[02/08/2012] News

Quando in Antartide c’erano i baobab

Rivelato il passato tropicale del Continente ghiacciato

Un tempo, durante l'Eocene, quella che oggi è la freddissima Antartide ospitava piante tropicali come felci ed alberi della foresta pluviale. Gli scienziati rivelano oggi su Nature di avere scoperto la prima prova diretta che in quello che oggi è l'Oceano Antartico sorgeva una terra verde e calda.  Lo studio "Persistent near-tropical warmth on the Antarctic continent during the early Eocene epoch" presenta i risultati di una team di ricerca composto da 318 scienziati sbarcato nella Terra di Wilkes, , dove hanno praticato un foro di un chilometro in profondità nel fondo dell'oceano al largo della costa orientale dell'Antartide. Gli strati di sedimenti estratti contengono fossili molto piccoli e sostanze chimiche, intrappolate nel tempo come in un'istantanea che emerge da un lontanissimo passato.

James Bendle, dell'università di Glasgow, ha partecipato allo studio e spiega che  «Nei sedimenti abbiamo trovato del polline fossilizzato che rappresenta due ambienti distinti con diverse condizioni climatiche: uno le calde foresta pluviali di pianura caldo dominate da felci arboree, palme ed alberi di baobab, ed una regione montuosa fredda dominata da faggi e conifere. I baobab sono nativi del ​​Madagascar e sono conosciuti anche come "albero della vita", perché i loro tronchi gonfi possono immagazzinare acqua. Molti dei tipi di polline della foresta pluviale provengono da alberi che sono impollinate da insetti, tra i quali le palme e i baobab, ma anche la macadamia  che produce le noci deliziosi che ci godiamo oggi. I pollini di entrambi gli ambienti sarebbero stati dilavati, soffiati dal vento o trasportati dagli insetti nella bassa costiera piattaforma costiera, dove si sono depositati nel fango e sono stati preservati per gli ultimi 50 milioni di anni o giù di lì».

Il polline ritrovato dimostra che le temperature lungo la costa antartica sarebbe stato intorno ai 16 gradi centigradi, con estati miti che raggiungevano i 21° C ed inverni con una media di più di 10° C, anche durante i tre mesi di buio. Ulteriori prove di queste temperature miti provengono dalle molecole organiche, che si sono conservate, prodotte dai batteri del suolo che sarebbero vissuti nei terreni lungo la costa.

Bendle è convinto che il lavoro del suo team debba far riflettere: «Nel "World Greenhouse" del periodo dell'Eocene, che durò tra i 48 ed i 55 milioni di anni fa, i livelli nell'atmosfera di anidride carbonica (CO2) sarebbero stati più che doppio rispetto a quel che sono oggi. 'Ma i livelli do CO2 stanno aumentando rapidamente a causa della nostra combustione di combustibili fossili e della deforestazione. Non abbiamo ancora raggiunto livelli dell'Eocene, ma li stiamo aumentando più velocemente che in qualsiasi momento nella storia della Terra».

Un altro scienziato che ha partecipato alla ricerca, Jörg Pross, uno paleoclimatologo dell'università Goethe di Francoforte, sottolinea che «la CO2 contenuta dall'atmosfera, così come ipotizzata per tale intervallo di tempo, non è sufficiente da sola a spiegare le condizioni quasi tropicali in Antartide. Un altro fattore importante è stato il trasferimento di calore attraverso le correnti oceaniche calde che hanno raggiunto l'Antartide».

Quando l'antica corrente oceanica calda collassò  la costa antartica passò sotto l'influenza delle correnti oceaniche più fredde e le foreste pluviali tropicali, le palme e i baobab scomparvero.

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