[31/07/2012] News toscana

Trasporto pubblico locale, per Ammirati (Pdl): «L’unica via d’uscita č la gara unica regionale ferro-gomma»

Il grido d'allarme in difesa del settore del trasporto pubblico in Toscana viene dal Partito che più negli anni passati aveva spinto per privatizzare tutto: il Pdl. Ora il vicecapogruppo del Pdl al in Consiglio regionale della Toscana, Paolo Enrico Ammirati, che fa parte della commissione trasporti, lo definisce  «Un settore cruciale sia sotto il profilo del servizio ai cittadini che sotto quello squisitamente industriale» e lancia l'allarme: «Tagli al fondo nazionale, incertezze sulla gara unica, taglio delle linee, problema sociale e umano degli esuberi, aumenti delle tariffe: è schiacciato da queste questioni, che corrispondono a risorse sempre minori destinate al settore, il trasporto pubblico locale (Tpl) su gomma che rischia letteralmente di scomparire. L'unica via d'uscita? La gara unica regionale ferro-gomma «In Toscana. Il rischio di non veder più circolare i bus è concreto. Altro che aumento del 9,8% del prezzo dei biglietti, qui siamo dinanzi a un basso tasso di autofinanziamento, certo, ma anche a una scarsità assoluta delle risorse pubbliche disponibili. Basti pensare che le entrate derivanti dalla vendita dei biglietti per le corse urbane ed extraurbane coprono solo il 30% del costo del servizio. Il restante 70% dei costi sono coperti da fondi pubblici».

Evidentemente ci sono servizi pubblici che i privati non sono in grado di assicurare, Infatti secondo Ammirati, «In assenza di decisioni drastiche e strutturali il settore è destinato a trasformarsi in una vera e propria bomba sociale dagli effetti devastanti per l'occupazione e per la mobilità dei cittadini. Il fondo nazionale  prevede per la Toscana per il 2012 solo 90 milioni anziché 200. Peggio ancora andrà nel 2013, quando la nostra regione potrà contare solo su 10 milioni. I tagli alle finanze provinciali e comunali, poi, andranno ad aggravare ancor più la situazione».

I nuovi tagli arriveranno su un servizio che è già stato pesantemente mutilato: «Negli ultimi due anni - ricorda Ammirati - le linee sono state ridotte del 20%. Certo è che nel nuovo scenario si possono facilmente preventivare ulteriori riduzioni e soppressioni di linee non redditizie, che porteranno con sé esuberi significativi. Lo conferma lo stesso assessore regionale ai trasporti, che ha siglato un accordo con le forze sociali predisponendo un preciso impegno di spesa, per 9 anni, al fine di gestire i licenziamenti o comunque la riduzione di personale cui sicuramente il comparto andrà incontro. Peccato che nei bilanci regionali non ci sia ancora traccia di questi soldi. Per mesi abbiamo letto che sarebbero stati messi a disposizione del futuro vincitore della gara unica regionale del trasporto pubblico almeno 30 milioni per gli investimenti: ebbene, anche di questi soldi si è perduta notizia. Intanto, il parco mezzi toscano è tra i più obsoleti, e quindi costosi quanto a manutenzione».

Il Pdl toscano è preoccupato: «Come se non bastasse un quadro della situazione a tinte fosche, ci sono le notizie su un possibile rinvio della gara al 2013. Si tratta di una prospettiva inquietante - sottolinea Ammirati -  visto che già molti affidamenti sono in deroga rispetto alla precedente gara e, dunque, con limite a due anni. Nel 2013, quindi, come verranno garantiti i servizi visto che non potranno essere riconfermate le deroghe? Anche per quanto riguarda i servizi minimi, che dovranno essere garantiti con almeno 10 milioni per il 2013, non si comprende come davvero si intenda assicurarli visto che in bilancio anche questa voce non appare. Tutto ciò fa davvero temere la fine del Tpl su gomma, salvo rivoluzioni. Solo una gara unica regionale ferro-gomma potrà salvare il settore. Non ci sono alternative. Lo dicevamo due anni fa, lo diciamo adesso: occorre ripensare tutto il comparto del Tpl, ridurre le linee sulla base di precise strategie, costruire un sistema ferro-gomma così da ridurre i costi, razionalizzare il servizio, garantire un maggior autofinanziamento e, soprattutto, prevedere nuovi investimenti. Questa è la sola via; altrimenti sarà crisi sociale».

Richieste in gran parte condivisibili, ma che sono esattamente all'opposto di quel che hanno fatto in questi anni i governi Berlusconi a livello nazionale.  

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