[23/07/2012] News

Geoingegneria: riuscito (nel 2004) un esperimento di fertilizzazione dell’oceano

Un team di studiosi ha "fecondato" un'area di 150 chilometri quadrati con un diametro di 14 chilometri

Nature ha pubblicato i risultati dello studio  "Deep carbon export from a Southern Ocean iron-fertilized diatom bloom" nel quale un team internazionale di scienziati (guidato dal'Alfred Wegener Institut  für Polar und Meeresforschung (Awi) che comprendeva anche l'italiana Marina Montresor, della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli) che ha svolto un ruolo essenziale nell'Eifex, un esperimento di fertilizzazione oceanica con il ferro effettuato nel 2004.  L'Awi sottolinea che «a differenza della sperimentazione Lohafex  effettuata nel 2009, Eifex ha dimostrato che una parte sostanziale del carbonio dalla fioritura algale indotta  è affondato sul fondale del mare profondo. Questi risultati, che sono stati accuratamente analizzati prima di essere pubblicati oggi, forniscono un contributo prezioso per la comprensione del ciclo globale del carbonio».

Nella primavera del 2004 (cioè al termine della stagione estiva nell'emisfero meridionale)  il folto team di multidisciplinare  a bordo della nave da ricerca Polarstern, 13 e 14 febbraio 2004  ha "fecondato" un'area di 150 chilometri quadrati (un cerchio con un diametro di 14 chilometri), all'interno di un vortice marino dell'Antarctic Circumpolar Current, con 7 tonnellate di solfato di ferro. Il che corrisponde ad una aggiunta di un centesimo di grammo di ferro per metro quadrato. La concentrazione di ferro risultante di due nanomole per litro è simile ai valori misurati lungo la scia di fusione degli iceberg, le concentrazioni di ferro nelle regioni costiere tendono ad essere molto più alte. L'immissione di ferro in aree con elevate concentrazioni di nutrienti (nitrati, fosfati, silicati) e basso contenuto di clorofilla (le "high-nutrient/low-chlorophyll regions") stimola la crescita di fitoplancton. Dopo la fecondazione, il team sulla Polarstern  ha studiato  lo sviluppo della fioritura algale per 5 settimane, utilizzando metodi oceanografici standard,  dalla superficie fino ad una profondità di oltre 3.000 metri, misurando anche i parametri di clorofilla, carbonio organico, azoto, fosforo ed altro per seguire la comparsa, lo sviluppo e l'affondamento della fioritura e l'affondamento del carbonio associato alle diatomee. Inoltre è stata determinata anche l'abbondanza di fitoplancton zooplancton e batteri. Il contenuto della clorofilla è aumentato in 24 giorni dopo la fecondazione. Successivamente, gli aggregati di fitoplancton formatisi sono affondati in pochi giorni ad una profondità di 3.700 metri. Lunghe "spine" e le e sostanze mucose di queste diatomee hanno portato alla formazione di aggregati ed all'esportazione del carbonio fissato in superficie fino al fondale marino. Questo processo è stato monitorato per cinque settimane dopo l'inizio di fecondazione.  I ricercatori spiegano che «la biomassa massima raggiunta dalla fioritura è stata con un picco dello stock di clorofilla  286 milligrammi al m2 in più di quelle delle precedenti fioriture stimolate dai precedenti esperimenti di geo-ingegneria con la fertilizzazione degli oceani con il ferro.

Secondo Christine Klaas dell'Awi e ricercatrice marina dall'Helmholtz Association, «questo è tanto più notevole in quanto la fioritura Eifex ha sviluppato uno strato misto profondo 100 metri, che è molto più profondo rispetto a quello che è ritenuto il limite inferiore per lo sviluppo della fioritura». La fioritura è stata dominata dalle diatomee, un gruppo di alghe che richiedono silicio disciolto per produrre i loro gusci e sono note per formare i grandi aggregati.  I ricercatori evidenziano che «Siamo stati in grado di dimostrare che oltre il 50% fioritura del plancton è affondata sotto i 1000 metri di profondità indicando che il loro contenuto di carbonio può essere stoccato nelle profondità dell'oceano e nei sedimenti del fondo marino sottostanti per scale temporali di oltre un secolo».

I risultati sono in netto contrasto con il  disastroso esperimento Lohafex nel 2009, durante il quale  la crescita di diatomee fu  limitata da diverse condizioni, in particolare dall'assenza di silicio disciolto nel  vortice marino prescelto. La fioritura di plancton consisteva di altri tipi di alghe che, tuttavia, non hanno guscio protettivo e vengono  mangiate più facilmente zooplancton, innescando così una rapidissima catena alimentare che spazzò via alghe ed esperimento. La Klaas è convinta che «questo dimostra quanto le comunità di organismi siano in grado di reagire diversamente all'aggiunta di ferro nell'oceano». Probabilmente il successo dell'esperimento Eifex è dovuto anche al fatto che il vortice marino dell'Antarctic Circumpolar Current utilizzato è più piccolo ed isolato di quello della fertilizzazione Lohafex.

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