[29/08/2012] News

Il paesaggio č preso a schiaffi ... ma il federalismo non c’entra

L'eccezionalità metereologica dell'estate non ancora conclusa ha  riportato alla ribalta anche nella sua drammaticità tutte le vecchie e nuove questioni ambientali.

E se sulla gravità della situazione, e non solo, del nostro paese cercare di sdrammatizzare le cose è impresa ormai  improba - come hanno riconosciuto autocriticamente anche scienziati "eco-scettici" - assai più problematica resta specialmente da noi l'intesa su come uscirne. E la ragione è che qui si toccano le responsabilità politiche e istituzionali di chi non ha saputo e voluto farsene carico ostinandosi spesso a battere strade rivelatesi fallimentari.

Ne è un esempio un articolo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della sera di qualche giorno fa nel quale di denunciava lo stato penoso dell'ambiente, dalla Val d'Aosta alla Liguria, alla Calabria dove il paesaggio è stato indistintamente preso a schiaffi. Ma il  rullo compressore incapace di fare distinzioni pur nell'ambito di un contesto generale sicuramente allarmante  in cui tuttavia risulta sbrigativo e soprattutto non aiuta a capire le responsabilità e quindi anche come uscirne. E questo articolo lo conferma in maniera evidente quando dovendo chiedersi, ad un certo punto, perché ci siamo ridotti in tale stato l'autore attribuisce la responsabilità a comuni, province e regioni che  a seguito dell'infausta scelta federalista del titolo del titolo V della Costituzione hanno potuto fare i loro comodi infischiandosene insomma dello stato tagliato fuori. L'articolo è uscito in concomitanza con l'intervista del ministro Clini a Repubblica sullo scandalo vergognoso delle bonifiche fantasma. Clini conferma che lo Stato per anni è stato munto -consenziente e complice- da chi grazie alla losca gestione della Protezione civile si è arricchito  senza bonificare alcunché. Del resto persino allo "spericolato"  giornalista del Corriere della Sera sarebbe difficile attribuire a sindaci e presidenti di provincia  le colpe dell'Ilva.

Va detto che questo articolo a suo modo un merito ce l'ha ed è quello di richiamare ancora una volta alla necessità ed urgenza di un cambiamento di registro se lo stesso Clini ricorda di avere chiesto conto più volte al direttore generale all'Ambiente  di quella situazione vergognosa ma di non avere mai avuto risposta. Come è accaduto del resto  più volte anche per l'Ilva. Altro che federalismo e sindaci e regioni che fanno i loro comodi mentre Roma è tagliata fuori. Roma e i ministeri - compreso quello dell'ambiente - in barba al titolo V della Costituzione hanno oggi competenze e ruoli mai registrati nel passato perché sono riusciti a ricentralizzare funzioni e competenze regionali e locali che le istituzioni decentrate non sono riuscite o non hanno voluto contrastare a dovere. Ecco perché siamo così malmessi con il paesaggio, il suolo, i parchi e le aree protette. Ma il federalismo c'entra come il cavolo a merenda.

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