[30/07/2012] News

Entro il 2022 saranno convertiti in energia almeno 260 milioni di tonnellate di rifiuti all'anno

Un affare da 6,2 miliardi di dollari nel 2012 e da 29,2 (o 80,6) miliardi di dollari nel 2022

Nel 2001 il mondo ha prodotto quasi 2 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani. Il rapporto, "Waste to Energy Technology Markets" Pike Research sottolinea che «Oggi, quasi tre quarti della spazzatura raccolta in tutto il mondo finisce in discarica o in "pozzi aperti"». Molti Paesi si stanno rapidamente incamminando verso un'eccezionale crescita demografica, una rapida urbanizzazione, un aumento dei livelli di benessere che dovranno fare i conti con la sempre più evidente scarsità delle risorse. E secondo il rapporto di Pike Reserach, che fa parte di Navigant's Energy Practice,  i sistemi che convertono i rifiuti in energia (Wte) stanno diventando un'opzione tecnologica  interessante «Per indirizzare questo tipo di rifiuti a fini utili e per favorire la crescita low carbon (...) Riducendo il volume dei rifiuti del 90% o più ed evitando le emissioni di gas metano dal degrado della discarica, la Wte offre un'opzione interessante per promuovere la crescita low carbon nell'affollato panorama delle energie rinnovabili». Secondo Pike Research , una parte della Practice Energy Navigant, «Più di 800 thermal waste-to-energy (Msw) operano in quasi 40 Paesi in tutto il mondo: un numero che è destinato a crescere rapidamente nel prossimo decennio».

Waste to Energy Technology Markets analizza le opportunità del  mercato globale delle Wte per  tre principali segmenti tecnologici: combustione, gassificazione e la digestione anaerobica e fornisce una valutazione completa dei driver della domanda, dei modelli di business, dei fattori politici, delle tecnologie e delle problematiche legate alla rapida crescita del mercato delle Wte.

Il rapporto prevede che entro il 2022 verranno convertiti in energia e calore almeno 261 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani (Rsu), «In uno scenario più ottimista, questa cifra potrebbe raggiungere i 396 milioni di tonnellate all'anno, l'equivalente di 429 terawatt-ora di energia».

Il mercato mondiale delle tecnologie Wte termiche e biologiche nel 2012 raggiungerà almeno 6,2 miliardi di dollari e crescerà fino a 29,2 miliardi di dollari nel 2022, ma secondo lo scenario più "ottimistico" entro il 2022 potrebbe addirittura schizzare a 80,6 miliardi di dollari.

L'incubo degli anti-incenitoristi sembra avverarsi a livello globale: «A dieci anni da oggi il rapido aumento della popolazione mondiale urbana genererà quasi 3 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani all'anno, che rappresentano circa 240 gigawatt di energia potenziale non sfruttata - ha sottolineato il senior research analyst Mackinnon Lawrence - L'escalation della produzione di rifiuti presenta ai responsabili politici una scelta difficile: o espandere la capacità esistente delle discariche (un'opzione poco attraente, ma a basso costo in molte zone) o investire in nuovi impianti waste-to-energy, che possono ridurre il volume complessivo di rifiuti che devono essere smaltiti».

A parere di greenreport.it ancora una volta bisogna evidenziare che le scelte nella gestione dei rifiuti sembrano essere destinate all'aut aut: o discarica o valorizzazione energetica, senza tenere in conto del fatto che i quasi 3 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani prodotti in un anno rappresentano anche una miniera di materie prime seconde che potrebbero essere re-immesse nel ciclo di produzione e trasformate nuovamente in prodotti.

Una strada  che avrebbe il doppio vantaggio di intervenire  da un lato nella gestione dei rifiuti seguendo, almeno per quanto riguarda l'Europa, direttive e gerarchie ben delineate; e dall'altro di ridurre il prelievo di materie prime che ha raggiunto livelli difficilmente compatibili con la rinnovabilità delle risorse del pianeta.

Come insegna il caso italiano e le difficoltà che incontra la costruzione di inceneritori, le politiche di gestione dei rifiuti e del potenziale di crescita del settore Wte variano notevolmente da regione e regione del  mondo: «In Cina, che ha recentemente superato gli Stati Uniti come il principale produttore di rifiuti solidi urbani e che sta raggiungendo il limite in molte delle sue circa 400 discariche, attualmente è in corso una rapida espansione della capacità di termovalorizzazione». Il rapporto di Pike Research  dimostra che entro il 2022, la regione Asia Pacifico rappresenteranno il 54% dell'energia elettrica prodotta dai rifiuti dei sistemi energetici in tutto il mondo». Ma se le pratiche Wte si stanno spostando lontano dall'Europa, verso l'Asia Pacifico, seguendo la crescita economica e demografica, gli elevati costi iniziali della termovalorizzazione continuano a favorire a messa in discarica e ad ostacolare l'adozione diffusa di impianti di incenerimento dei rifiuti: nel 2011 questo tipo di impianti trattavano solo l'11% degli Rsu prodotti nel mondo, mentre il 70% finiva in discarica. Il rapporto prevede che «sebbene le tecnologie della combustione continuano a dominare il mercato, si prevede una crescita dell'implementazione delle tecnologie Advanced thermal treatment (Att), come la pirolisi, facendo diminuire la capienza delle discariche e migliorando l'economia delle Wte. Anche gli impianti delle tecnologie biologiche sono previsti in aumento in tutto il mondo».

Del resto, se si continua, come avviene nel nostro paese, a incentivare in quanto  energia rinnovabile quella prodotta dal trattamento dei rifiuti e a non mettere nemmeno in ipotesi l'incentivazione delle tecniche industriali di riciclo di materia, si capisce anche come le prime abbiano maggiore successo delle seconde.

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