[26/07/2012] News toscana

La nuova mappa delle province: discutiamone costruttivamente

Le riforme imposte dalla crisi, la parziale abolizione delle province per come le abbiamo conosciute fino ad oggi, va destando nuovi campanilismi, invece di proporre una seria e attenta riflessione in merito a ruolo e competenze di questo ente intermedio, tenuto conto che oltre le competenze assegnate dallo Stato le province ne hanno molte altre assegnate dalla legislazione regionale, della necessità di snellire i procedimenti amministrativi e autorizzativi, per non rendere vieppiù difficoltosi investimenti, la nascita di attività, nuova occupazione.

Invece, forse non senza l'estraneità di certi organi di informazione sensibili al campanilismo forse utile alla vendita di copie dei giornali, si assiste a dichiarazioni che possiamo definire sorprendenti per non dover usare una litania di aggettivi.

Ci si domanda, ma questi dichiaranti, per lo più quasi esclusivamente politici ed amministratori di enti locali, pensano davvero che per il cittadino, per l'impresa, sia esiziale che la provincia si chiami Siena e Grosseto o Terre di Siena e maremme, Pisorno o Pisa e Livorno?; che sia esiziale sapere se la sede sarà a Pisa o a Livorno; non credono che l'unica nostra preoccupazione è avere servizi efficienti, accessibilità ai medesimi che peraltro già avviene e dovrà sempre più avvenire on-line?

Insomma ci si sarebbe aspettati qualcosa di più. Magari una prima discussione su un assetto territoriale funzionale alla valorizzazione del patrimonio naturale ed antropico, a garantire una appetibilità di questi territori per qualità ambientale e per dotazione di infrastrutture che rendono sicuramente più facile vivere e produrre qui che altrove, cioè preoccuparsi da subito del futuro.

A me, e credo di non essere solo, interessa di più, almeno per quello che è il mio campo d'attività, sapere che non avrò sovrapposizioni di competenze come avviene oggi in toscana in virtù di una errata interpretazione del titolo quinto della costituzione ed in particolare dei tre principi fondamentali che da questo discendono, cioè: differenziazione, adeguatezza, sussidiarietà; a me interessa che il mio comune di residenza magari non spenderà inutilmente risorse per fare il piano strutturale o l'adeguamento paesaggistico e si dedichi alla gestione del territorio con il regolamento urbanistico.

Il dibattito attuale, allora, sembra solo confermare che le odiate agenzie di rating, alla fine, non abbiano tutti i torti a dubitare del nostro futuro, nonostante il miscuglio di interessi e di relativi conflitti di cui sono protagoniste.

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