[03/07/2012] News

Dante Benecchi (CoReVe): «Vuoto a rendere? Noi neutrali, ma se si raccoglie bisogna riciclare»

Il direttore generale del consorzio a greenreport.it: «La crisi sta riducendo gli imballaggi del 4-5%»

La crisi sta picchiano duro, tanto che crollano i consumi anche sui beni alimentari. Quali sono gli andamenti dei consumi di imballaggio in vetro?

«Nel corso del 2011 abbiamo registrato una sostanziale tenuta del mercato interno degli imballaggi in vetro, rispetto al 2010. Mentre, i primi mesi del 2012 segnano effettivamente un calo importante (del 4-5% circa) dei quantitativi acquistati dagli utilizzatori nazionali».

Qual è lo stato della raccolta differenziata del vetro in Italia e nelle diverse aree del Paese?

«La raccolta differenziata del vetro continua a crescere: questo è il primo importante dato che emerge dai dati CoReVe, che ormai gestisce il ritiro e l'avvio al riciclo del materiale vetroso in quasi il 75% dei Comuni italiani, circa 50milioni di abitanti, pari all'84% della popolazione.

Il vetro da imballaggio riciclato complessivamente nel 2011 è anch'esso cresciuto (del 6,7%), raggiungendo le 1.570.000 tonnellate. Tali quantità sono state effettivamente impiegate quasi esclusivamente in vetreria, per la produzione di nuovi contenitori, mentre solo l'1,1% del totale riciclato (circa 23.000 tonnellate) è stato assorbito da settori alternativi, come il comparto dell'edilizia o quello della ceramica, grazie al recupero degli scarti non riciclabili in vetreria.

Nel complesso, il vetro da imballaggio raccolto in modo differenziato in Italia, quest'anno è stato pari a 1.682.000 tonnellate, con un aumento del 6% rispetto all'anno scorso.

Questa crescita in valore assoluto si deve però confrontare con una qualità della raccolta differenziata nazionale che ancora fatica ad attestarsi ai massimi livelli. Si stima, infatti, che circa il 15,5% delle quantità provenienti dai Comuni italiani venga oggi perso nelle operazioni di allontanamento delle frazioni estranee presenti all'atto della raccolta. E la qualità in partenza è il primo e fondamentale requisito che determina costi e risultati delle operazioni di trattamento e riciclo a valle della raccolta differenziata.

La media nazionale delle quantità raccolte e ritirate da CoReVe si è attestata intorno ai 28 Kg per abitante, contro i 24 Kg dello scorso anno.

Considerando le tre grandi aree del Paese, si scoprono ancora tre velocità molto diverse tra loro: al Nord, la raccolta è ormai matura e le rese sono di quasi 40 Kg all'anno, per ogni abitante, al Centro di circa 23 e al Sud superano di poco i 15 Kg ad abitante.

E' possibile stilare una graduatoria delle Regioni più virtuose: secondo i dati CoReVe, la classifica presenta qualche piacevole sorpresa, come la Sardegna, che conferma risultati molto vicini a Regioni notoriamente virtuose come Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino e Veneto. Oppure la crescita relativa, registrata nell'ultimo anno da Toscana, Molise e Basilicata. Ma le sorprese sarebbero perfino maggiori se, oltre alla graduatoria regionale, si stilasse anche quella per Città: in tal caso, alcune città del Sud emergerebbero con risultati superiori rispetto ad alcune città del Nord».

Cosa pensa della ipotesi di introduzione del vuoto a rendere con cauzione?

«Va premesso che il sistema a "rendere" rientra dal punto legislativo, con o senza cauzione, nella definizione di "riutilizzo". Mentre il riciclo (recupero di materia) dei rifiuti d'imballaggio in vetro in Italia, di cui Co.Re.Ve. è il responsabile e il garante per legge, è invece un'operazione di gestione e valorizzazione "a fine vita" dei rifiuti, una volta che questi sono effettivamente generati, in alternativa allo smaltimento in discarica.

Nel caso in cui il rifiuto non venisse prodotto, Co.Re.Ve. non ne avrebbe competenza diretta e pertanto non se ne occuperebbe. L'introduzione della cauzione, è una scelta d'indirizzo verso la quale CoReVe è di fatto, oggi, un osservatore neutrale. Vale però la pena, per chi intende valutarne gli effetti, considerare quanto è già emerso dall'analisi dei risultati ottenuti (costi e benefici), in termini economici ed ambientali, dai Paesi (come per esempio in Germania) che hanno adottato tale formula molti anni fa.

