[09/08/2012] News

Cercasi disperatamente un food system sostenibile e climate-friendly

La farm belt Usa è bollente. La mancanza di pioggia e le alte temperature hanno messo a rischio i grandi raccolti annuali di mais e soia. E dato che gli Stati Uniti sono il maggiore produttore al mondo di queste due colture di base, la siccità continua minaccia le forniture alimentari non solo in Nord America, ma in tutto il mondo.

Anche gli agricoltori in altre grandi nazioni agricole, come la Cina e l'India, così come quelli di molti Paesi più piccoli, negli ultimi anni hanno anche sentito la forza rude di eventi meteorologici estremi. L'India sta guardando di traverso il povero volume di pioggia del monsone annuale che è caduto fino ad ora, dal quale l'agricoltura dipende per avere raccolti produttivi.

Climate-driven. Gli alti prezzi alimentari causare disordini sociali

Fino a poco tempo, gli Stati Uniti non avevano sperimentato condizioni meteorologiche estreme nella stessa misura. E, così come in molte parti del mondo in questi giorni, gli effetti della siccità degli Usa si faranno sentire a livello globale, principalmente attraverso l'aumento dei prezzi alimentari. Naturalmente, non è solo un male se i prezzi di alcuni alimenti aumentano , in particolare quelli con alti costi climatici ed ecologici, come la carne ed i prodotti lattiero-caseari. I consumatori possono reagire riducendo la loro assunzione, del che potrebbero beneficiarne la salute pubblica e l'ambiente.

Ma per i miliardi di persone in tutto il mondo per le quali la fame e l'insicurezza alimentare sono un fatto della vita, gli impatti delle percentuali degli spiking food prices, come i cereali giornalieri o i nutrienti insiemi di verdure e frutta, sono terribili. Ricordate gli shock dei prezzi alimentari del 2008? Gli analisti ne temono una ripetizione: più fame e potenzialmente più proteste mortali.

Questa situazione sottolinea l'urgente sfida che esploro nel mio capitolo "Food Security and Equity in a Climate-Constrained World: Moving Toward Sustainable Prosperity" dello State of the World 2012 del Worldwatch Institute. Come può il sistema alimentare globale essere sostenibile, equo, e, soprattutto, compatibile con il clima? Questo significa un'agricoltura che deve essere resiliente agli impatti del cambiamento climatico, come la siccità, le piogge improvvise e le temperature estreme, e che non produce enormi quantità di gas serra.

La globalizzazione del sistema alimentare incompatibile con la sostenibilità

Purtroppo, il sistema alimentare che si sta rapidamente globalizzando - sostanzialmente il modello Usa - non tiene conto dei costi. In gran parte questo è perché al suo centro c'è la produzione di massa di animali per la carne, latticini e uova, nonché colture come mais e soia che vengono utilizzate per l'alimentazione animale.

Dagli anni '70, la produzione globale di carne è cresciuta di quasi tre volte, ed è ora 20 volte più estesa di quel che era 2000. Ogni anno, a livello globale oltre 60 miliardi di animali terrestri vengono utilizzati per carne, uova e produzione lattiero-casearia, dei quali quasi 10 miliardi di animali nei soli Stati Uniti I sistemi intensivi, come factory farms e feedlots, sono quasi universale negli Stati Uniti e stanno guadagnando appoggi importanti nel mondo in via di sviluppo. Inoltre, il livello  di produzione si sta espandendo rapidamente. Solo una generazione fa, la maggior parte dei polli in India erano allevati in allevamenti a carattere familiare, spesso dalle donne. Adesso, il 90% degli oltre 2 miliardi di polli che vengono venduti ogni anno nel Paese hanno vissuto tutta la loro vita in strutture di tipo industriale. L'India è oggi il quinto più grande produttore al l mondo il di carni di pollame. Il consumo di cane complessivo della Cina è ora due volte quella degli Usa. Se le tendenze attuali continueranno, entro il 2050 il patrimonio zootecnico globale potrebbe superare i 100 miliard, più di 10 volte il numero delle persone che probabile vivranno allora.

Food System, i rifiuti risorse vitali

Anche se Michael Herrmann, advisor dell'United Nations Population Fund, afferma che l'attuale sistema alimentare mondiale potrebbe nutrire 8 miliardi di persone, forse anche 9 miliardi, sottolinea l'enorme spreco del sistema alimentare: "Una gran parte del cibo che produciamo in realtà non finisce come cibo sulle nostre tavole". Al contrario, grandi quantità di raccolti sono utilizzati come mangimi per animali.

Secondo la Food and Agriculture Organization (Fao), l'intensificazione dell'agricoltura animale significa che "il settore zootecnico entra in una concorrenza ancora più diretta per la terra scarsa, l'acqua ed altre risorse naturali". Questo, naturalmente, ha un impatto significativo sulla nostra capacità di garantire l'equità e la sostenibilità a livello globale, con un'ampia prosperità di base per la popolazione del mondo.

Inoltre, da qualche parte tra il 18%(secondo la Fao)  ed il 51% (secondo una stima più recente di ex ed attuali specialisti ambientali della Banca Mondiale) di tutti i gas serra provocati degli esseri umani possono essere ricondotti al settore zootecnico globale.

Quattro soluzioni per un sistema alimentare sostenibile

I governi nella recente Conferenza Rio+20 hanno convenuto sulla "necessità" di promuovere, valorizzare e sostenere "l'agricoltura più sostenibile", ma sono stati vaghi sui dettagli. Disegnare il perimetro e stabilire obiettivi specifici è estremamente importante. Qui ci sono alcune delle azioni che suggerisco, con più soluzioni nel mio capitolo nello State of the World:

I governi (tra gli altri) dovrebbero garantire che l'inquinamento delle acque e il degrado delle terre, la deforestazione, il degrado o la distruzione degli ecosistemi e della biodiversità e le emissioni di gas serra non siano più "esterni" al bilancio dell'industria del bestiame, ma sono piuttosto interiorizzate attraverso prezzi equi e che siano pienamente ripagati. In collaborazione con le organizzazioni della società civile, i governi dovrebbero proporre valide alternative al sistema agricolo industriale il che sarebbe meglio per il clima, l'ambiente, le famiglie di agricoltori, il cibo e l'uguaglianza dei redditi. I governi dovrebbero fornire incentivi per promuovere la coltivazione e l'accesso agli alimenti che forniscono sostanze nutrienti chiave, come le verdure a foglia verde ed i legumi, e che necessitano di meno acqua rispetto ai cereali da foraggio e che possono essere in grado di sopportare meglio i cambiamenti climatici. I governi e le organizzazioni non governative e community-based dovrebbero avviare iniziative di educazione pubblica per incoraggiare forme più sane e sostenibili di consumo che si basino sulle cucine a tradizionale regionali e nazionali, in gran parte a base vegetale. L'attuale clima globale non richiede niente di meno.

*Mia MacDonald è senior fellow  del Worldwatch Institute e direttrice esecutiva di Brighter Green, una Ong con sede a New York che si occupa dei legami tra ambiente, animali e sviluppo globale. Il suo Food Policy and Equity Program riguarda le globalizzazione dell'agricoltura industrial animale.

Questo articolo è apparso l'8 agosto 2012 con il titolo "Desperately Seeking: A Sustainable, Climate-Friendly Food System" sui siti web di Brighter Green e Woldwatch Institute.

 

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