[29/06/2012] News

Terre rare: la Cina “adegua” la sua politica ma non molla

Il portavoce del ministero degli Esteri della Cina, Hong Lei, in una conferenza stampa convocata a Pechino, ha risposto duramente ad una domanda sulle critiche americane contro la politica di Pechino sulle terre rare: «La Cina ha adeguato la sua politica sulle esportazioni di terre rare per proteggere l'ambiente e non  per produrre delle distorsioni commerciali o per proteggere le industrie nazionali».

Il 27 giugno il governo statunitense ha annunciato di aver nuovamente interpellato l'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) per chiedere maggiori sforzi nell'arbitraggio sul litigio commerciale che oppone la Cina agli Usa, all'Ue ed al Giappone e che riguarda le quote messe dai cinesi selle esportazioni di terre rare e di altri materiali preziosi per l'elettronica di consumo e per la green economy.

Hong ha sottolineato che «La  Cina ha già discusso di questo problema con le parti interessate. Il Paese fisserà le sue quote in accordo con la domanda del mercato internazionale e la sua capacità di approvvigionamento». Che è come dire (anzi confermare) che la Cina con il 30% delle riserve di terre rare conosciute nel mondo non intende più rifornire il 90% del mercato.

Insomma, il regime cinese non demorde da quanto scritto nel suo Libro Bianco sulle terre rare pubblicato pochi giorni fa: «Il  Paese metterà in atto nel settore delle norme ambientali e delle politiche di sfruttamento e di protezione più stringenti», scrive l'agenzia ufficiale Xinhua, che conclude: «La Wto permette ai suoi Paesi membri di  prendere le misure necessarie per  proteggere le loro risorse ed il loro ambiente. Autorizza anche dei limiti sulle esportazioni se queste limitazioni sono accompagnate da restrizioni parallele sulla produzione o il consumo nazionale».

Insomma, sollecitazione nuovamente rimandata al mittente ed avvertimento al Wto che la Cina non ci sta a passare per protezionista... anche se utilizza la protezione dell'ambiente come grimaldello per fare un po' di protezionismo reale e per accantonare le preziose terre rare per la sua crescita e la sua competitività, che comincia a mostrare i primi segni di affaticamento da ipersfruttamento delle risorse.

 

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