[31/08/2012] News toscana

Siccità in Toscana, forte allarme di Coldiretti e Cia. Disastro per pomodori, girasole e zootecnia

L'ondata straordinaria di caldo verificatasi nelle ultime settimane ha compromesso molti raccolti

La confederazione italiana agricoltori (Cia) di Livorno lancia l'ennesimo allarme sulle conseguenze della siccità in Toscana: «L'ondata straordinaria di caldo verificatasi nelle ultime settimane ha compromesso molti raccolti e il bilancio dei danni per il settore agricolo livornese diventa ogni giorno più pesante. Sono state fortemente danneggiate, molte delle colture che costituiscono la parte prevalente del settore primario della provincia.  A risentire delle ripetute ondate di caldo sono state, soprattutto, le colture stagionali, ma  non sono state risparmiate colture permanenti quali vite e olivo. Secondo una prima stima dell'ufficio tecnico agronomico della Cia di Livorno i cali produttivi in alcuni casi sono molto consistenti.

Dai primi dati disponibili, sulle consegne effettuate a partire dal 1 agosto, nello stabilimento dell'Italian Food di Venturina, Il pomodoro da industria ha subito una contrazione media delle rese di circa il 30% accompagnata da una minor qualità del prodotto. In provincia di Livorno i danni produttivi ai vignesti sarebbero intorno al 25%. La Cia  spiega che «sono riscontrabili  diversi sintomi di stress idrico come disseccamenti fogliari, soprattutto alla base dei tralci e mancato accrescimento delle bacche.  In taluni casi la siccità perdurante di questi mesi  potrebbe aver compromesso la pianta stessa pregiudicando in questo caso anche le produzioni future».

Non va meglio per le olive per le quali si prospetta un'altra  annata di scarsa produzione dopo quella particolarmente difficile del  2011. La Cia stima «una contrazione  del 35% delle olive che si andranno a raccogliere, olive che dai primi esami su campioni raccolti, risultano di minor  speso specifico che conseguentemente si tradurrà  in  una riduzione della resa in olio»

Sul fronte delle colture orticole in pieno campo (meloni, cocomeri ecc) la situazione sembra migliore, con un : produttivo del 10% localizzato in aree come la Val di Cornia  dove alla siccità si è accompagnata ad una minore disponibilità di acqua per l'irrigazione.

E' invece disastrosa la campagna del girasole «con raccolti che si preannunciano scarsissimi e cali produttivi generalizzati con perdite di produzione che stimiamo possano quantificarsi intorno all'80%. Dai primi dati  le rese produttive in alcuni casi sono tali da non rendere conveniente economicamente la raccolta del prodotto,  che pertanto  sarà abbandonato».

Ma in provincia di Livorno la situazione più preoccupante è quella della zootecnia: dell'intera zootecnia: «Negli allevamenti si registrano forti cali di produzione ed aumento dei costi per assicurare la qualità del latte e della carne. Riduzione drastica della produzione di foraggi».

Situazione critica a anche in Provincia di Lucca, dove Coldiretti denuncia un calo di produzione tra il 15 e il 20% della vendemmia anticipata di Montecarlo Doc e Colline Lucchesi, ance se la qualità sembra ottima. .

Le recenti piogge hanno portato un po' di refrigerio nelle vigne riarse, ma Dina Pierotti, presidente provinciale Coldiretti sottolinea che le precipitazioni previste nelle prossime ore rischiano di aggravare i danni soprattutto se accompagnate da grandine: «Se la pioggia è intensa i terreni secchi non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con il pericolo di frane e smottamenti mentre la grandine provoca danni irreparabili alle colture in campo».

Gino "Fuso" Carmignani, presidente del Consorzio Montecarlo Doc, dice che «i viticoltori chiedono "piogge leggere ed intense come quella della scorsa settimana. Sarebbe fantastico se avesse continuato a non piovere per una settimana ancora, oggi, probabilmente, staremo qui a parlare di tutt'altro. Magari di un disastro. La natura ci ha voluto bene anche questa volta». Ma Carmignani aggiunge che «Lo stress idrico porterà ad un calo di produzione delle uve precoci come il syrah e il merlot tra il 15% ed il 20%, mentre per le uve tardive come il trebbiano, sangiovese e cabernet stiamo aspettando in gloria la pioggia. L'unica preoccupazione resta la grandine che sarebbe devastante».

In Provincia di Massa Carrara si confida nell'arrivo delle piogge per salvare la stagione dell'olio: già compromesso tra il 20% ed il 30% della produzione. Coldiretti sottolinea che «Se non piove sarà un disastro. La siccità e le prolungate temperature africane di questi mesi colpiscono duro in Lunigiana e sulla costa dove la prossima stagione olivicola rischia di essere peggiore di quella del 2011 che già era stata caratterizzata da una produzione dimezzata, se non quasi azzerata in molte aree. Le previsioni non sono, almeno per il momento le più positive, ma ci sono ancora alcune settimane per capire che annata sarà, e piogge, stando alle previsioni con l'arrivo di Poppea che potrebbero cambiare le sorti delle 300 mila piante censite in provincia di Massa Carrara».

E pensare che, come spiega Vincenzo Tongiani, presidente provinciale Coldiretti, «l'annata era iniziata nel migliore dei modi con un'ottima allegagione che lasciava intendere livelli di produzione record. L'assenza di piogge prolungata unita al caldo ha determinato stress consistenti a carico degli impianti con forti cascole delle drupe e perdite tra il 20% ed il 30% della produzione. Le precipitazioni previste però, soprattutto in questa fase rischiano di aggravare i danni soprattutto se accompagnate da grandine, come previsto. Se la pioggia è intensa i terreni secchi non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con il pericolo di frane e smottamenti mentre la grandine provoca danni irreparabili alle colture in campo».

E' impossibile raggiungere i 6.500 quintali di olio del buon raccolto del 2010, circa 60.000 quintali di olive. A Massa Carrara la siccità farà fuori il 30% della produzione. Le olive diventano nere e cadono e l'ultima pioggerella ha solo aiutato le piante a riprendersi, ma servirebbe altra acqua per salvare la stagione.

L'unica cosa positiva è che non si è ancora vista la mosca olearia, il più pericoloso e dannoso parassita degli olivi.    Giovanni Lagormarsini, tecnico agronomo di Almagricola, evidenzia che «La presenza della mosca, in queste condizioni è fortemente contenuta; gli adulti della mosca diventano attivi solo quando la temperatura supera i 14° C e si arresta allorquando questa supera i 31-33° C. Va sottolineato che il perdurare di giornate estive caratterizzate da alte temperature (maggiori di 31° C), bassa umidità ed assenza di pioggia causano un'elevata mortalità delle larve agevolando l'opera di contenimento delle infestazioni».

A salvarsi sono state le aziende che utilizzano la tecnica di irrigazione a goccia e Francesco Ciarrocchi, direttore provinciale Coldiretti, conclude: «Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici nei confronti dei quali occorre intervenire con interventi finanziari per affrontare l'emergenza, ma anche con misure strutturali con le opere per la conservazione della acqua con il necessario potenziamento degli invasi per l'avvenuta modifica della distribuzione della pioggia».

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