[16/08/2012] News

Il Tribunale federale del Brasile sospende la costruzione delle dighe di Belo Monte e Teles Pires

Il Congresso brasiliano Congresso autorizzò la costruzione di Belo Monte 7 anni fa, senza una Valutazione d'impatto ambientale (Via)

In due processi distinti, il Tribunal Regional Federal della  1ª Região di Brasília (Trf1), ha sentenziato che i popoli indigeni hanno il diritto di essere consultati preventivamente sulle infrastrutture che vengono costruite sui loro territori. Si tratta di due dighe idroelettriche molto controverse e contestate: quella di Belo Monte sul fiume Xingu e quella sul Rio Teles Pires. I giudici  hanno accolto all'unanimità il ricorso del Ministério Público Federal (Mpf) ed hanno ordinato il blocco del cantiere di Belo Monte, una settimana prima avevano ordinato il blocco delle opere della di  Teles Pires. Nel caso di Belo Monte, il Trf1 ha detto che sono stati violati i diritti alla consultazione delle comunità indigene ed ha quindi annullato gli effetti del decreto legislativo 788/2005 del Congresso Nacional che autorizzava la gigantesca diga. Il Brasile avrebbe ignorato i suoi obblighi come firmatario della Convenzione 169 dell'International labour organization (Ilo) che dice che le comunità indigene devono essere consultate preventivamente in caso di opere che interessino i loro territori. La sentenza specifica: «L'incolumità dell'ambiente non può essere compromessa da interessi imprenditoriali o dipendere da motivazioni di indole meramente economica».

Il Congresso brasiliano Congresso autorizzò la costruzione di Belo Monte 7  anni fa, senza una Valutazione d'impatto ambientale (Via). Un successivo studio, prodotto da Eletrobras e dalle tre più grandi compagnie di costruzioni del Brasile: Camargo Correa, Andrade Gutierrez e Odebrecht, è stato duramente ed ampiamente criticato per aver sottovalutato gli effetti socio-ambientali della diga, in particolare per gli effetti sulle popolazioni indigene e sulle altre comunità tradizionali che vivono a valle dall'enorme sbarramento dirotterebbe l'80% del flusso naturale del Xingu. La Via è stata approvata dall'Instituto brasileiro do meio ambiente e dos recursos Naturais renováveis (Ibama) nel febbraio 2010, sotto forti pressioni politiche e nonostante le obiezioni del personale tecnico dell'agenzia federale. Con l'avvio della costruzione della diga nel  giugno 2011, molte delle conseguenze sociali e ambientali si stanno dimostrando reale, per questo gli indigeni sono diventati più espliciti nella loro opposizione a Belo Monte. Durante la conferenza Rio+20 dell'Onu i leader indigeni hanno occupato per 21 giorni il sito della diga, protestando contro le sue conseguenze e le promesse non mantenute dai costruttori. Due settimane più tardi, le comunità indigene hanno fermato tre ingegneri della Norte Energia sulle loro terre tribali. 

Ora il Congresso federale dovrà ascoltare i popoli indigeni e i lavori saranno paralizzati fino a che questa consultazione non sarà terminata. Il relatore del caso, Souza Prudente, ha detto alla stampa: «Non stiamo combattendo il progetto di accelerazione del governo. Ma non può essere un progetto dittatoriale. Le comunità stanno gridando per essere ascoltate e continuano ad essere ignorate. Il modello delle "autorizações prévias e estudos póstumos" per gli impianti deve essere rivisto, perché è autoritario ed inaccettabile».  La settimana scorsa il Trf1 aveva deciso in favore dei diritti indigeni nell'altro caso di consultazioni preventive per la diga di Teles Pires, tra il Pará e il Mato Grosso. In entrambi i casi la domanda è la stessa: il governo federale del Brasile può ignorare i diritti dei popoli indigeni, assicurati da trattati internazionali che ha sottoscritto, per costruire dighe idroelettriche ed altre infrastrutture in Amazzonia? La decisione del Trf1 favorevole ai popoli di Teles Pires mette un punto fermo: le consultazioni degli indigeni devono essere fatte prima di qualsiasi autorizzazione ed in base a studi di impatto ambientale validi. Secondo Souza Prudente «nel caso della diga di Teles Pires, l'aggressione contro i popoli indigeni è stata ancora più violenta che a Belo Monte. La decisione politica di procedere alla costruzione di 5 grandi dighe lungo il fiume Teles Pires è stata  presa dal Ministero delle miniere e dell'energia senza un'efficace analisi degli impatti sui mezzi di sussistenza dei territori dei popoli indigeni. Le rapide Sete Quedas del fiume Teles Pires sono considerate sacre dalle popolazioni indigene e sono di vitale importanza per la riproduzione dei pesci, un elemento basilare della loro dieta. Eppure niente di tutto questo è stato preso in considerazione nell'analisi del bacino e negli studi di impatto ambientale».   

