[13/07/2012] News

La scienza europea sulla “Nebula”. Il Cern, il cloud computing e il bosone di Higgs

A gennaio ha preso il via "Helix Nebula - the science cloud", un progetto finanziato dall'Unione europea per realizzare un mercato del cloud computing e supportare i requisiti delle tecnologie dell'informazione (Ti) degli scienziati europei. 

Il progetto, finanziato con 1.800.000 euro  attraverso il tema "Infrastrutture di ricerca" del Settimo programma quadro dell'Ue, durerà fino al 2014 e vede la partecipazione di scienziati italiani (Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche - Irea-Cnr), britannici , olandesi, svizzeri e tedeschi. Si tratta di una singolare collaborazione tra mondo scientifico e business che comprende anche fornitori leader di Ti come Atos, CloudSigma e T-Systems, e tre dei centri di ricerca europei più importanti: Organizzazione europea per la ricerca nucleare (Cern), il Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) e l'Agenzia spaziale europea (Esa). Il principal solutions architect di Atos, Michael Symonds, ha evidenziato le difficoltà insite nella creazione di risorse di cloud computing per le organizzazioni di ricerca: «L'impostazione di un cloud con caratteristiche pubbliche per le organizzazioni di ricerca molto esigenti è molto diverso dal fornire servizi aziendali cloud per le imprese. C'è voluto un grande impegno, ma siamo tutti soddisfatti di questi primi risultati e siamo fiduciosi di poterli sviluppare ulteriormente in futuro».

«L'obiettivo - spiegano a Helix Nebula - è quello di garantire che le organizzazioni scientifiche e di ricerca possano continuare a svolgere l'acquisizione, elaborazione, analisi e archiviazione dei dati attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic). Dato che continua a crescere la necessità di tali servizi nel mondo della scienza, il cloud computing è in grado di offrire una maggiore efficienza, agilità e innovazione nella fornitura dei servizi grazie all'economia di scala, l'affitto multiplo delle risorse irregolarmente utilizzate e approcci più sofisticati per la gestione delle risorse». 
La fase proof-of-concept (PoC) in corso ha già dato i primi risultati: Cern, Embl ed Esa hanno distribuito  applicazioni scientifiche impegnative che coinvolgono decine di migliaia di lavori in esecuzione nei data center gestiti da Atos, CloudSigma e T-Systems.  Il bollettino scientifico dell'Ue Cordis sottolinea: «Al Cern, ad esempio, il recente annuncio relativo alla scoperta del bosone di Higgs è stato sostenuto in maniera significativa dal fatto che l'applicazione di punta dell'esperimento Atlas è stata implementata rapidamente, e questo ha permesso al Cern di eseguire simulazioni che hanno costruito il caso per l'annuncio. Atlas è un esperimento di fisica delle particelle presso il Large Hadron Collider del Cern. Il rivelatore Atlas è alla ricerca di nuove scoperte nelle collisioni di protoni a energia straordinariamente alta».

Il responsabile del dipartimento Ti del Cern, Frédéric Hemmer, spiega che «Queste implementazioni iniziali hanno confermato che la costruzione di una infrastruttura cloud multi-tenant e multi-provider pubblica è un'impresa enorme che, per essere completata, si potrà fare solo per tappe. Tuttavia, i primi risultati sono molto incoraggianti e siamo fiduciosi di poter raggiungere il nostro obiettivo durante la fase pilota di due anni».

Il team dell' Embl  ha testato con successo e poi distribuito i suoi nuovi software per l'analisi genomica su larga scala sulle diverse infrastrutture dei fornitori cloud. Lo staff di Helix Nebula evidenzia che «tramite l'utilizzo di dati genomici di grandi dimensioni del mondo reale provenienti dalle macchine di sequenziamento dell'Embl, il PoC dell'Embl ha ampiamente valutato gli elementi chiave quali la scalabilità, le prestazioni e la fornitura on-demand delle risorse, per il calcolo ad alte prestazioni e l'archiviazione veloce dei dati in questi cloud». Il responsabile per la genomica dei vertebrati dell'Istituto europeo di bioinformatica dell'Embl, Paul Flicek, spiega che «l'installazione delle infrastrutture di calcolo sufficientemente potenti per l'analisi del genoma nel cloud non è facile. Quindi, siamo molto soddisfatti dei risultati iniziali del PoC. Si tratta di tappe importanti per riuscire a mettere il nostro software a disposizione degli scienziati di tutto il mondo durante la fase pilota successiva Helix Nebula».

Da parte sua l'Esa  ha testato l'elaborazione dati su larga scala e la diffusione dai suoi satelliti European Remote Sensing (Ers) e Envisat, utilizzando diversi provider di infrastrutture cloud e secondo Volker Liebig, direttore dell'Esa per i programmi di osservazione terrestre, «i risultati hanno dimostrato che queste applicazioni possono funzionare su più provider, nonostante l'uso di tecnologie diverse. Grazie a queste risorse cloud e agli strumenti di comunicazione moderni, la comunità scientifica globale sarà in grado di sfruttare al meglio il grande archivio di dati dell'Esa, che copre 20 anni di osservazione della Terra, e favorire la collaborazione tra le comunità scientifiche che operano in campi diversi».

Per il direttore tecnico di CloudSigma, Robert Jenkins,  «questo primo successo dimostra che non solo siasmo sulla buona strada ma ci aiuta anche ad identificare nuove possibilità commerciali per i servizi di cloud computing  nel settore opubblico, che speriamoi di  sviluppare durante la fase pilota».

Oltre ai fornitori di infrastruttures, anche delle piccole e medie imprese coe SixS q, Terradue e Server Labs hanno svolto un ruolo essenziale per rendere operative le applicazioni più importanti e Jurry de la Mar, a capo delle vendite internazionali - settore pubblico della T-System, l'impresa incaricata di definire il modello di governance per la partnership pubblico-privata Helix Nebula, conclude: «Come ogni team vincente, abbiamo bisogno di un nocciolo duro per continuare ad avanzare. Nel 2012, studieremo come ampliare il consorzio per includere più fornitori di applicazioni e organizzazioni pubbliche». 

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