentare Usda Certified Organic  e i  beni e servizi che consumano meno energia come i prodotti Energy Star. Inoltre, gli edifici invece possono essere classificati  in base al Leadership in energy and environmental design (Leed), che indica che una costruzione ha ottenuto i green industry standard. Mentre l'etichettatura aiuta i consumatori ad acquistare Ggs, la preoccupazione di molti imprenditori ed ambientalisti è che molte di queste norme sono volontarie.

Nonostante lo scoppio della bolla edilizia che ha innescato la crisi economica statunitense e mondiale, tra il 2000 e il 2008 la green construction ha garantito il lavoro a più di un milione di lavoratori e sui 7.200.000 persone che lavoravano nelle imprese edili Usa. Il Green building council  dice che questa cifra stia aumentando costantemente dal 2009 e che arriverà a 3,3 milioni di occupati entro il  2013, una cifra che comprende anche impiegati e fornitori di beni e servizi della  bioedilizia.

Intanto le aziende continuano a innovare e a produrre più posti di lavoro verdi. Entro il 2030, il solo impiego di nuove tecnologie nel settore energetico ha il potenziale di fornire 20 milioni di posti di lavoro e migliaia di miliardi di dollari di entrate. La Sohns però avverte che «il sostegno del governo ai Ggs e alla domanda dei consumatori di questi beni sarà di vitale importanza per la loro competitività sul mercato. Lo sviluppo di prodotti e servizi verdi rafforzerà la preparazione al cambiamento climatico e per tamponare l'aumento dei costi di energia nel futuro». Quello che più o meno propone timidamente Barack Obama e quello che non vuole assolutamente fare il suo sfidante Mitt Romney.

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