[16/08/2012] News

Trovati in Perù uomini immuni alla rabbia trasmessa dai morsi dei pipistrelli vampiro

L'American Journal of Tropical Medicine and Hygiene ha presentato lo studio " Evidence of rabies virus exposure among humans in the Peruvian Amazon Resistance to Rabies" nel quale un team di ricercatori statunitensi e peruviani, guidato da Amy Gilbert del National center for emerging and zoonotic infectious diseases di Atlanta, indagano sulla rabbia che provoca in particolare  un'encefalite quasi sempre letale causata dal virus lyssaviruses. Si stima che la rabbia uccida circa 55.000 persone ogni anno solo in Africa e in Asia ed è una malattia emergente in Cina, nelle ex repubbliche sovietiche, nell'Africa meridionale e in America latina.  

Gilbert ed i suoi collegi  esaminano il caso di due comunità del Perù, Truenococha e Santa Marta, nella provincia di e Datem del Marañón, nel dipartimento di Loreto, che nel  maggio del 2010 sono state censite tra quelle a rischio per la trasmissione della rabbia da parte dei pipistrelli vampiro. I ricercatori sottolineano che «i fattori di rischio per l'esposizione ai pipistrelli comprendevano: età inferiore o uguale a 25 anni e possesso di animali che erano stati morsi da pipistrelli».  Ma la sorpresa è arrivata quando «anticorpi neutralizzanti il virus della rabbia (rVNAs) sono stati rilevati nell'11% (7 su 63) di sieri umani testati».  Uno tra questi era stato vaccinato in precedenza, ma gli altri 6 hanno affermato di essere stati morsi da pipistrelli, «Questi dati - si legge nella risorsa - suggeriscono che l'esposizione fatale di persone al  virus della rabbia, che è probabilmente associata alla predazione del pipistrello vampiro».

La Gilbert ed i suoi colleghi sfidano la convinzione che  la rabbia sia incurabile e sempre letale. Questa regola fatale non è mai stato vero per molte specie di mammiferi, mentre altri, come la volpe e l'uomo, soccombono rapidamente. Lo stesso team statunitense-peruviano ha recentemente fornito prove convincenti che alcune specie di pipistrelli che sono noti "serbatoi" di rabbia sono in grado di riprendersi regolarmente dall'infezione.

Alcuni casi di resistenza completo o parziale alla rabbia si sono verificati sporadicamente, come in recenti casi verificatisi in Texas e California. 

Rodney Willoughby, del department of pediatrics del Medical college of Wisconsin, sottolinea che «se la resistenza completa o relativa alla rabbia dovesse esistere in popolazioni distinte, questo poi probabilmente richiederà una selezione prolungata in una regione dove la rabbia interessa popolazioni umane geneticamente isolate. Dove guardare? Si potrebbero postulare zone remote e piccole popolazioni indigene come l'Artico (dove il virus della rabbia è endemico nelle volpi) o l'Amazzonia, l'Africa o Asia, dove i virus della rabbia dei pipistrelli o dei carnivori sono endemici». 

La Glbert spiega che «nella stragrande maggioranza dei casi, la rabbia è mortale per le persone contaminate. Certi tipi di resistenza naturale o di risposta immunitaria sono verosimilmente più forti in alcune comunità esposte regolarmente alla malattia».

Lo studio del team della ci porta molto più vicino alla possibilità di trovare una soluzione per la rabbia partendo da esseri umani "immuni", che nelle comunità del Perù erano tutti adulti, suggerendo un vantaggio di resistenza alla rabbia in una regione dove la sopravvivenza dei bambini è bassa e l'80% delle persone viene morsa dai pipistrelli vampiro.

La rabbia è prevenibile con un vaccino da oltre un secolo, ma la cattiva distribuzione e problemi economici e geografici economiche e geografiche lo rendono troppo onerose per alcune aree.  La Gilbert ha individuato un'opportunità per nuove terapie, rilevabile tramite il sequenziamento dell'intero genoma. Uno studio attento e rispettoso della genetica di queste popolazioni geneticamente uniche può fornire informazioni su quali percorsi della biochimica e della fisiologia umana possano favorire la resistenza alla rabbia.  

 

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