[23/08/2012] News

Gli allevamenti di tonno alternativa alla sovrapesca? Il caso del tonno Kindai

Ecologist pubblica un reportage sul tonno Kindai, allevato dagli scienziati dell'università giapponese di Kinki, che in futuro potrebbe aprire la strada a grandi allevamenti di tonno. I ricercatori di Osaka, hanno presentato questa "nuova specie" di tonno che hanno chiamata Kindai e che è il frutto dell'allevamento in cattività di tre generazioni di tonno rosso del Pacifico, risultando quasi identica ai suoi cugini selvatici, sia in termini di consistenza che di valori nutrizionali, ma è il primo tonno ad essere stato completamente nutrito e cresciuto in cattività: infatti, i recinti per i tonni che conosciamo anche in Mediterraneo sono allevamenti per l'ingrasso. I giapponesi ammettono che l'allevamento del Kindai è ancora costoso e inefficiente e che il nuovo tonno sul mercato costa molto di più del tonno rosso selvatico. 

Il Giappone (e il mondo) però ha sempre più fame di pesce. Nel 1982 la sua pesca arrivava ad oltre 11.800.000 tonnellate, seguita da quella Usa con catture annua per 4,3 milioni di tonnellate. Negli ultimi 30 anni queste cifre sono schizzate verso l'alto, raggiungendo i 2 miliardi di tonnellate in Giappone e gli 800 milioni negli Stati Uniti. 

Questo è sicuramente dovuto al miglioramento dell'efficienza delle barche da pesca industriale, ma il risultato è un consumo insostenibile degli stock ittici, che in Giappone assume aspetti consumistici paradossali. Come scrive Ecologist, «quello che è innegabile è l'impatto ambientale negativo. Il più grande (e il più allarmante) impatto può essere visto sui grandi pesci predatori, come il tonno rosso».

Il tonno rosso del Pacifico non è considerata una specie in pericolo come il tonno rosso del Mediterraneo, ma il suo calo indica comunque un'instabile equilibrio ecologico.  I tonni sono uno dei predatori al vertice della catena alimentare marina, ma sono anche una delle prede più pregiate e in Giappone vengono venduti in media a più di 1.000 dollari per libbra. I tonni sono anche pesci unici: sono endotermici, o a sangue caldo, ed hanno un metabolismo che gli permette di crescere continuamente e rapidamente per tutta la loro vita. In media un tonno adulto può misurare circa 1,8 metri, ma può arrivare fino a 2,7 metri e pesare più di 400 kg. Si ratta di nuotatori velocissimi che raggiungono la velocità di 40 km all'ora. Caratteristiche che non ne fanno certo un soggetto facile per l'allevamento in cattività.

Per questo gli scienziati e i ricercatori guardano con preoccupazione al continuo calo delle popolazioni di tonni e stanno pensando all'acquacoltura come un'alternativa valida alla grande pesca oceanica.

Attualmente circa il 7% del pesce commerciato nel mondo proviene da allevamenti ittici e ormai grandissima parte delle ostriche, vongole, cozze, di alcune specie di crostacei e molte alghe e piante marine vengono allevate e coltivate in condizioni controllate. Le specie di pesci più comuni allevate sono di solito erbivori e comprendono pesci gatto, trote, carpe, tilapia. Ma il recente aumento dei prezzi dei pesci come il tonno ha fatto pensare a molti acquacoltori alla possibilità di allevare questi grandi pesci predatori.

Sui tratta di progetti molto costosi: molti allevatori di pesce del Nord America spendono più per cibare i pesci predatori di quanto ne ricavano effettivamente al kg alla vendita. Ecologist sottolinea che «inoltre i pesci carnivori, come il salmone e il tonno, richiedono una alimentazione varia a base di una vasta gamma di fonti, al fine di mantenere l'illusione di uno stile di vita naturale, nonché per promuovere lo sviluppo sano della muscolatura». 

Ma l'aumento della domanda di tonno ha portato ad un nuovo interesse verso l'allevamento in cattività ella specie, anche se, a causa delle dimensioni dei tonni e del loro vorace ed attivo stile di vita, molti dei precedenti tentativi sono miseramente falliti. Mantenere e ricreare le condizioni naturali è quasi impossibile: il tonno è un migratore che percorre migliaia di chilometri attraversando mari ed oceani che variano in composizione chimica e temperatura, per questo il tonno rosso Mediterraneo e in particolare quello di Favignana è così ricercato dai buongustai giapponesi. E' questa vita da vagabondo dei mari che da alla carne dei tonni quell'alto contenuto nutrizionale e organolettico tanto ricercato, ma è anche il problema che rende il loro allevamento così complicato. 

Si sono tentati vari metodi: sono stati catturati giovani tonni che poi vengono ingrassati in gabbie in mare aperto fino a che non raggiungono la taglia giusta per essere commercializzati. Un metodo che si pensava fosse efficace per ottimizzare la crescita dei tonni ed impedire che altri predatori mangiassero i giovani, ma gli ambientalisti e molti scienziati ed esperti lo contestano e lo considerano pericoloso perché a molti dei pesci catturati non viene mai data la possibilità di deporre le uova, diminuendo così ulteriormente la popolazione selvatica. Insomma si tratta comunque di una pesca "differita" che intacca comunque gli stock.

Alcuni, come i giapponesi, credono che l'allevamento del tonno sia l'investimento migliore perché i tonni allevati hanno un contenuto di mercurio più basso di quelli selvatici, «ma questo porta ad un diverso insieme di questioni etiche e di sicurezza - scrive Ecologist - L'allevamento ittico ha sollevato molte delle stesse questioni etiche come per gli allevamenti a terra di grandi dimensioni di bestiame e di maiali. Anche se questi pesci un giorno potrebbero essere più economici, e contengono meno mercurio, la qualità della loro vita d'allevamento è sotto controllo, perché con le più grandi operazioni di allevamento, si pone il rischio di maltrattamenti. Inoltre, con tanti pesci che vivono così vicini, la minaccia di malattie, sia per gli animali che per il consumatore, aumenta drasticamente. In aggiunta a questi problemi, l'allevamento dei pesci carnivori richiede molto cibo, che ancora una volta ci riporta indietro a trovare una fonte costante e conveniente di pesce».

Insomma, il tonno Kindai potrà anche essere allevato dalla vita alla morte e somigliare come gusto e consistenza al tonno rosso selvatico,, ma resta sempre troppo costoso dal punto di vista ambientale per essere un'alternativa vera alla sovrapesca.

 

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