[23/08/2012] News

I Pantanal dell’America latina scompaiono tre volte più rapidamente delle foreste pluviali

Secondo lo studio "Deforestation and Reforestation of Latin America and the Caribbean (2001-2010)" pubblicato da Biotropica, le praterie e savane inondate dell'America Latina, conosciute come Pantanal, stanno scomparendo quasi tre volte più velocemente delle foreste pluviali tropicali.

Il team guidato da Aide Mitchell, dell'Università di Porto Rico, e che comprende ricercatori argentini, messicani e statunitensi, ha utilizzato dati satellitari della Nasa per valutare variazione della copertura vegetale legnosa in 16.000 comuni dell'America Latina e nei Caraibi e sottolinea che «il cambiamento della copertura boschiva ha affetti diretti sulla biodiversità, il ciclo globale del carbonio ed il funzionamento degli ecosistemi. Molti studi nella regione dell'America Latina e del Caribe hanno documentato l'estesa deforestazione, inoltre esistono studi locali che riportano un recupero dei boschi. Entrambe le dinamiche, deforestazione e riforestazione, sono state messe in relazione con i cambiamenti demografici e socioeconomici. Per esempio, le dinamiche della popolazione, come la migrazione rurale  urbana, possono stimolare il recupero del bosco, mentre l'aumento della domanda mondiale di alimenti può promuovere l'espansione agricola. Dato che nessuno studio ha valutato congiuntamente i processi di deforestazione e riforestazione su scala municipale o regionale, non esiste un'analisi sulla distribuzione spaziale di questi processi. Abbiamo superato questa limitazione producendo simultaneamente mappe del cambiamento della copertura di vegetazione legnosa e degli usi dei suoli tra il 2001 ed il 2010 per ognuno dei 16,050 municipi dell'America Latina».

I ricercatori hanno utilizzato l'analisi non parametrica di regressione "Random Forest" per determinare quali variabili demografiche ed ambientali potessero spiegare le variazioni nella copertura boschiva ed hanno scoperto che «i cambiamenti più significativi della copertura di vegetazione legnosa sono stati causati da processi di deforestazione (-541.835 km2), particolarmente nei bioma della foresta umida, foresta secca e nelle savane o macchie dell'America del Sud».

Ma lo studio ha scoperto che c'è stato «un aumento della copertura di vegetazione legnosa (362.430 km2), specialmente in zone aride o poco favorevoli all'agricoltura industriale. La deforestazione  nelle fiorete umide avviene in zone a bassa elevazione e con poca densità di popolazione, quindi i cambiamenti nella vegetazione legnosa non sono in relazione con i cambiamenti  nella popolazione a livello di municipio. Questi risultati sottolineano l'importanza di quantificare la deforestazione e la riforestazione su molteplici scale spaziali e di vincolare questi cambiamenti a global drivers come l'incremento mondiale della domanda  di cibo».

Ma il risultato più eclatante dello studio è che l'estensione totale delle praterie e savane inondate, il bioma "Pantanal", è calata del 5,3%, nel 20001 occupavano 229.696 Km2, nel 201 217.476 Km2. In confronto, le foreste pluviali di Sudamerica e Caraibi erano calate dell'1,9%: da 9.520.000 di Km2 a 9.340.000 Km2. I ricercatori dicono che il motore del cambiamento dell'uso dei suoli è l'agricoltura intensiva orientata all'esportazione.

Il Pantanal più conosciuto è quello al confine tra Brasile, Paraguay, e Bolivia, ma altre aree di questo tipo si trovano in Venezuela, negli altri Paesi del Sudamerica e persino nelle isole dei Caraibi. Il grande Pantanal sudamericano ospita circa 3.500 specie di piante, 650 specie di uccelli, almeno 125 diversi mammiferi, 180 tipi di rettili, 41 specie di anfibi, e 325 specie di pesci.

L'area più grande di Pantanal è andata persa in Brasile che segna meno 6.253 Km2, la Bolivia ne ha cancellato 4.475 Km2 e l'Argentina 1.198 Km2. In Brasile e in Argentina la distruzione delle savane umide è avvenuta per far posto agli allevamenti di bestiame ed al turismo. Dal 2009 il Brasile ha limitato la realizzazione di industrie e piantagioni di canna da zucchero nel Pantanal, ma gli ambientalisti temono  che le infrastrutture previste, compresi i porti interni e canali, possano alterare irrimediabilmente l'intero ecosistema del Pantanal. 

 

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