[06/07/2012] News

In Lazio la piaga dell’abusivismo edilizio costiero «è prassi». Goletta Verde: «Riavviare le ruspe»

Nel Lazio nel 2011 sono state accertate 634 reati edilizi, 1,7 al giorno. La Regione, per reati di questo tipo, arriva subito dopo le 4 Regioni ad insediamento mafioso e ha il 9.5% dei reati edificatori a livello nazionale: 218 in provincia di Roma, 204 a Latina, 79 a Rieti, 75 a Frosinone e 58 a Viterbo.  Un susseguirsi di abusi e speculazioni a danno dell'ambiente scorre lungo il litorale laziale.

Legambiente dice che, al di là del ruolo dei vari clan mafiosi, sulla costa laziale «Il cemento illegale è diventato una prassi consolidata, seguita non solo dai clan. Rapportando i dati al territorio il quadro è più fosco: il Lazio pesa sul totale nazionale per il 20% e nello specifico la Provincia di Latina detiene un preoccupante 9,1%, seguita dalla provincia di Roma con il 4,1%, dal reatino con il 2,9%, dal frusinate con il 2,3% ed infine dal viterbese che pesa per l'1,6%. Rispetto al numero di abitanti, colpisce invece la provincia di Rieti che pesa con il 5,3%, seguita da quella di Latina con il 4,1%, dal viterbese con il 2%, frusinate con l'1,5% ed infine la provincia di Roma con lo 0,6%».

Sono gli impressionanti dati del sacco urbanistico laziale presentati oggi da Goletta Verde ad Ardea, uno dei luoghi simbolo dell'abusivismo italico: la costa è affogata da una colata di cemento illegale quasi ininterrotta, difficile anche da abbattere e contrastare: «657 abusi edilizi censiti solo tra il 2004 e il 2009, dopo anni ed anni in cui in media sono stati commessi quasi 2 abusi al giorno ed è stata edificata una nuova costruzione abusiva ogni 5 giorni - spiega Legambiente Lazio -  Così come ha dell'incredibile, sempre ad Ardea, la recente vicenda dei 168 manufatti per 25.000 metri quadri, destinati ad abitazioni civili, ristoranti, bar, piscine e campi da calcio, su un'area agricola di circa 3,5 ettari».

Sono ancora in piedi le costruzioni abusive nel Parco delle Dune, alle spalle della meravigliosa Torre Michelangiolesca, che nel 2007 furono insignite della Bandiera Nera di  Goletta Verde. Si tratta di alcune concessioni demaniali per capanni da pesca, rilasciate 30 anni fa, che sono stati trasformati  in immobili. Ma è l'intera area del litorale romano ad essere sotto l'attacco dei pirati del cemento, Goletta Verde fa alcuni esempi: la lottizzazione abusiva a Santa Procula, Pomezia, un'area vincolata di 4 ettari interessata da imponenti opere di urbanizzazione funzionali alla realizzazione di un complesso di edifici a uso residenziale; sequestro di 33 ettari all'interno dell'area protetta della pineta di Castelfusano per opere abusive nel campeggio, denunciate da Legambiente sin dal 2004, su cui insistono circa 800 unità abitative, numerosissimi ormeggi per circa 200 imbarcazioni. Nella Capitale, poi, secondo l'ex direttore dell'ufficio condono edilizio gli abusivi avevano un vero e proprio listino prezzi da 5.000 euro per una veranda in periferia, a 250.000 euro per una mini lottizzazione».

Il presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati, ha sottolineato che «Un reato su cinque si compie nel territorio laziale, bisogna riavviare le ruspe contro i ritmi impressionanti dell'abusivismo, soprattutto nell'area romana e lungo tutto il litorale pontino, nelle aree più pregiate e al contempo maggiormente sensibili Questo assalto criminale legato all'edilizia và fermato con decisione, i Comuni devono riaccendere i motori delle ruspe per ripristinare la legalità sul territorio, con un forte sostegno della Regione Lazio, sia per contrastare i cavilli amministrativi degli abusivi che rispetto al fondo di rotazione per la lotta all'abusivismo. Lo dimostra Ardea, dove non si è ancora fermata la corsa al mattone selvaggio ma finalmente c'è un'azione per demolire ciò che è abusivo, che va estesa con ancora più determinazione. Non è solo il territorio di Roma a reclamare interventi urgenti, in provincia di Latina langue la lotta agli abusi persino nei Comuni del parco del Circeo, in provincia di Forsinone crescono in modo preoccupante le infrazioni, mentre resta nel complesso preoccupante il numero delle denunce che rivela reati sempre più gravi e per i quali è sempre necessaria una più alta l'attenzione».

L'attivismo dei clan mafiosi è forte in provincia di Latina, dove è emerso più volte l'intreccio tra abusivi e amministratori. Secondo i dati presentati da Goletta Verde «La regina dell'abusivismo sulle coste è proprio la provincia di Latina: nel Lazio sono ben 2.379 gli abusi edilizi commessi solo nel 2009 nei 23 Comuni costieri (esclusa Roma), 1 su 6 del totale regionale di 15.426 abusi (il 15,4%), ma di questi 1.680 reati sono distribuiti sui 12 comuni costieri pontini».

Anche qui gli ambientalisti fanno alcuni esempi: «A San Felice Circeo, un assessore comunale nello scorso aprile è stato denunciato per abuso d'ufficio e lottizzazione abusiva, per l'edificazione di un centro commerciale su un terreno agricolo, ma la stessa sorte è toccata all'ex sindaco e all'ex responsabile del settore urbanistica, rinviati a giudizio per una darsena abusiva sequestrata nel 2010, così come, invece, è stato denunciato un dipendente comunale per aver costruito una villa abusiva a meno dei 300 metri dalla costa. A Sabaudia, ben 10 ettari di terreno agricolo, sono stati sequestrati dalle forze dell'ordine così come una villa bifamiliare in costruzione proprio sugli argini del lago di Paola; a Formia, dove il 14 febbraio scorso le forze dell'ordine hanno messo i sigilli a 16 appartamenti, del valore di circa cinque milioni di euro e un altro sequestro ha riguardato una presunta lottizzazione abusiva in località Acquatraversa».

Il responsabile scientifico di Legambiente, Giorgio Zampetti, traccia il bilancio finale di questo assalto al litorale: «E' evidente quanto la situazione dell'abusivismo nel Lazio ma in generale lungo tutta la costa italiana, sia ormai giunta a livelli insostenibili   afferma - Solo nel 2011 in Italia si sono registrati 3171 illeciti riguardanti l'abusivismo edilizio sul demanio. Le colate di cemento sul litorale, oltre che a sottrarre ai cittadini quello che è un inalienabile patrimonio pubblico, ipotecano seriamente gli ecosistemi, come ad esempio quello dunale che caratterizza la zona di Ardea, andando ad incidere negativamente dal punto di vista ambientale, paesistico e anche turistico. Proprio per questo siamo qui per rilanciare il messaggio, che, nonostante ci siano alcuni segnali positivi sugli abbattimenti in diverse parti d'Italia, purtroppo sono ancora casi isolati e tanto rimane da fare per arginare l'imponente fenomeno dell'abusivismo edilizio sulla costa».

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