In Italia, il circuito a "rendere" è stato molto diffuso fino agli anni settanta. Fino a quando le esigenze di mercato dei consumi interni non sono mutate e sono quindi nate le prime infrastrutture in grado di gestire, a fine vita, i rifiuti "a perdere". Lo si usava, in particolare, per i contenitori del latte. Il sistema "a rendere", contrariamente a quanto si pensi, ha però ancora una certa importanza quantitativa sui consumi nazionali (circa il 20% nel 2002, si stima oggi intorno al 5%). Soprattutto nel circuito (Ho.Re.Ca.) della Ristorazione e della Distribuzione.

La convenienza (ambientale ed economica) del sistema " rendere", con o senza cauzione, rispetto al "perdere", andrebbe sempre ben attentamente valutata alla luce di specifiche situazioni locali, con delle analisi del ciclo di vita (LCA) molto accurate ed estremamente puntuali. Analisi che dovrebbero quindi tenere in debito conto anche che, in Italia, negli ultimi anni si è investito molto nella cosiddetta differenziata "spinta", cioè nel "porta a porta", e negli impianti di recupero e riciclo a valle delle raccolte, scelta che è il modello diametralmente opposto di gestione del medesimo problema».

Cosa vuol dire raccolta di qualità per Coreve: mono o anche per colore?

«La raccolta di qualità è, per noi, quella concepita per massimizzare l'effettivo riciclo di quanto raccolto. Quando il rottame di vetro proveniente dalla raccolta differenziata è troppo "sporco", cioè mischiato ad altri materiali e/o frazioni estranee in quantità tali che, nonostante l'impiego delle migliori tecnologie impiantistiche di selezione disponibili, questi inquinanti non consentono di completare le operazioni di trattamento per il successivo avvio a riciclo nei forni fusori delle vetrerie, tali rottami non conformi qualitativamente danneggiano gli impianti produttivi e i prodotti finiti, rendendo inutilizzabili i nuovi manufatti in vetro. 

Tra questi, i più pericolosi per il riciclo, perché simili o spesso assimilati al vetro da imballaggio, ci sono i cosiddetti "falsi amici": ceramiche, vetroceramiche (tipo Pyrex), cristalli e vetri da rifiuti elettrici ed elettronici (lampadine, monitors) o specchi. Tutti materiali incompatibili col riciclo del vetro da imballaggio proveniente dalla differenziata. Per questo è fondamentale non solo raccogliere molto vetro, ma raccoglierlo bene, conferendolo con attenzione, separandolo da altri materiali, per favorire il successivo recupero e riciclo e ridurre i costi complessivi del sistema, anche a carico dei cittadini.

Perché dalla qualità del vetro raccolto dipendono anche i corrispettivi riconosciuti direttamente da Coreve ai Comuni o ai loro Gestori (circa 42 milioni di euro nel 2011) e la possibilità di risparmiare i relativi costi di smaltimento in discarica (oltre 130 milioni di euro valutando un costo medio di smaltimento di circa 80 euro/tonn.), che ne amplificano i vantaggi economici ed ambientali. La scelta ottimale per il successivo avvio a riciclo, secondo i nostri dati sulla qualità, è data dalla raccolta del solo vetro (monomateriale), possibilmente a mezzo di contenitori "a campana".

Il livello di efficacia delle macchine utilizzate con l'incremento dell'efficienza dei processi di trattamento della raccolta ma anche la promozione delle buone pratiche attraverso il finanziamento dei progetti di miglioramento delle modalità di raccolta  comunali, con l'adozione di sistemi "monomateriale" (cioè dedicati al solo vetro), o l'impiego del rottame in usi diversi da quello dell'imballaggio, sono strumenti che nell'insieme stanno consentendo di migliorare i risultati complessivi. In ogni caso, il miglioramento della qualità del vetro raccolto dipende in misura determinante dalla capacità organizzativa delle amministrazioni locali e dall'attenzione dei cittadini.

Nel caso del vetro, non ci sarebbero, se la qualità fosse adeguata, limiti tecnologici al raggiungere tassi di riciclo del 100% (o Discarica Zero). Eccezion fatta per il controllo del colore del vetro prodotto: dalla fusione di un rottame di vetro "pronto al forno"  di colore misto non si possono infatti ottenere contenitori non colorati.

In un futuro prossimo, per incrementare gli attuali tassi di riciclo (circa 70%), dovremo pertanto necessariamente introdurre la sistematica separazione del vetro per colore anche in Italia: a monte, cioè nelle fasi di raccolta come avviene nelle realtà d'Europa più attente ed avanzate (in Italia abbiamo oggi in corso un iniziativa sperimentale molto importante a Verona); oppure a valle, effettuando la selezione cromatica (almeno tra rottame colorato ed incolore) negli impianti di trattamento, separazione resa possibile dal miglioramento tecnologico degli impianti, che si spera contribuiscano a rendere marginale l'acquisto di rottame selezionato per colore dall'estero». 

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