Felício Pontes Jr, che ha avviato il procedimento sulle mancate consultazioni, spiega che «il decreto legislativo che ha autorizzato Belo Monte senza consultare gli era un vero monumento dell'affronto alla Costituzione. Finalmente, dopo anni di dibattiti, il Judiciário si è pronunciato in difesa della superiore legge del Paese e dei diritti dei popoli indigeni. Ora, dato che si tratta di materia costituzionale e di una decisione nel merito del procedimento, può essere solo oggetto di un ricorso al Supremo Tribunal Federal».

La sentenza su Belo Monte cita prove schiaccianti che i popoli indigeni non sono stati adeguatamente consultati prima dell'approvazione del progetto da parte del governo, mentre la Convenzione Ilo richiede che il Congresso possa autorizzare l'uso delle risorse idriche per i progetti idroelettrici solo dopo una valutazione indipendente degli impatti ambientali e le successive consultazioni con i popoli indigeni interessati. 

Per Internationsal Rivers, «La sentenza significa che il Congresso brasiliano dovrà correggere il suo errore precedente con l'organizzazione di consultazioni sugli impatti del progetto con i popoli indigeni del fiume Xingu interessati, in particolare le tribù Juruna, Arara e Xikrin. Le loro opinioni devono essere considerate nella decisione del Congresso sull'opportunità di autorizzare Belo Monte», Intanto al consorzio che stava lavorando al gigantesco progetto è stato ordinato di sospendere la costruzione. Si tratta del Consorzio Norte Energia, guidato dalla compagnia elettrica parastatale Eletrobras, che rischia una multa da 500.000 real (250.000 dollari) al giorno se non rispetta l'ordinanza di sospensione. Norte Energia ha già detto che impugnerà a decisione presso la Corte Suprema brasiliana.

Brent Millikan di International Rivers, sottolinea che «Questa decisione della Corte rivendica ciò che i popoli indigeni, gli attivisti dei diritti umani e l'Ufficio della procura federale hanno chiesto per tutto il tempo. Ci auguriamo che il procuratore generale del presidente Dilma e il giudice in capo della Corte federale (Trf1) non tenteranno di sovvertire questa importante decisione, come hanno fatto in situazioni analoghe in passato».

Secondo Joelson Cavalcante, dell'Interamerican association for environmental defense, una Ong che fornisce supporto legale alle comunità minacciate, «Questa decisione rafforza la richiesta presentata aprile dalla Commissione inter-americana sui diritti umani nell'aprile 2011 per sospendere il progetto a causa della mancanza di consultazioni con le comunità indigene. Speriamo che Norte Energia e il governo si conformino  alla presente decisione e rispettino i diritti delle comunità indigene».

Ma sulla gioia e le speranze dei popoli indigeni e degli ambientalisti è arrivata subito una doccia fredda: il presidente del Trf1 ha annunciato l'intenzione di ricorrere contro la sentenza  Souza Prudente e degli altri giudici federali su Teles Pires, evidenziando così una crescente crisi all'interno del sistema giudiziario del Brasile sugli ambiziosi piani del governo di Dilma Rousseff riguardanti la costruzione di grandi infrastrutture in Amazzonia.

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