[13/07/2012] News toscana

Fusti tossici: alla fine... arriva una nave della Marina Militare

Per cercare i bidoni ancora non individuati a lavoro l'unità idrografica "Magnanghi"

In molti, ne avevano chiesto un intervento. E finalmente, dopo alcuni mesi dalla prima richiesta, la Marina militare ha avviato le ricerche dei fusti tossici, non ancora individuati, facenti parte del carico disperso dall'eurocargo Venezia, al largo dell'isola di Gorgona, il 17 dicembre scorso. Lo rende noto la Provincia di Livorno spiegando che "la notizia dell'avvio delle operazioni di scandagliamento dei fondali è stata comunicata con una nota ufficiale del comandante della Capitaneria di porto di Livorno, Ilarione Dell'Anna, alla Regione Toscana, alle Province e Comuni di Livorno e Pisa e al Comune di Cecina".

Le ricerche, iniziate mercoledì scorso, si spiega ancora, sono svolte dall'unità idrografica della Marina "Magnanghi" e si protrarranno per 20 giorni. La Capitaneria ha emesso un'ordinanza con la quale si vietano la navigazione, la pesca e le attività subacquee nell'area di mare interessata, per tutta la durata delle operazioni.

Soddisfazione per l'avvio delle ricerche da parte della Marina militare è stata espressa dagli assessori all'ambiente della Provincia e del Comune di Livorno, Nicola Nista e Mauro Grassi: «Le istituzioni e i cittadini - hanno dichiarato - hanno più volte sottolineato la necessità di individuare e
recuperare tutti i bidoni, al fine di garantire la sicurezza dell'ambiente marino. Il recupero fortuito del bidone rimasto nelle reti di un peschereccio - avvenuto ai primi di luglio - ha fatto capire che la presenza in mare dei fusti può costituire un pericolo, soprattutto per i rischi derivanti dal contatto con l'aria delle sostanze chimiche contenute nei bidoni. Una preoccupazione che abbiamo espresso con forza, anche nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Monti, affinché il ministero si facesse carico delle ricerche ed inviasse una nave attrezzata allo scopo. A questo punto
attendiamo fiduciosi l'esito delle indagini sui fondali, fermo restando che continueranno anche le operazioni di monitoraggio sulla qualità dell'acqua che sta portando avanti l'Arpat».

 

 

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