[18/07/2012] News

Congo Rdc, la ribellione dell’M23 minaccia i gorilla di montagna del Parco dei Virunga

La questione tutsi infiamma nuovamente la Rdc orientale. Accuse al Rwanda

Il coordinamento del Nord Kivu dell''Institut congolais pour la conservation de la nature (Iccn) ha chiesto ai ribelli armati del  Mouvement du 23 mars  (M23) di ritirarsi da  Bukima,  a sud-est del Parco dei  Virunga, un'area  a circa 50 km a nord di Goma, capitale della province del  Nord-Kivu  della Repubblica democratica del Congo (Rdc) che è stata trasformata in un campo di addestramento delle truppe ribelli. In un comunicato l'Iccn esprime grande preoccupazione «Per la sorte dei goorilla di montagna che vivono nel Parco dei Virunga e che sono esposti agli spari. Le esercitazioni e le scorrerie delle bande potrebbero «Annientare i grossi sforzi investiti nella salvaguardia dei gorilla in questo parco da più di 80 anni».

La collina di Bukima, che gli ammutinati del M23 occupano da maggio è un importante dsito di sorveglianza dell'Iccn per i guardiaparco dei Virunga.

Ancora una volta l'infinita guerra del  Congo (che gli africani chiamano Terza guerra mondiale)  minacciano la stessa sopravvivenza di un Parco Nazionale istituiti nel 1925 dai colonialisti belgi e che nei suoi 790.000 ettari ospita un'eccezionale varietà di habitat ed una biodiversità incredibilmente varia e preziosa. Un sito che dal 1994 fa parte del patrimonio mondiale dell'Unesco, ma che recentemente l'agenzia culturale dell'Onu ha dichiarato in grande pericolo, invitando il governo della Rdc a difenderlo dall'insicurezza e dalle devastazioni delle bande armate e dell'esercito regolare.

Le azioni della bande armate del Mouvement du 23 mars   da aprile hanno provocato più di 20.000 profughi dopo che a fine marzo il generale Bosco Ntaganda, ex comandante delle Forces armées de la République démocratique du Congo (Fardc, l'esercito regolare) si è ammutinato insieme a qualche centinaio di soldati che protestavano perché non erano pagati e per le cattive condizioni di vita. Ntaganda, soprannominato "Terminator" è davvero  un brutto ceffo, accusato di crimini di guerra nel 2006 dalla Corte penale internazionale. A lui si è probabilmente  unito il 3 maggio un  altro ammutinato, il colonnello Sultani Makenga. I due erano membri del Congrès national pour la défense du peuple (Cndp), una milizia creata m nella Rdc da  Laurent Nkunda con il sostegno del  Rwanda, milizie tutsi poi integrate nelle Fardc nel quadro dell'accordo di pace del 23 marzo  2009 dal quale prende il nome l'M23.

Makenga nega qualsiasi legame con "Terminator"  che è accusato di atrocità, violenze sessuali e violazione dei diritti umani dal rapporto Onu  "UN human rights chief fears more rapes, killings in Congo by M23" ed i due generali ribelli sono definiti «Assassini notori». I comandanti dell'M23 sono accusati di reclutare bambini-soldato, sosa confermata dalla recente liberazione di 20 bambini in  un campo dell'M23 comandato dal colonnello Innocent Zimurinda. Ma dietro l'ammutinamento dell'M23 e l'invasione del Parco dei Virunga c'è l'irrisolta questione della questione dei tutsi nella Rdc e del rapporto con il piccolo ma intraprendente Rwuanda che è governato proprio  dai tutsi.  

Il governo della Rdc ha assicurato la comunità tutsi che faranno ogni sforzo per proteggerla dal risentimento che sta montando tra le altre etnie per le azioni dell'M23. Il ministro degli interni della Rdc,
Charles Muyej, ha detto che «Per m noi è tempo di comprendere che siamo un popolo composto da diverse comunità. Questa diversità è un vantaggio per il nostro Paese. Non è il momento di fare delle discriminazioni di fronte a quel che succede nell'est. Dobbiamo restare uniti. 

Il 12 luglio il ministro delle telecomunicazioni e dei media,   Lambert Mende, ha sospeso il direttore della Radio-Télévision nationale congolaise  per aver diffuso minacce contro i tutsi proferite durante una riunione politica. Questo non toglie che la Rdc continui ad accusare il  Rwanda di sostenere I tagliagole dell'M23.

Messaggi di pace che non sembrano arrivare a Goma dove ci sono stati scontri con la comunità tutsi e aggressioni contro chiunque sia individuato come ruandese. il rappresentante speciale dell'Onu nella Rdc, Roger Meece, s ha condannato duramente questi atti di puro razzismo: «Le persone che prendono le armi per partecipare a questa cosiddetta persecuzione dei tutsi si sono già resi colpevoli di gravi crimini. Questo contribuisce ad alimentare il ciclo di queste violenze. Sono i civili che soffrono e che pagano il prezzo della situazione». 

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