[31/07/2012] News

Goletta dei laghi, il bilancio: pił ombre che luci con qualche apporto positivo delle aree protette

Diciassette laghi coinvolti nella campagna, situati in 11 regioni della Penisola; 64 i punti monitorati dal laboratorio mobile di Legambiente durante il passaggio della Goletta dei Laghi, di cui 40 hanno riportato un livello di batteri fecali oltre il limite concesso dalla legge. Ancora una volta il maggior numero di campioni risultati fuori legge sono stati prelevati alla foce di fiumi e torrenti, a conferma che i problemi per i laghi sono causati anche dagli scarichi dei comuni dell'entroterra. Questi in sintesi i principali numeri della settima edizione della Goletta dei Laghi di Legambiente, la campagna per il monitoraggio scientifico e naturalistico dei maggiori bacini lacustri italiani, realizzata con il contributo del Coou (Consorzio obbligatorio oli usati), che si è conclusa oggi con la presentazione del bilancio finale.

«Con il passaggio della Goletta dei Laghi vogliamo riportare l'attenzione sui nostri bacini lacustri -  ha spiegato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - Queste aree rappresentano una parte importantissima del nostro territorio, un enorme serbatoio di paesaggio, natura e biodiversità. Non solo, rappresentano infatti anche un'importantissima riserva di acqua dolce fondamentale per l'ambiente e per l'uomo, soprattutto durante i periodi di siccità, come quello che stiamo vivendo, che fanno da contraltare alle violente precipitazioni autunnali. Per questo la tutela non solo qualitativa ma anche quantitativa dell'acqua deve diventare una priorità delle amministrazioni rivierasche e a tutti i livelli istituzionali, a partire dalla regolamentazione degli usi e dal controllo sulle eccessive captazioni».

A ridosso della scadenza europea per il raggiungimento del buono stato dei corsi d'acqua, fissata al 2015, solo il 37% delle acque lacustri a livello nazionale, ha raggiunto oggi la classe di buona qualità, situazione constatata anche durante la campagna di Legambiente. Maglia nera, anche quest'anno, ai grandi laghi del nord su cui si riscontra la falla più grande nel sistema di depurazione. Sono 36, infatti, i punti risultati fuori legge- spiegano da Legambiente- Sul lago d'Iseo sono stati campionati 7 punti, di cui 6 risultati inquinati. Cinque di questi hanno rilevato la presenza di batteri fecali ben oltre il doppio del limite consentito dalla legge, classificandosi fortemente inquinati. Sul lago di Como, dei 13 punti campionati, 10 sono risultati critici con 8 punti fortemente inquinati. Sul lago Maggiore sono stati 6 i punti campionati, di cui 5 sono risultati fortemente inquinati. Sul lago di Varese i tecnici di Legambiente hanno effettuato due campionamenti risultati ambedue fortemente inquinati. Sul lago di Lugano, i tre punti campionati dai tecnici hanno rilevato due punti fortemente inquinati e uno inquinato. Sul lago di Garda sono stati prelevati 14 campioni di cui 8 sono risultati critici; di questi cinque punti sono risultati fortemente inquinati e 3 inquinati. Sul lago di Bolsena, sono stati prelevati 5 campioni di cui 3 sono risultati critici, di cui 2 sono risultati fortemente inquinati e 1 inquinato. Sul lago di Vico un punto è risultato fortemente inquinato. Sul lago di Albano, 3 i punti campionati di cui uno è risultato fortemente inquinato e uno inquinato. Al lago Fibreno sono stati effettuati 2 campionamenti di cui un punto è risultato inquinato. Superano invece l'esame della Goletta dei Laghi di Legambiente i laghi di Viverone, in Piemonte, e i laghi laziali Bracciano, Salto e Turano.

 «Il monitoraggio scientifico svolto da Legambiente - ha sottolineato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico - mette in luce anche quest'anno le numerose criticità per quanto riguarda l'inquinamento proveniente da scarichi civili non depurati che riguardano i grandi laghi del nord Italia ma anche gli specchi d'acqua minori monitorati nel Lazio. Una fotografia che rileva oltre il 60% dei prelievi al di sopra dei limiti di legge. Un sistema depurativo carente, che nel nostro Paese riguarda ancora un quarto della popolazione e che rischia, oltre che gravi ripercussioni ambientali, anche di farci pagare pesanti sanzioni derivanti dalle procedure d'infrazione aperte per il mancato rispetto delle direttive europee. Per questo, completare il trattamento degli scarichi deve diventare una priorità per l'agenda politica a tutti i livelli. La sfida della qualità dell'acqua si gioca poi anche attraverso una buona gestione dei territori rivieraschi. Infatti- ha continuato Zampetti- per avere dei laghi in buono stato, come previsto dalle direttive europee, non basta migliorare la qualità delle acque ma bisogna anche garantire la salvaguardia e la tutela degli interi ecosistemi lacustri. Per questo oltre ridurre gli scarichi inquinanti occorre fermare il consumo di suolo, la cementificazione delle coste e tutelare le aree naturali che contribuiscono a mantenere i laghi in buona salute».

E questo è l'altro aspetto monitorato dalla campagna Goletta dei laghi che per il primo anno ha raggiunto anche le regioni del Centro e del Sud per promuovere e valorizzare i bacini minori e le aree che li ospitano. Toccate per la prima volta Toscana, Marche, Sicilia e Calabria e dopo anni di nuovo l'Abruzzo, dove l'equipaggio della Goletta ha rilevato l'azione positiva e il valore aggiunto che le aree protette hanno svolto nella tutela della biodiversità e promozione del territorio. Positive, infatti, le buone pratiche messe in piedi dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e dal Parco della Sila, che hanno lavorato per la tutela della natura, la qualificazione dell'offerta turistica e la promozione delle tipicità del luogo. Positiva anche l'azione del comune di Massa Marittima (GR), nel cui territorio ricade il lago dell'Accesa che, per preservare le ottime condizioni del bacino, ha acquistato l'anello di territorio intorno al lago. Negativa, invece, l'azione della Riserva di Piani di Spagna, sul lago di Como, alla cui gestione gli attivisti di Legambiente hanno consegnato una bandiera nera. Su quest'area, infatti, ricca di biodiversità, pesa la minaccia di nuove costruzioni. Come negativa è l'azione dell'amministrazione della Riserva Naturale Orientata Lago Soprano, in capo alla Provincia Regionale di Caltanissetta all'interno dell'area del Comune di Serradifalco, che non sta svolgendo le azioni previste nel piano di gestione dell'area protetta. «In conclusione della campagna rilanciamo l'appello a tutte le Amministrazioni rivierasche di mettere in pratica una corretta gestione del territorio, fondamentale per la tutela e lo sviluppo economico e turistico degli specchi lacustri, che rappresentano una parte importantissima del nostro Paese» ha concluso Cogliati Dezza.

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