[31/07/2012] News

Siccità, il Po è in secca e l’agricoltura ha già perso mezzo miliardo di euro

Necessario un Piano nazionale per l'acqua

Anche il bacino del Po come quello dell'Arno è in grande sofferenza a causa della siccità. Il livello idrometrico del fiume è sceso di 8,50 metri sotto il livello medio e l'asciutta  eccezionale ha di fatto paralizzato la navigazione commerciale e costretto i diportisti a far rimanere le proprie barche ormeggiate, per il pericolo di scontrarsi con i tronchi affioranti. Ad annunciarlo è la Coldiretti sulla base di un monitoraggio alla stazione di rilevamento di Canonica d'Adda.

«Se la situazione dovesse continuare, si rischia seriamente che le riserve idriche possano venire meno, con un'autonomia stimata di 15 giorni- ha sottolineato Coldiretti- una situazione che accomuna anche i laghi di Como e Maggiore, entrambi al di sotto del livello medio del periodo, mentre quello di Garda è a malapena stabile». La mancanza di pioggia e il grande caldo riducono la disponibilità idrica per l'agricoltura che da nord a sud è in crisi con perdite che hanno già superato il mezzo miliardo di euro.

«Interi raccolti sono andati persi dal Veneto fino alla provincia di Crotone e alla Sicilia passando per la Toscana dove nelle province di Grosseto e Livorno sono state attivate le procedure per lo stato di calamità. Ad essere stati duramente colpiti sono state decine di migliaia di ettari coltivati di mais, pomodori, barbabietole e girasoli a macchia di leopardo lungo tutta la penisola dove in alcune zone non piove in modo adeguato da mesi. Sopra i 30 gradi- ha spiegato Coldiretti- le piante di pomodoro vanno in stress perché non riescono più a lavorare e si fermano, nonostante l'irrigazione che non riesce a sopperire neanche al fabbisogno idrico delle coltivazioni di granoturco. Le coltivazioni in questa fase stagionale si trovano in un momento critico di sviluppo e hanno bisogno dell'acqua per completare il ciclo produttivo».

Stato di stress anche per  gli animali negli allevamenti dove le mucche arrivano a produrre anche il 10 per cento di latte in meno nonostante gli accorgimenti adottati per garantire il refrigerio (doccette, ventilatori, ecc.). anche il settore idropotabile pare a rischio con probabili razionamenti che in alcune aree più vulnerabili sono già iniziati.  A breve non si uscirà da questa situazione che solo le auspicabili piogge autunnali possono mitigare, ma i disagi di questo periodo devono comunque servire come promemoria per la realizzazione di strategie di adattamento (un Piano nazionale per l'acqua), considerato che la carenza idrica, è più che probabile, si ripeterà nei prossimi anni con maggiore insistenza.

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