[18/07/2012] News

La Generazione X è indifferente sul cambiamento climatico, ma il 66% "ci crede"

Il problema (e la scusa) è l'informazione e l'istruzione (e la politica)

Mentre gli Stati Uniti d'America soffrono per il caldo record, per la siccità e per gli incendi, un rapporto dell'università del Michigan relazione constata amaramente che la "X Generation" è molto tiepida e disinformata riguardo al global warming, oltre che disinformata sulle sue cause e incurante dei pericoli del cambiamento climatico.

L'autore di "The Generation X Report", Jon D. Miller, che dirige il Longitudinal study of american youth all'Institute for social research dell'università del Michigan, spiega che «la maggior parte dei "Generation Xers" sono sorprendentemente disimpegnati, sprezzanti o dubbiosi sul fatto che il cambiamento climatico globale stia avvenendo non spendono molto tempo per preoccuparsi». Comunque il 66% dei Gen Xers intervistati ritiene che il clima della Terra stia cambiando, mentre il 10% crede sa quanto dice la scienza ufficiale sul global warming. Risultati non diversi da un recente sondaggio che ribadisce che oltre il 60% dei cittadini Usa credono che il global warming sia reale e scientificamente provato e che abbia a che fare con gli eventi meteorologici estremi che stanno  colpendo gli Stati Uniti.

Il nuovo rapporto, il quarto di una serie finanziata dal 1986 dalla National science foundation, comprende le risposte di circa 4.000 "Gen Xers", cioè quelli che noi chiamiamo i figli del baby boom, nati tra il 1961 e il 1981, e che ora anno tra i 32 ei 52 anni, e  confronta gli atteggiamenti della "Gen X" sui cambiamenti climatici  nel 2009 e nel 2011, descrivendone i livelli di preoccupazione i "Gen Xers" hanno diversi atteggiamento sul  cambiamento climatico ed anche le loro fonti di informazione sull'argomento sono varie: «Tra il 2009 e il 2011, abbiamo trovato un declino, piccolo ma statisticamente significativo, del livello di attenzione e di  preoccupazione sul cambiamento climatico espresso dagli adulti della Generazione X - sottolinea  Miller - Nel 2009, circa il 22% diceva di seguire la questione del cambiamento climatico molto da vicino o moderatamente. Nel 2011, solo il 16% ha detto di farlo».

Solo circa il 5% degli intervistati nel 2011 si sono detti allarmati per il cambiamento climatico, e un altro 18%  sono preoccupati. Ma il 66% ha detto di non essere sicuro che il global warming stia davvero avvenendo e circa il 10% ha detto di non credere il global warming stia realmente accadendo.

Secondo Miller, «si tratta di un profilo interessante e inaspettato. Pochi problemi impegnano una solida maggioranza di adulti nella nostra società indaffarata e pluralista, ma il problema del clima sembra attirare un minor numero di attivisti impegnati su entrambi i fronti di quanto mi sarei aspettato. Dato che il cambiamento climatico è una questione così complessa, l'istruzione e le conoscenze scientifiche sono fattori importanti per spiegare i livelli di preoccupazione. Abbiamo trovato che gli adulti con una maggiore istruzione hanno maggiori probabilità di essere allarmati e preoccupati per i cambiamenti climatici. E quelli che raggiungevano 90 o più dei 100 punti dell' Index of Civic Scientific Literacy  avevano significativamente più probabilità di essere allarmati o preoccupati rispetto agli adulti con meno conoscenzei.  Però, il 12% di coloro che erano altamente alfabetizzati scientificamente erano o sprezzante o dubbiosi sul cambiamento climatico».

Nell'atteggiamento verso il cambiamento climatico conta molto l'opinione politica: quasi la metà dei democratici "liberali" (la sinistra) sono allarmati o interessati, invece tra la destra conservatrice repubblicana l'interesse è addirittura allo zero per cento. «Ci sono chiaramente livelli di preoccupazione che si sovrappongono tra i partigiani di entrambi i partiti politici - dice  Miller - Ma per alcuni individui, la fedeltà di partito può essere utile per dare un senso ad un problema altrimenti complicato».

La differenza tra il menefreghismo della "Generazione X" e il resto della popolazione potrebbe essere spiegato con il  fatto che il maggiore impatto dei cambiamenti climatici lo subiranno le generazioni future, quindi i genitori con figli minori (e i nonni) sarebbero più preoccupati per l'avvenire dei giovani rispetto agli adulti senza figli minori. «Non è così - dice Miller - Gli adulti della "Generazione X" senza figli minori sono stati leggermente più allarmati sui cambiamenti climatici di quanto lo fossero i genitori. La differenza è piccola, ma è nella direzione opposta di quanto ci aspettassimo».

Probabilmente la soluzione del mistero sta nell'informazione. Miller ha scoperto che gli adulti "Gen X" utilizzato un'insieme  di fonti d'informazione sulla complessa questione dei cambiamenti climatici, ma la fonte più comune non è certo scientifica: "parlare con amici, colleghi e familiari". Miller evidenzia che «Il cambiamento climatico è una questione estremamente complessa, e molti adulti della Generazione X non lo vedono come un problema immediato che devono affrontare, I risultati di questo rapporto indicano che gli adulti più istruiti ed i giovani sono più propensi a riconoscere l'importanza del problema, ma che c'è una consapevolezza globale del problema, anche se molti adulti preferiscono concentrarsi su problemi più immediati i posti di lavoro e le scuole per la loro bambini che sulle esigenze della prossima generazione. Questi risultati non daranno grande conforto a coloro che sono profondamente preoccupati per le questioni climatiche o per coloro che disprezzano il problema».

Nonostante la mancanza di preoccupazione per gli impatti sul clima, Michael Mann, un climatologo della  Pennsylvania State University,  che non ha partecipato allo studio, si dice incoraggiato dal fatto che la maggioranza dei "Gen Xers" abbia riconosciuto la minaccia: «Quando ci sarà  la ripresa dell'economia, la gente sarà meglio preparata ad affrontare il cambiamento climatico. Dato che riconoscono la realtà del problema, saranno più pronti a intervenire sul problema».

Anche un altro climatologo, Bill Patzert, che lavora al Jet propulsion laboratory della Nasa a Pasadena è convinto che questo atteggiamento indifferente non sia destinata a cambiare «fino a quando la Generazione X sarà potenzialmente distratta dalla possibilità di perdere il lavoro, dai 401k plans e dalle ipoteche. Un  post ogni tanto su Twitter non farà molto bene. La crisi climatica non può essere risolta in 140 caratteri».

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