[13/07/2012] News

Palma da olio illegale nel Borneo, l’Indonesia viola la sua moratoria sulla deforestazione

Le autorità sanno tutto ma nessuno fa rispettare la legge

L'Ong britannica Environmental investigation agency (Eia) e Telepark, una coalizione indonesiana di associazioni, imprenditori, giornalisti e comunità indigene,  hanno presentano il preoccupante rapporto "Testing the Law" dal quale emerge che «i fallimenti sistemici delle forze dell'ordine rischiano di far diventare una beffa l'impegno dell'Indonesia per ridurre la deforestazione e le emissioni di carbonio che non consente alle companies delle piantagioni di distruggere impunemente le torbiere ricche di carbonio». Secondo le due Ong, ambienti governativi collegati all'industria dell'olio  di palma hanno consentito alle imprese di continuare ad operare per quasi 5 anni nel Kalimantan (il Borneo indonesiano), in palese violazione della legge.

Le prove raccolte da Eia e Telapak sono impressionanti e dimostrano come ifunzionari governativi indonesiani fossero a conoscenza da anni delle attività di PT Suryamas Cipta Perkasa (PtScp) e che, nonostante avessero dichiarato il contrario, non hanno fatto nulla per impedire la deforestazione illegale.

Il dossier sottolinea che «i crimini commessi da PtScp, che fa parte della Best Group, hanno portato direttamente alla distruzione degli habitat di centinaia di oranghi in via di estinzione e dei mezzi di sussistenza locali, producendo in questo processo milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica»

A marzo Eia e Telapak avevano già presentato un dossier pieno di  prove a diverse istituzioni indonesiane, dettagliando come la PtScp avesse violato  numerose leggi sulla gestione del  territorio, sull'accesso alle risorse e sulla tutela ambientale. Le due associazioni evidenziano che «Il dossier ha fornito alle autorità elementi di prova sufficienti per richiedere una indagine penale sulla conversione illegale di oltre 23.000 ettari di torbiere e foreste di palude, chiedendo al governo di dare una risposta pubblica. Anche se il governo ha ammesso apertamente che la concessione è illegale, oggi i proventi illeciti del reato continuano a fluire. Gli incontri tra Eia/Telapak e le autorità hanno e evidenziato serie preoccupazioni sulla possibilità di qualsiasi azione penale».

Il forests campaigner di Eia,  Tom Johnson, è convinto che «questo caso dimostra chiaramente il divario tra la retorica sulla riduzione della deforestazione e la realtà sul territorio. Il Governo per anni era consapevole della illegittimità, ma non ha dimostrato alcuna intenzione di far nulla in linea con la legge per proteggere l'ambiente o la comunità locale. Aziende come la PtScp operano con straordinari livelli di impunità. Una ragione fondamentale di ciò è perché i funzionari governativi non sembrano sentire di aver alcun obbligo di far rispettare la legge. Per la burocrazia statale la priorità è la continuazione delle attività delle piantagioni non l'applicazione della legge. Di conseguenza, gli elementi progressisti del governo stanno spingendo perché le riforme e la nuova legislazione semplicemente non risultino compromesse». 

Ma è l'intera moratoria sulla deforestazione ad essere in pericolo. Anche se il  caso della PtScp nel Kalimantan centrale è tra i peggiori  non è certo isolato: «Inchieste  governative hanno messo in luce gli alti livelli di espansione delle piantagioni illegali nella provincia, ma non c'è alcuna prova che tale espansione illegale rischi di essere frenata senza l'effettiva applicazione della legge», si legge nel rapporto.

La comunità internazionale, con in testa la Norvegia, ha stanziato più di un miliardo di dollari per sostenere la strategia indonesiana per la Reducing emissions from deforestation and forest degradation (Redd+) che prevede una serie di riforme della governance forestale, della quale la protezione delle torbiere dall'espansione delle piantagioni costituisce una parte fondamentale, «Ma il caso della PtScp - dicono Eia e Telapak  - suggerisce che queste riforme non potranno avere successo senza perseguire i peggiori criminali peggiori della conversione». Johnson dice sconsolato: «Fino a quando questa società continuerà impunemente a trarre profitto dalle sue attività illecite, il governo sta in realtà inviando il messaggio che è aperta la caccia alle torbiere indonesiane».

Eia e Telapak hanno chiesto al governo centrale di Jakarta di indagare correttamente e di perseguire i crimini della PtScp e in particolare di esaminare il ruolo svolto dai suoi funzionari, soprattutto di quelli del "kabupaten (regency) level", nel favorire l'illegalità. Il rapporto invita anche gli acquirenti «a cessare di approvvigionarsi all'olio di palma greggio dal Best Group fino a che le accuse di illegalità non siano oggetto di indagini» e ai donatori del Redd+ «di fare pressione sul governo indonesiano perché prenda gli opportuni  provvedimenti  e a  monitorare la sua risposta».

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