[21/08/2012] News

Per un terzo delle grandi imprese giapponesi le energie rinnovabili sono l’alternativa al nucleare

Il sondaggio, condotto da Kyodo news tra fine luglio ed inizio agosto, ha interessato le maggiori compagnie del Giappone

In un sondaggio più del 30% delle 109 maggiori imprese giapponesi ritiene che le energie rinnovabili costituiranno una valida alternativa al nucleare. Solo tre grandi compagnie ritengono che non ci siano alternativa, mentre nel suo complesso il mondo imprenditoriale giapponese è sempre più ottimista sul fatto che il Paese in futuro sarà in grado di ridurre al minimo la sua dipendenza dall'energia nucleare.

Il sondaggio, condotto da Kyodo news tra fine luglio ed inizio agosto, ha interessato le maggiori compagnie del Giappone, compresi colossi multinazionali come Sony, Toyota, Mizuho Financial Group, Nippon Steel e Rakuten. Alla domanda su cosa sostituirà l'energia nucleare, 35 grandi compagnie hanno risposto che sarà l'energia rinnovabile, soprattutto solare ed eolico, mentre 10 imprese hanno risposto le centrali termiche tradizionali.

Sulle tre opzioni proposte dal governo per il ruolo dell'energia atomica nel futuro mix energetico del Giappone entro il 2030, 13 compagnie appoggiano l'opzione 15%, 11 hanno scelto tra il 20 e il 25%, una ha optato per zero nucleare (l'opzione ormai preferita dalla maggioranza dell'opinione pubblica giapponese), mentre 4 hanno detto il nucleare dovrebbe rappresentare ancora più del 25% dell'energia prodotta in Giappone.

La Kansai Electric Power Company (Kepco) che gestisce diversi reattori nucleari e che a luglio ne ha riavviato 2 nell'impianto di Oi, nella prefettura di Fukui, ha risposto che «il Giappone ha bisogno di almeno dal 20 al 25% di nucleare, supponendo che la sicurezza sia assicurata. Ognuna di queste tre opzioni si pensa possa influenzare la vita delle persone e la crescita economica».

Alla domanda se il calo dei consumi post disastro nucleare di Fukushima Daiichi influisca sui guadagni, il 43% ha detto di aspettarsi un effetto negativo, il 29% un impatto leggermente negativo e il 18% un impatto negativo. Invece 35 imprese, il 32% per cento, non prevedono alcun impatto sugli utili, mentre 4 società prevedono un impatto leggermente positivo.

La Dieta, il Parlamento giapponese, ha recentemente approvato una legge per aumentare il tasso di imposta dal 5 all'8% nell'aprile 2014 e al 10% nell' ottobre 2015 per far fronte all'aumento degli oneri sociali. Per quanto riguarda lo stato dell'economia giapponese, 50 compagnie hanno detto che sta crescendo moderatamente, contro 2 secondo le quali contraendo. 57 hanno che l'economia è stabile e che si sta semplicemente spostando verso altri settori.

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