[27/06/2012] News

L'Iran difende Beppe Grillo: «Aggressione mediatica»

Irib «la sua analisi è davvero "oro colato"»

La radio internazionale ufficiale iraniana Irib, difende a spada tratta Beppe Grillo e parla di «Aggressione contro Grillo da parte dei politici e dei media asserviti ai poteri forti, i servi delle banche e dei padroni sionisti, che hanno attaccato Grillo a tutto campo in Italia; unica colpa del leader del movimento cinque stelle, aver detto la verità sui principali temi inerenti al Medio Oriente».

Secondo gli iraniani «L'attacco contro l'intellettuale ed ex comico è davvero vile; basta leggere i giornali italiani per vedere chi attacca persino la moglie, chi prende in giro il suocero, (la moglie è di nazionalità iraniana), ulteriori dimostrazioni del livello bassissimo della cultura mediatica italiana».

Irib cita alcune delle reazioni della politica italiana all'intervista concessa da Grillo al quotidiano israeliano Yediot Ahronot che «Ha smascherato la disinformazione dei media occidentali su Iran e Siria» e sottolinea che «Le prime sono state quelle di Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: "Sono a dir poco inquietanti e sconfortanti le dichiarazioni di Beppe Grillo contro Israele e di sostanziale apertura e comprensione" verso Iran e Siria. Se non è in grado di distinguere l'unica democrazia del Medio Oriente da due dittature sanguinarie, Grillo dà la misura della sua dimensione culturale e politica».

Gli iraniani dicono dell'ex portavoce di Berlusconi: «Capezzone non si vergogna di definire unica democrazia del Medio Oriente un regime confessionale ed occupatore che viola tutt'ora decine di risoluzioni Onu sulla Palestina e che è notoriamente tra i più razzisti e militarmente feroci del globo». Ma Irib se la prende anche con il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, cha ha detto: «Con Grillo sinora non abbiamo polemizzato, perché è chiaro che con quella bocca e quel mestiere evidentemente può dire ciò che vuole. Ma se esce dal seminato delle sue dichiarazioni standard e si mette addirittura a parlare a ruota libera in modo distorto di Israele, di Medioriente, di terrorismo e cosi via, allora non può permettersi di cambiare le carte in tavola e confondere l'unica grande democrazia che c'è nel Medio Oriente con alcune grandi dittature» la radio iraniana commenta: « Idem per quanto riguarda Cicchitto, personaggio del resto ben conosciuto dagli italiani per certe questioni del periodo Berlusconi».

Ma è con "Il Giornale" ed altri media italiani che la polemica degli iraniani diventa più dura: «Grillo, che ha rotto il ritmo monotono di bugie su Iran e Siria, che serve a certi poteri forti, non estranei al Giornale, che mirano a convincere l'opinione pubblica italiana che scatenare un'altra guerra in Medio Oriente, sarebbe una azione giusta. L'Occidentale definisce "deliranza" quella di Grillo e lo attacca senza pietà. Eccezione sul panorama italiano, il quotidiano Rinascita, che conferma la "correttezza" di Beppe Grillo nella sua analisi. Sono poi sulla rete numerose le analisi ed anche gli articoli in sostegno a Grillo. Una giornalista italiana, Debora Billi, scrive sul suo blog personale che Grillo è come il bambino della favola che ha gridato "il re è nudo"».

Radio Italia Irib «Esprime solidarietà all'intellettuale italiano e dichiara la sua ammirazione per il coraggio e l'obbiettività che ha avuto nel trattare i temi del Medio Oriente, pur sapendo, chiaramente, che nel suo paese le "cicale di lusso", "i servi di Israele e degli Usa" e "i servi dei banchieri, dei poteri forti e degli armatori delle guerre" lo avrebbero aggredito.a sottolineare che Grillo tratta un tema di grandissima importanza anche per gli italiani; il fatto che l'Italia sia ancora occupata militarmente dagli Usa e che siano loro i responsabili della crisi finanziaria. Del resto la crisi non iniziò negli Stati Uniti? Come mai è sbarcata in Europa?».

