[03/09/2012] News toscana

Sulle disgrazie metereologiche e la solidarietà

Non piove ed i coltivatori chiedono sussidi pubblici. Piove troppo e siamo alle solite. Speriamo che non venga una grandinata, che quella mi costa di più.

Insomma vado sempre a letto preoccupato, perché mi sento sovrastare dal dovere di pagare le disgrazie metereologiche.

Ma, si dirà, quando le cose vanno bene i coltivatori contribuiscono, con le tasse, a ripianare il debito pubblico: none, l'aliquota per loro è infima, molto al di sotto di quella degli altri redditi. I coltivatori sono pressoché esentati.

L'acqua mi costa (portata in casa), circa 1 € al mc.

La stessa acqua viene prelevata dai coltivatori praticamente a "gratisse" e quindi usata con, diciamo ..... disinvoltura.

Dice: "....ma la solidarietà....." . Giusto, ci mancherebbe altro, anche se magari uno straccio di assicurazione sulle calamità naturali mi farebbe dormire più tranquillo.

Le calamità naturali dipendono anche dalle alterazioni del clima, come ormai è assodato da TUTTI.

Per ridurre, o almeno non far peggiorare la situazione si debbono ridurre le emissioni che alterano il clima, ed in primo luogo la CO2.

Uno penserebbe che i coltivatori fossero la punta di diamante del movimento per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, che sono, insieme al risparmio, l'unico modo per  evitare il disastro ambientale del mondo.

Manco per idea, sono quelli più contrari, i paladini del fronte del NO.

In Val di Cornia si sono scagliati contro il fotovoltaico a terra anche nelle aree inquinate dal cuneo salino, contro l'impianto eolico e ora anche contro l'impianto a biomasse a filiera corta proposto a Suvereto.

Insomma di impegnarsi contro le CAUSE delle alterazioni climatiche non gli piace, ma a chiedere solidarietà sono molto abituati.  Dare solidarietà all'ambiente e alla totalità dei cittadini invece torna scomodo.

Io ci scherzo un po' ma è un altro dei fenomeni di "pensiero corto" fermo ai localismi ed al breve periodo, una versione del leghismo che nasce mentre muore la Lega.

Ma fenomeni analoghi sono diffusi, per esempio nei localismi delle liste civiche, nel rivendicazionismo dei vari comitati (rigorosamente contro) e, più in generale in una dequalificazione della capacità progettuale della politica nel tempo e nello spazio.

L'ambientalismo diviene così, con questa visione miope, una cosa che riguarda l'altrove ed il domani, perdendo quel senso etico che invece è necessario per progettare.

Riusciranno i nostri eroi a tornare ad una visione nazionale e di realistica utopia come fu, ad esempio,  il "piano per il lavoro" di Giuseppe Di Vittorio ? No.

Molto più importante conservare gli iscritti, i voti, le preferenze, i lettori.

E' la politica de "noaltri" e quindi aspettiamoci altri no.

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