[27/06/2012] News

Corte dei conti Ue: il sistema di controllo dei prodotti biologici presenta delle debolezze

Aiab: «Riforma da monitorare con attenzione»

Il sistema di controllo europeo relativo ai prodotti biologici fornisce sufficienti garanzie riguardo al rispetto degli obblighi fondamentali in materia di produzione bio­logica, trasformazione, distribuzione e importazione?

Il sistema, come definito nei regola­menti Ue, mira a garantire che i processi di produzione siano biologici, ma non i prodotti stessi. Ciò è dovuto al fatto che non esiste alcun metodo scientifico in grado di stabilire se un prodotto sia biologico o meno. Per questo secondo la Corte dei conti europea occorre porre rimedio alle debolezze presentate dal sistema al fine di fornire garanzie sufficienti sull'efficace funzionamento del sistema e non rischiare di minare la fiducia del consumatore. Questa è la risposta al quesito generale di audit a cui la Corte dei Conti europea ha inteso rispondere nella relazione speciale "Il sistema di controllo della produzione biologica".

L'audit della Corte si è focalizzato sull'efficacia del sistema di controllo e su come le varie istituzioni coin­volte (la Commissione e le autorità competenti, gli organismi di accreditamento e gli organismi di con­trollo negli Stati membri) abbiano svolto il loro com­pito per quanto riguarda sia il sistema di controllo all'interno dell'Ue che la gestione dei regimi d'impor­tazione attualmente in funzione.

Nella relazione la Corte giunge alla conclusione che alcune autorità competenti negli Stati membri non svolgono in modo sufficiente il proprio ruolo di vigilanza sugli organismi di controllo (ad esempio in Italia, uno degli organismi di controllo visitati non ha imposto una rotazione obbligatoria degli ispettori dopo un dato numero di anni, nonostante le azioni correttive che avrebbe dovuto applicare a seguito di una diffida ricevuta nel 2009 da una delle autorità competenti della regione coinvolta nell'ambito delle sue attività di vigilanza).

Emerge che alcuni organismi di controllo non hanno soddisfatto i requisiti europei e non hanno colto l'opportunità di attuare alcune buone pratiche. La Commissione non ha svolto audit sui sistemi di controllo degli Stati membri tra il 2001 e l'audit della Corte. Inoltre, le autorità competenti negli Stati membri hanno difficoltà ad assicurare la tracciabilità dei prodotti biologici all'interno del territorio sul quale hanno autorità e tale tracciabilità è ancora più difficile per i prodotti che hanno varcato le frontiere. Per i prodotti biologici importati, sono emerse debolezze anche nei sistemi che disciplinano i diversi regimi d'importazione.

Vengono poi formulate una serie di raccomandazioni per porre rimedio alle lacune riscontrate. Ossia le autorità competenti dovrebbero rafforzare il loro ruolo di vigilanza sugli organismi di controllo; lo scambio di informazioni all'interno degli Stati membri, tra Stati membri e Commissione, e tra Stati membri dovrebbe essere migliorato; i controlli dovrebbero essere rafforzati per garantire che gli operatori (produttori, trasformatori e importatori) soddisfino i requisiti normativi sulla tracciabilità; la Commissione dovrebbe rafforzare il monitoraggio sui sistemi di controllo degli Stati membri, effettuando visite di audit e raccogliendo e utilizzando al meglio le informazioni e i dati necessari; per le importazioni, la Commissione dovrebbe garantire che tutti i paesi riconosciuti come equivalenti per la produzione biologica, e inclusi nel relativo elenco, siano sottoposti ad adeguata vigilanza.

Per Alessandro Triantfyllidis, presidente nazionale dell'Aiab «il nuovo regolamento, in pratica, sposta il baricentro delle regole per le importazioni di prodotti biologici da Paesei terzi verso l'equivalenza e investe di un ruolo molto delicato e importante gli OdC, ma bisogna seguire da vicino l'evolversi di questa 'rivoluzione' e monitorare con attenzione le modalità con le quali si intende mettere in pratica questa riforma, nonché sul sistema dei controlli previsto».

«È da sottolineare - aggiunge - , infatti, che nel recente audit della Corte dei Conti Europea sull'affidabilità del sistema di controllo europeo per il biologico - conclude Triantafyllidis -, molte criticità siano state sollevate proprio rispetto al ruolo svolto dalla Commissione nell'attività di vigilanza dei Paesi in equivalenza. Paesi che, fino allo scorso anno, erano solo 9 e che adesso, a diverso titolo, sono diventati 132... Qualche dubbio sulla tenuta del sistema diventa forse lecito!»

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