[23/07/2012] News toscana

La Toscana contro gli incendi: elicotteri e Canadair non bastano (e nel 2013 saranno meno)

dal 1 luglio ad oggi: oltre 900 ettari la superficie bruciata nella regione, con 628 ettari di bosco e 282 ettari di vegetazione

Dopo gli incendi (alcuni, per dinamica e logistica,  sicuramente dolosi) che hanno colpito la Toscana come non accadeva da anni dall'Argentario, all'Elba, dalle coste alle colline,  circa 20 ettari di bosco sono stati distrutti da un rogo scoppiato nella tarda serata di ieri  in località Tristo, nel Comune di Capannori (Lu). In una nota la Regione spiega che  «Le fiamme hanno impegnato per tutta la notte squadre di operai forestali della Provincia e di volontari. Stamattina si è reso necessario l'intervento di due elicotteri regionali e di 2 Canadair della protezione civile nazionale.  Non ci sarebbero pericoli per persone o abitazioni, il rogo viene tenuto sotto controllo».

La sala operativa unificata permanente del servizio antincendi boschivi della Regione informa che «Il vento forte, che da ieri soffia su tutta la Regione, oltre a favorire lo sviluppo delle fiamme ostacola il lavoro di spegnimento, soprattutto con i mezzi aerei».

All'alba è scoppiato un altro incendio anche a Marina di Donoratico,  fortunatamente. nonostante il vento forte, che ha ostacolato l'intervento dell'elicottero che è comunque riuscito a decollare, il fuoco è stato arginato e sono adesso in corso le operazioni di bonifica».

Sulla questione ci scrive anche una nostra lettrice, Helen Ampt: «Dalla testata di Greenreport aspetterei un commento sui cambiamenti climatici che stanno aumentando gli eventi estremi, in particolare la siccità, in Toscana, e non una banale corsa all'individuazione di un nemico nella forma di delinquenti e piromani.  E' più facile che i fuochi siano accesi da persone ignoranti che sottovalutano il livello di pericolo di incendio, o da fumatori che gettano la cicca dalla macchina.  Sarebbe meglio una campagna di informazione alla popolazione e un divieto assoluto di accendere fuochi all'aperto quando il rischio è alto, come fanno in Australia».

Ecco la nostra risposta:

«Gentile signora Ampt, ha ragione, a volte diamo per scontato quel che per noi è scontato: la forte componente che i cambiamenti climatici e quindi la siccità hanno nella recrudescenza degli incendi  che fa presumere una delle peggiori  estati  in Italia ed in Toscana. Anche la parola "piromani" è ormai  da rivedere nel suo senso di "maniaco" al quale piace semplicemente dar fuoco e vedere il danno che fa. Spesso dietro gli incendi appiccati (che ci creda sono più degli incidenti) ci sono ben altre motivazioni, come l'odio per le aree protette, miserabili problemi di proprietà, vendette e semplice spregio per il bene pubblico, mentre  (almeno in Toscana, date le leggi vigenti), sembrano più che marginali gli aspetti speculativi o l'incendio per "procurare lavoro" nel rimboschimento.  In  quanto al divieto assoluto di accendere i fuochi nel periodo di emergenza incendi esiste anche in Italia come in Australia (dove gli incendi devastanti non mancano certo  come ha scritto più volte greenreport.it) ed anche le campagne informative, come  "Non scherzate col fuoco" di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile e di vari enti sono state e continuano ad essere fatte. Ma gli ignoranti e gli imprudenti continuano imperterriti a trattare il territorio come trascurabile "cosa loro" e mettono così a rischio alberi , animali e vite umane. Semmai, proprio riguardo a questo, c'è un rischio che ha denunciato il 20 luglio la Lipu BIrd-Life Italia: i tagli ai fondi della protezione civile che il prossimo anno dimezzeranno i mezzi di intervento aereo (essenziali per il pronto intervento) e che probabilmente azzereranno i già magrissimi finanziamenti per le campagne informative di prevenzione che, siamo d'accordissimo con Lei, sono essenziali per evitare che gli incendi scoppino e per una buona preparazione a contrastarli.