l network internazionale iraniano riporta il titolo de "Il Giornale" del 26 giugno: "Grillo sproloquia e loro lo ringraziano" e dice che il quotidiano della famiglia Berlusconi «Non si dà pace e non potendo rinunciare a diffondere fango sulle dichiarazioni intellettualmente oneste di Grillo, questa volta attacca la nostra redazione che ha la colpa di aver sostenuto il leader di cinque stelle e di aver ritenuto vile l'attacco a lui ed ai suoi famigliari (soprattutto la moglie iraniana), per quelle che sono tutto sommato le sue idee sulla politica in Medio Oiente.Il Giornale che comunque nella notizia del 26 Giugno modera molto i toni nei confronti di Grillo e cerca di criticare molto velatamente pure Radio Italia Irib, ha cambiato i toni probabilmente perché si è accorto di non potere fare il bello e cattivo tempo e di non poter raccontare ogni falsità alla gente. Le decine di commenti sul sito di Radio Italia Irib e quelli presenti sulla rete su diversi siti e blog in sostegno alle dichiarazioni veritiere di Grillo su Iran e Siria, sono una conferma al fatto che la gente si accorge della verità».

"Infatti non sarebbe stato conveniente al quotidiano italiano di "chiara" collocazione politica spiegare l'ipocrisia di certa gente che in Italia definisce ancora "unica democrazia del Medio Oriente", un regime che ha 200 bombe nucleari illegali, che scatena guerre sanguinarie, che occupa terre altrui, che ha imposto un assedio disumano alla Striscia di Gaza, che viola decine di risoluzioni Onu, che usa i prigionieri come cavie da laboratorio, che applica il razzismo persino tra i suoi stessi cittadini».

Il tutto è nato dai passi dell'intervista a Yediot Ahronot di Beppe Grillo riportati con grande risalto da Irib Radio Italia che definisce Grillo come »Ormai il leader del terzo partito politico italiano». Secondo Irib «Nella sua intervista Beppe Grillo, che per via della consorte iraniana conosce la realtà iraniana, risponde ad alcune critiche sull'Iran». E pubblica le dichiarazioni che sono evidentemente piaciute di più al regime iraniano: «In Siria? Non sappiamo se si tratti di guerra civile o di agenti infiltrati nel Paese. L'Iran? C'è la pena di morte, certo. Ma come negli Usa. E Ahmadinejad viene tradotto male ad arte. D'altra parte qualunque Stato reagirebbe se altri uccidessero i suoi scienziati. La donna? In Iran è al centro della famiglia. Israele e Palestina? Tutto quello che si sa in Europa viene filtrato da un'agenzia israeliana, il Memri. E l'Italia è sotto occupazione degli Usa: sono loro alle origini della crisi finanziaria europea».

Per Irib, «Al di là del passato o delle altre questioni che fanno notare i critici di Grillo, l'analisi data da lui è davvero "oro colato" ed è l'unico che dopo anni ha avuto il coraggio di dire la verità.  
In Iran tifano Grillo e se la prendono col giornalista israeliano Menachem Gantz che lo ha intervistato per aver scritto che «Se un giorno Grillo farà parte del governo italiano il suocero avrà un ruolo fondamentale nella politica estera» e per essere stato severo col comico: «È confuso, prigioniero di pregiudizi: le sue idee su Israele si possono capire dai suoi show e dal suo blog».

Irib sottolinea che «Il riferimento è ad alcuni post, dove gli israeliani sono qua e là paragonati ad Attila ("dopo di noi non cresceranno più palestinesi") o a una "dittatura militare" pronta a scatenare una terza guerra mondiale, mentre più teneri sembrano altri giudizi: "L'Islam non è una religione fondamentalista. E qualunque Stato, quando gli ammazzano gli scienziati nucleari o lo attaccano coi virus informatici, si sente sotto attacco"».

Grillo ha anche rivelato di essere stato invitato dall'ambasciatore americano a Roma, nel 2008 e dice che Israele è dietro molte decisioni Usa e che «Noi italiani siamo sotto occupazione dell'America, colpevole di parte della crisi economica europea». In ogni caso per il leader del Movimento 5 Stelle «Parlare d'Israele è un tabù, come parlare dell'euro: appena lo tocchi, subito ti dicono che sei antisionista e razzista».

Insomma la destra islamica degli ayatollah tifa Grillo, la destra berlusconiana ed i suoi giornali tifano Israele, forse bisognerebbe che l'Italia recuperasse una politica Mediorientale da Paese protagonista del Mediterraneo, mentre la guerra si avvicina in Siria e le primavere arabe sono sul filo della svolta autoritaria. Forse alla politica estera dei tifosi bisognerebbe sostituire quella della mediazione diplomatica e della difesa senza tentennamenti della democrazia e dei diritti umani, nella quale la pena di morte, la guerra e le armi nucleari non hanno spazio e giustificazione.

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