Secondo noi il Wwf Elba e Capraia in una nota fa molto bene il punto della situazione: «E' vero che questa è la stagione più calda degli ultimi cinquant'anni, che la siccità prolungata ha aumentato il potenziale di incendiabilità, vero anche che i tagli imposti dal contenimento della spesa hanno costretto gli Enti a ridurre le risorse dedicate alla vigilanza antincendio, ma c'è la sensazione che la complessa macchina organizzativa abbia qualche falla nel coordinare quanti operano per la vigilanza contro gli incendi. La lotta ai criminali incendiari dovrebbe essere innanzitutto preventiva, con una ampia sorveglianza sul territorio anche con l'aiuto delle associazioni di volontariato e sensibilizzando in maniera capillare la cittadinanza, sia sull'opportunità di evitare azioni a rischio di innesco (ad esempio le grigliate estive, è bene evitarle se vicini al bosco), sia sulla necessità di vigilare e segnalare immediatamente alle forze dell'ordine l'avvistamento di focolai. Inutile ribadire che il 90% degli incendi appiccati ha matrice dolosa e a questo scopo, il Wwf vuole ricordare come dal 2000 il divieto di trasformazione dei terreni percorsi dal fuoco sia diventato assoluto, duri 15 anni e non riguardi solo le possibilità edificatorie o di pascolo e il divieto di caccia, ma addirittura la possibilità di riforestare le aree incendiate con interventi e finanziamenti pubblici.  Al di là delle lentezze con cui i Comuni si vanno dotando del "catasto incendi" è bene avere presente che i Sistemi Informativi Territoriali (SITE GIS) consentono oggi di  avere una banca dati sugli incendi, cartografata con evidenziate le particelle catastali attraversate dal fuoco: questa consapevolezza dovrebbe essere sufficiente a far desistere gli incendiari dalle loro azioni criminose.  Resta comunque fondamentale la necessità di vigilare a monte, attivando un diverso tipo di prevenzione, attraverso un controllo capillare sul territorio, una adeguata informazione e un serrato controllo sociale in grado di isolare i ‘criminali' incendiari e aiutare le autorità alla loro identificazione. Il Wwf ha chiesto alla Direzione Antimafia di attivarsi per accertare il ruolo della criminalità organizzata in questi fatti; agli elbani e a quanti hanno a cuore l'ambiente e la biodiversità dell'isola chiede di aiutare le istituzioni nella sorveglianza affinché questi criminali non entrino mai in azione».

Intanto dalla Regione Toscana arriva un primo bilancio degli incendi dal 1 luglio ad oggi: oltre 900 ettari la superficie bruciata nella regione, con 628 ettari di bosco e 282 ettari di vegetazione, contro una media annua di circa 1000 ettari di superficie boschiva percorsa dal fuoco.

Una situazione definita "eccezionale" dagli esperti della Soup, la sala operativa permanente della Regione Toscana, che ha indotto l'assessore all'agricoltura e foreste, Gianni Salvadori, a rinnovare l'appello alla massima attenzione e al rispetto scrupoloso delle regole che fanno divieto di accendere fuochi per bruciare sterpi e ramaglie. Per far fronte agli eventi verificatisi dal 1 luglio ad oggi è stato necessario un impegno "eccezionale" di uomini e mezzi del sistema operativo Aib (anti incendi boschivi) e delle sale operative, sia a livello regionale che provinciale. In molti casi è stato necessario attivare mezzi aerei della Protezione Civile nazionale, mentre gli elicotteri regionali hanno già volato per 371 ore. Nei prossimi giorni l'indice di rischio rimane elevato sia per l'assenza di precipitazioni sia per il forte vento.

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